È stata inaugurata oggi giovedì la mostra, allestita nei centralissimi spazi dell’Innovation Lab, “La voce delle donne – Riflessioni artistiche sul tema della violenza dei diritti umani in Iran” a cura del Liceo artistico “Bruno Munari” di Vittorio Veneto.
“Tutto ha inizio a settembre, il giorno 13, a Teheran, quando la ventiduenne Mahsa Amini è stata arrestata dalla Polizia morale perché non indossava correttamente l’hijab, s’intravedeva una ciocca di capelli… Morirà il 16 settembre per le percosse dopo due giorni di coma. Nei giorni successivi il popolo iraniano è insorto, le forze democratiche di tutto il mondo hanno manifestato il dolore per la morte di Mahsa e protestato contro questa barbarie al grido di ‘Donna, vita, libertà’. Gli studenti del Liceo Artistico Bruno Munari si sono uniti alla protesta con le loro opere cercando di trasformare la paura, la rabbia e la violenza in segni, colore e materia, come se l’alchimia dell’arte potesse far sentire ai più le sofferenze di un popolo e ‘La voce delle donne’ iraniane”.
Con queste parole è stata introdotta la presentazione della mostra al Palazzo “delle Poste” alla presenza degli studenti dell’Istituto, del sindaco Antonio Miatto, dell’assessore alle politiche scolastiche Antonella Caldart, del consigliere regionale Sonia Brescacin, del dirigente scolastico Alfredo Mancuso e di Michela Munari per Banca Prealpi SanBiagio, sponsor ufficiale. Ad aderire al progetto anche due infermiere dei Pronto soccorso di Conegliano e Vittorio Veneto. L’evento fa parte delle proposte collaterali di Educhiamoci, il festival sull’educazione organizzato dal Comune di Vittorio Veneto che si svolgerà dal 16 al 21 ottobre.
“Il tema del festival ‘Educhiamoci’ di quest’anno è il ‘coraggio‘ – ha detto Caldart dopo il saluto introduttivo di Miatto -, quindi abbiamo chiesto al dirigente di poter usare questa mostra perché ci è parso, dopo averla visitata, un esempio concreto di ciò di cui volevamo parlare. Sono immagini e oggetti che comunicano il coraggio, uno spunto per continuare ad avere coraggio. Un modo per prevenire la violenza sulle donne e far conoscere quali sono i punti di riferimento nel nostro territorio per affrontare il tema, come il Centro anti violenza (Cav) e la “stanza tutta per sé” all’interno della stazione dei Carabinieri. Il nostro territorio non è muto e insensibile a queste situazioni, il male si può curare”.
“Nato come un progetto di educazione civica, non avrei mai pensato di arrivare fino a qui – ha detto la professoressa Luana Scatto -. I ragazzi hanno colto l’importanza mettendoci cuore, tecnica, tenacia e anima all’interno delle proprie opere. La prima cosa che hanno imparato è lavorare in gruppo per uno scopo nobile, etico, per acquisire coscienza su questo tema così scottante e attuale. Sono molto fiera e commossa dei risultati raggiunti dai miei allievi”. Alcuni di loro hanno illustrato le opere nel corso dell’inaugurazione odierna.
Le opere esposte al secondo piano dell’edificio, con ingresso da viale Vittorio Emanuele II, sono 30, divise per sculture, pitture, tecniche tradizionali, installazioni, incisioni, silografie e stampe. I materiali utilizzati sono quasi tutti di recupero. Molte delle opere sono composte dai cd perché la loro forma rotonda riporta all’armonia, alla completezza, alla perfezione, al grembo materno, alla terra, alla creazione. Normalmente, inoltre, i cd portano la voce, in questo caso quella delle donne.
La mostra sarà aperta dal 5 al 29 ottobre il lunedì e il mercoledì dalle 9 alle 12.30, martedì, giovedì e venerdì dalle 14 alle 17.
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