La difesa del Made in Italy e il futuro dell’agricoltura. Tajani: “Respingiamo le accuse contro la dieta mediterranea”

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani

Un convegno con l’obiettivo di indagare il futuro dell’agricoltura, a partire dall’attualità, tra cibi “sintetici” e cambiamento climatico: sabato 2 dicembre al Collegio San Giuseppe di Vittorio Veneto istituzioni e addetti di settore si sono riuniti per parlare di “Difesa del Made in Italy” e del “Futuro della nostra agricoltura”. Ospite d’eccezione, il ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani.

“Questo evento rappresenterà una straordinaria opportunità per i nostri agricoltori e produttori – fa sapere Gianpaolo Vallardi, presidente della Commissione agricoltura -. È un grande piacere portare nel nostro territorio, terra di tradizioni ed eccellenze enogastronomiche riconosciute in tutto il mondo, un dibattito di questo spessore. L’agricoltura è uno dei settori trainanti dell’export veneto e insieme a Forza Italia continueremo a promuoverne l’identità.

La bocciatura della carne sintetica? Una battaglia vinta che personalmente mi rende orgoglioso, al governo mi ero già mosso più volte in questa direzione, in primis con la presentazione del disegno di legge in contrasto alla proposta del Parlamento europeo di portare gli insetti sulle nostre tavole – sottolinea Vallardi – La promessa è quella di continuare a batterci, anche per quanto riguarda l’introduzione dell‘etichettatura del vino“.

Ad aprire i lavori del convegno l’onorevole Flavio Tosi, coordinatore regionale Veneto di Forza Italia. “Ringrazio l’ex senatore Vallardi per la qualità dei temi trattati e l’autorevolezza dei relatori. È fondamentale pensare e programmare per tempo la modalità di fare agricoltura e tutela dell’ambiente, perché il cambiamento climatico ahimè è ineluttabile e non è reversibile, quindi si devono precorrere i tempi e non trovarsi a rincorrere le emergenze. Sul cibo sintetico la posizione del Governo e della maggioranza è stata già tradotta in legge: finché non ci saranno certezze scientifiche sulla assoluta sicurezza di queste novità, alle quali rimango culturalmente ed eticamente contrario, non esiste che entrino nel nostro mercato: ne va della salute degli italiani”.

Alla tavola rotonda “Agricoltore custode dell’ambiente, tra tradizione e innovazione”, sono intervenuti Giorgio Polegato, presidente del Consorzio Agrario Treviso Belluno; l’onorevole Francesco Battistoni, vicepresidente della Commissione Ambiente; Alberto Bozza, consigliere regionale di Forza Italia; Matteo Villa, general manager di JA Solar Europa; e Francesco Vincenzi, presidente di Anbi (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue).

“Oggi abbiamo l’onore di parlare di Agricoltura veneta facendo un quadro sulle eccellenze e produzioni degli ultimi anni – ha detto Polegato -. Un momento anche per capire le dinamiche di mercato e fare delle prospettive future. Abbiamo parlato di tecnologia, digitalizzazione perché le aziende oggi sono sempre più tecnologiche. Il processo della 4.0, in agricoltura, è accelerato: fondamentale per essere più veloci nei processi e risparmiare nei fitofarmaci e nei fertilizzanti. Questa è una bella occasione e vede un parterre di personaggi importanti nel mondo agricolo e politico. È giusto che si parli di agricoltura veneta, territorio e delle nostre grandi eccellenze che tutti ci invidiano”.

“Per l’85% l’agroalimentare dipende dall’utilizzo della risorsa idrica – ha affermato Vincenzi -. I cambiamenti climatici stanno facendo contare danni ingenti, in particolare per la siccità, al mondo dell’agricoltura e delle produzioni agricole. Per questo dobbiamo reagire, non dobbiamo solamente aspettare gli effetti della mitigazione del cambiamento climatico ma dobbiamo muoverci di fronte alla sfida dell’adattamento al cambiamento climatico. Per noi ‘adattamento al cambiamento climatico‘ significa infrastrutturale il paese, metterlo in sicurezza dalle bombe d’acqua ma anche metterlo in sicurezza per la disponibilità di acqua: creare bacini, che trattengono e aumentano la capacità di invaso dell’acqua del nostro paese, è uno degli obiettivi dei prossimi anni che dobbiamo porci se vogliamo continuare ad essere leader nella produzione di cibo di qualità nel mondo”.

A seguire, con la partecipazione speciale del ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Tajani, il dibattito ha messo in luce la difesa dell’agroalimentare italiano. A partecipare sono stati: Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti; Matteo Zoppas, presidente di Ice (Italian Trade & Investment Agency); Lodovico Giustiniani, presidente Confagricoltura Veneto; e Gianmichele Passarini, vicepresidente nazionale della Cia – Agricoltori Italiani.

“L’agricoltura diventa sempre più centrale per lo sviluppo economico del nostro paese con un record assoluto per quanto riguarda ciò che oggi generiamo in termine di valore: più di 600 miliardi – ha dichiarato Prandini -. Più di 60 miliardi il valore dell’internalizzazione, della vendita dei nostri prodotti nei mercati esteri ma ancora molto possiamo fare: utilizzare al meglio le risorse del Pnrr e dare una possibilità di prospettiva nel medio-lungo periodo al lavoro dei nostri agricoltori diventa fondamentale. Questo sarà possibile se noi saremo chiari nel tracciare quelle traiettorie di futuro in un’interlocuzione sempre più significativa a livello europeo per difendere i nostri sistemi produttivi”. 

