L’Intermodale accende il consiglio comunale. Pd: “Opportunità da cogliere”. Antiga: “Freddezza dalle aziende”

L’ingresso della zona industriale di San Giacomo di Veglia e Scomigo

Lo sviluppo dell’area intermodale ferro – gomma in Zona Industriale a San Giacomo di Veglia è stato il tema della mozione presentata dall’esponente del Partito democratico Barbara De Nardi nella più recente seduta del consiglio comunale.

La mozione

“Nel 2021 il Consiglio di amministrazione e l’Assemblea dei soci dell’Intermodale Vittoriese, società consortile di cui fa parte il Comune di Vittorio Veneto – ha detto De Nardi – approvarono un progetto di sviluppo per il rilancio dell’attività intermodale e il potenziamento del servizio ferroviario viaggiatori, sia a servizio della zona industriale, sia più in generale dei collegamenti regionali e a lunga percorrenza sulla linea Conegliano – Vittorio Veneto – Ponte nelle Alpi, ma da allora il progetto è rimasto chiuso in un cassetto dell’amministrazione, che non si è fatta parte attiva come avrebbe dovuto.

Le ripetute crisi economiche hanno provocato l’interruzione delle attività dello scalo merci in zona Industriale, ma le condizioni ora sono sensibilmente mutate – prosegue – il completamento dell’elettrificazione sulla tratta fino a Belluno ha portato anche a un sensibile aumento dei passeggeri, la forte spinta della Regione per l’intermodalità treno-bici, l’approssimarsi delle Olimpiadi di Milano – Cortina 2026, lo sviluppo turistico collegato all’UNESCO, lo stimolo al rafforzamento di modelli sempre più sostenibili di turismo e la crescita di interesse da parte di alcune realtà imprenditoriali per il trasporto delle merci su rotaia hanno sensibilmente incrementato la necessità di un ragionamento concreto sullo sviluppo dell’intermodale vittoriese.

Il progetto consentirebbe il raddoppio della frequenza dei treni passeggeri (che potrebbero quindi essere previsti ogni mezz’ora), l’apertura della linea anche ai treni a lunga percorrenza e il riavvio dell’effettiva funzionalità dello scalo merci”.

Il consigliere ha quindi chiesto alla Giunta “di garantire la continuità di gestione dell’area dello scalo, sostenere l’attività della società e interloquire con Regione, RFI, privati e Governo perché siano individuate le risorse necessarie a un intervento – la realizzazione di un impianto per gli incroci dei treni nelle vicinanze dello scalo intermodale – che migliorerebbe in modo significativo l’utilizzabilità per i passeggeri della linea ferroviaria e consentirebbe alle aziende di cogliere l’opportunità della movimentazione su rotaia delle merci”.

La risposta della Giunta

A De nardi ha risposto l’assessore con delega alle società partecipate Ennio Antiga che, dopo un preciso excursus storico, ha affermato: “Questo progetto, nato con lo scopo esclusivo di realizzare uno scalo merci intermodale gomma – rotaia, non ha trovato riscontro nella nostra realtà produttiva e conseguentemente non ha di fatto mai utilmente operato. Al fine di decidere del futuro della società, ho chiesto un credibile piano aziendale di sviluppo e investimento atto a perseguire ed esercitare lo scopo sociale. È stato presentato un piano meritevole, ma privo di contenuto di investimenti programmati o in grado di individuare percorsi plausibili o credibili per attuare la mission di intermodale.

C’è stata una costruttiva riesamina durante una riunione aperta con tutti gli attori della zona industriale allargata a Vittorio Veneto, Conegliano, Regione, Provincia e imprenditori, trovando, all’interno dello stesso piano, delle difficoltà importanti da superare (come la lunghezza limitata e l’elettrificazione che limita la libera manovra) – continua Antiga -. Si è preso atto, durante le discussioni, che il costo da sostenere è elevatissimo e quello di trasporto ferroviario sarebbe stato mediamente più caro del 30% rispetto alla gomma, con la sempre più incombente incognita dei tempi di consegna.

Il piano di intermodalità non ha ottenuto alcun segno di appoggio dai numerosi imprenditori privati e istituzionali presenti, decretando purtroppo la fine dell’idea originaria stessa presentata 24 anni fa.

