Le industrie vittoriesi tra Ottocento e Novecento, alcune eccellenze: acque termali, tipografie e la fonderia di campane De Poli

Giampaolo Zagonel e alcune eccellenze vittoriesi: acque termali, tipografie e la fonderia di campane De Poli

“Alcune eccellenze vittoriesi: acque termali, tipografie e la fonderia di campane De Poli”: è questo il tema che verrà affrontato dallo storico Giampaolo Zagonel, in questa puntata di “Le industrie vittoriesi tra Ottocento e Novecento”, in collaborazione con il Circolo Vittoriese di Ricerche Storiche di Vittorio Veneto.

Intervista allo storico Giampaolo Zagonel – Video di Monica Ghizzo

Le Tipografie 

“Per quanto riguarda la Tipografia, Vittorio Veneto aveva una tradizione già dal 1710 che continuerà poi fino ai nostri giorni. Una tradizione che, attorno al nostro, territorio c’era solo a Belluno e Treviso. La Tipografia dei Cagnani, è stata portata dai vescovi per le esigenze del Seminario e della Diocesi e finì dopo quasi sette generazioni di Cagnani ma venne immediatamente sostituita da Gaetano Longo e poi dagli Zoppelli

La Tipografia venne, con il tempo, utilizzata non solo dai vescovi ma anche dalla borghesia in occasione di varie cerimonie anche di carattere civile. Nell’800 ad esempio, con l’inizio delle attività ospedaliera, la tipografia divenne importantissima”. 

La Fonderia di campane De Poli

“Non eclatante da un punto di vista di occupazionale ma importantissima da un punto di vista di esplosione di attività a livello nazionale e anche internazionale, è stata la Fonderia De Poli dicampane e per il bronzo. La Fonderia si collocò a Ceneda intorno al 1800 in Via di Serra, prelevando un’antica fonderia dei Zambelli. Furono i De Poli, prima il padre e poi i figli, a lanciarla a livello nazionale producendo fino al 1950 oltre 150 campane all’anno. 

Furono circa 5 mila le campane prodotte durante la loro attività che fecero ottenere alla ditta anche dei premi internazionali prestigiosi: nel 1873 vinsero la medaglia d’oro all’esposizione internazionale di Vienna. La Fonderia, tra le tante cose che produsse, c’è il busto di Vittorio Emanuele II e la statua in bronzo di Tiziano Vecellio alta quasi tre metri nella piazza di Pieve di Cadore”.

Le acque termali

“Un’altra attività industriale-farmaceutica secondaria ma di notevole importanza è lo sviluppo delle terme di Vittorio Veneto. Già dal 1200 a Ceneda, a Salsa c’erano delle sorgenti di acqua salsa che venne utilizzata localmente fino al 1900 e studiata dal 1600 fino al 1827. Il vero utilizzo di quest’acqua avviene nel 1870 quando il farmacista Luigi Marchetti chiese l’autorizzazione al Comune di Vittorio Veneto di poter costruire un edificio per produrre, in modo industriale, l’imbottigliamento e la vendita dell’acqua salso bromo iodica in tutta Italia. Intorno al 1880 il medico Coletti volle costruire delle terme proprio dove oggi c’è l’Albergo Terme. Fino al 1910, per circa 20 anni, italiani e non vennero in città a prendere la nostra acqua termale per i suoi benefici“.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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