“Veniamo da degli anni difficili per il nostro territorio – ha spiegato Zoppas -. Dopo la pandemia e il conflitto bellico, i nostri imprenditori hanno passato delle difficoltà importanti, sia per quanto riguarda i costi delle produzioni sia per il lockdown e ciò si è riversato poi nei costi logistici per andare nell’Oriente e nelle Americhe. Adesso le cose si stanno normalizzando ma quello che è stato bello e importante da vedere è che il nostro Made in Italy ha comunque tenuto: l’esportazione dal 2019 al 2022 sono passate da 480 miliardi a 620 miliardi quindi con un incremento importante, non solo dovuto all’inflazione ma anche dovuto ai volumi. 

Questo ha fatto capire che i nostri produttori sono stati resilienti, chiamati anche eroi: hanno saputo, giorno dopo giorno, far fronte alle problematiche che ci sono state – continua -. Oggi, quello che si prospetta, sono nuove opportunità con i valori che si sono consolidati nel passato. Ci sono delle conseguenze, con quello che è successo, che non sono ancora prevedibili per cui siamo cautamente ottimisti e speriamo di finire quest’anno, dai 626 miliardi di euro di fatturato all’export del 2022, poco sopra a questa cifra: oggi siamo a + 1%. Speriamo che questi ultimi mesi ci diano ancora una componente positiva anche se c’è una grande volatilità e che, l’anno prossimo, possa continuare questa crescita importante”. 

“Quest’anno abbiamo vissuto i cambiamenti climatici, in maniera molto forte, nel settore agricolo – ha detto Giustiniani -. Cambiamenti climatici vuol dire soprattutto far fronte all’innalzamento delle temperature, siccità ed eventi calamitosi molto violenti. Per questo servirà un approccio diverso: la ricerca all’innovazione ci può venire in aiuto, le nuove tecniche di ibridazione genetica sono importanti perché possono portare a piante più resistenti, che hanno bisogno di meno concimazioni per affrontare le sfide del futuro. In Italia abbiamo circa il 50% dei nostri terreni che sono a rischio desertificazione

È appena passato un decreto legge per proibire i cibi sintetici in Italia. La posizione di Confagricoltura è sempre stata di difesa dell’agroalimentare italiano. Quello che a noi preoccupa, in un modello di cibi sintetici, è che questa tecnologia potrebbe essere in mano di pochi, creando così uno scompenso maggiore per il problema delle risorse alimentari a livello mondiale” conclude Giustiniani.

“Usciamo da un’assemblea in cui abbiamo coniato ‘Salviamo l’agricoltura per salvare il futuro’: chiediamo alla politica di mettere in piedi un grande piano nazionale per l’agricoltura e per l’alimentazione dove si rimetta al centro l’agricoltore creando poi, attorno ad esso, le politiche del futuro e trovando le strategie, gli strumenti e le risorse” ha affermato Passarini. 

“L’italian sounding è un territorio enorme che noi dobbiamo attaccare perché se piace il finto italiano, immaginiamoci quanto può piacere l’italiano – ha dichiarato Tajani -. La decisione è stata già presa dal Ministero degli esteri per quanto riguarda la politica dell’export: andremo a rioccupare gli spazi che sono oggi preda del finto italiano. Il Made in Italy ha straordinarie risorse e le esportazioni rappresentano circa il 40% del Pil, le cose continuano ad andare bene: quest’anno, nei primi 8 mesi, c’è stata una crescita nelle esportazioni, circa 251 miliardi. Lavoriamo per cercare di raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi. 

Il Made in Italy piace, piace anche la dieta mediterranea che abbiamo il diritto di difendere perché significa tutelare la salute oltre che la nostra agricoltura. Il Veneto è una regione grande anche a livello industriale. A noi piace la carne vera, la pasta e il buon vino: un bicchiere di vino a pranzo e a cena fa bene alla salute quindi respingiamo le accuse contro la dieta mediterranea” conclude Tajani.

Anche Belluno incontra Tajani: “La montagna protagonista nella crescita del paese”

Nel pomeriggio il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, ha incontrato il ministro Tajani, giunto a Belluno ospite di un convegno organizzato da Confindustria Belluno Dolomiti. E gli ha consegnato un dossier sullo spopolamento contenente due documenti: da una parte gli scenari demografici da qui a 15 anni elaborati dall’ufficio statistica della Provincia; dall’altra alcune proposte concrete per contrastare l’emorragia di popolazione, e per ridare piena dignità operativa all’ente di area vasta azzoppato dalla riforma Delrio.

Il documento riprende e rafforza alcune delle proposte che erano state avanzate subito dopo la tempesta Vaia, all’allora ministro degli affari regionali Francesco Boccia. Sottolinea in particolare gli auspici sul Ddl montagna e chiede un cambio delle regole del Fondo Comuni confinanti, aprendo all’utilizzo in spesa corrente (quindi per servizi e non solo per investimenti) di una quota parte delle risorse.

“La montagna deve essere protagonista in un percorso di crescita complessiva del Paese –  ha detto il presidente Padrin al ministro Tajani -. Qui l’imprenditoria ha saputo creare poli industriali straordinari e aziende di assoluta eccellenza, che oggi devono fare i conti con carenza di manodopera. Per questo servono infrastrutture e servizi per contrastare lo spopolamento, servono strumenti concreti per governare la montagna”.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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