C’è la possibilità di sfruttare la nostra linea ferroviaria. Ogni elettrificazione atta a fare una metropolitana di superficie con collegamento veloce fino a Belluno, Dolomiti, Cortina e Dobbiaco, non c’è dubbio che questa amministrazione approvi di buon grado. Per questa soluzione ci siamo sempre”.

La discussione

“L’idea di questa mozione è arrivata dai visibili movimenti dovuti dai finanziamenti – ha detto Giulio De Antoni (Marco Dus Sindaco) -. L’attivazione di questo centro intermodale pensavamo rientrasse nel Pat dato che c’è segnato nella cartina. I passeggeri avrebbero potuto accedere all’area industriale riducendo così le auto e quindi l’inquinamento atmosferico. Un doppio binario consentirebbe inoltre una maggiore frequenza di treni che congiungono la città con Conegliano”.

“Il piano, rispetto al trasporto dei passeggeri, cambierebbe la vita a moltissimi cittadini che prendono il treno ogni giorno nella nostra città – ha aggiunto De Nardi -. Un treno ogni mezz’ora tra Vittorio Veneto e Conegliano consentirebbe a tante persone, che oggi prendono la macchina per andare a prendere il treno a Conegliano, di prenderlo nella loro città. Come si può pensare di mettere nel Pat una fermata quando abbiamo una frequenza di treni di un’ora? Significa pensare già ad uno sviluppo più intenso della linea”.

“Il trasporto ferroviario è un argomento centrale per la nostra città sotto vari punti di vista: i residenti che lavorano all’interno della provincia, gli studenti universitari e i turisti – è intervenuta Mirella Balliana (Rinascita Civica) -. L’aspetto commerciale inoltre non è da accantonare: in questi anni non ha mai funzionato ma non c’era nemmeno una sensibilità rispetto al tema ambientale. Adesso pensiamo di riuscire a impegnare forze e volontà per provare a rilanciare l’intermodale oppure chiudiamo definitivamente il capitolo?”.

“La società non ha gli stessi bilanci del 2017, non c’era elettrificazione quando si decise di alienare la quota, non c’erano tutti i fondi del Pnrr e non c’era l’investimento nella mobilità diversa rispetto a quella su gomma – ha osservato Roberto Tonon (Partito democratico) -. L’investimento non deve farlo necessariamente l’imprenditore ma la ferrovia insieme alla Regione, perché serve per tutto il paese. L’amministrazione è interessata, verso gli enti competenti, a supportare questo piano industriale?”.

“L’intermodale è datata di diversi lustri ed è nata per essere a servizio delle aziende. Fu l’azienda Sangalli, in particolare, a volere questo progetto, ma poi si è trasferita al sud, venendo meno quindi la volontà di portare avanti questa operazione – ha spiegato, dalla maggioranza, Gianantonio Da Re (Lega) -. È da capire la funzionalità della stazione e dell’intermodale: in questi anni non è mai decollata, non c’è l’appetito economico e finanziario da parte delle aziende? Il Comune non ha la capacità di poter intervenire e la Regione può intervenire se c’è qualcosa di importante che si insedia”.

Il voto finale

“All’assemblea dei soci avevano chiesto un piano industriale di investimento che doveva quantificare quale poteva essere la spesa da fare affinché quello scalo diventasse fruibile e per capo i numeri sostanziali dell’investimento – ha detto Antiga -. Si parla di svariate decine di milioni di euro. All’assemblea abbiamo chiesto semplicemente: ‘Quanti imprenditori sono disponibili in zona industriale e quanta merce potrebbero mettere a disposizione in modo che questo progetto parta?’ Vedendo i riscontri negativi, si è raffreddata la volontà di partire. L’intermodale potrà prendere una strada diversa comprendendo anche solo passeggeri”.

“Il Comune da 24 anni non è rimasto con le mani in mano – ha aggiunto il sindaco Antonio Miatto -. Abbiamo messo a disposizione un’area di grande dimensioni senza avere un ritorno economico, basandosi su un’idea. La nostra comunità ha già fatto un sacrificio per un progetto che non regge e non ha nessuna caratteristica che faccia sperare in un lancio. La Regione ha un ‘bollino’ su quel luogo per il ‘servizio gomma’, non per lo scambio”.

La mozione di De Nardi è stata bocciata, dopo alcuni botta e risposta polemici tra minoranza e giunta, con 8 voti contrari, solo 5 favorevoli e 2 astenuti.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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