Anche quest’anno la Sezione Cai (Club Alpino Italiano) di Vittorio Veneto propone ben quattro serate culturali nei mercoledì dei mesi di gennaio e febbraio, al teatro Palafenderl di Vittorio Veneto.
Mercoledì 31 gennaio: “Maestro”
Inizieranno oggi mercoledì gli appuntamenti culturali con il Club Alpino Italiano. Alle ore 20.45, al teatro Palafenderl ci sarà la presentazione del libro “Maestro, le montagne di Rino Costacurta” a cura del fratello di Rino, Angelo Costacurta e del cugino, Giovanni Uliana. Rino Costacurta, scomparso in un incidente in montagna nel 1977, è stato una figura storica del Cai di Vittorio Veneto. Durante la presentazione del libro, verranno proiettate molte foto inedite della sua storia, soprattutto alpinistica, con il contributo di canti popolari eseguiti dal Coro Cai di Vittorio Veneto diretto dalla maestra Eleonora Possamai.
Da diversi anni, gli amici di un tempo di Rino Costacurta chiedevano al fratello Angelo di pubblicare qualcosa su di lui per condividere esperienze passate fissate nella memoria. Grazie anche alla collaborazione del cugino Giovanni e molti amici è stato possibile realizzare il libro “Maestro” dal soprannome che egli aveva da giovane derivante dal suo diploma. Per il Club Alpino Italiano della sezione di Vittorio Veneto, Rino Costacurta ha rappresentato una svolta storica, creando il gruppo roccia, iniziando i primi corsi di alpinismo base e di roccia, diventando il primo istruttore sezionale di alpinismo.
Una persona carismatica che in pochi anni ha rinnovato il Cai locale con progetti ambiziosi, dalla palestra di roccia, alla creazione della variante n° 7 dell’Alta Via dei Silenzi, al sentiero attrezzato a lui dedicato, ma soprattutto ha condiviso con molti giovani le straordinarie esperienze di montagna e di vita. Rino sapeva stringere amicizie profonde, tali da resistere senza di lui tutti questi anni, infondendo nelle persone gli aspetti affascinanti della natura, spesso nascosti ai più.
Mercoledì 7 febbraio: “Lupo e Orso bruno. Riassunto di un ritorno in Veneto”
Gli appuntamenti proseguiranno mercoledì 7 febbraio con “Lupo e Orso bruno. Riassunto di un ritorno in Veneto” di Francesco Mezzavilla e Guerrino Malagola.
Lupo e Orso bruno sono due carnivori scomparsi dal Veneto verso la fine del 1800, inizio del 1900. Da pochi decenni però, hanno ricolonizzato spontaneamente la nostra regione con modalità del tutto diverse tra loro. L’orso era considerato estinto dopo l’ultima segnalazione avvenuta in Comelico nel 1892. A partire però dal 1995 la sua presenza è risultata piuttosto regolare e collegata spesso a individui maschi giovani che si spostano dalla vicina Slovenia e che frequentano soprattutto la provincia di Belluno e le Prealpi al limite delle province di Treviso e Vicenza.
Questi individui quasi sempre ritornano in Slovenia e solo in pochi casi si sono fermati a svernare nel bellunese. Di recente alcuni individui hanno frequentato anche il Cansiglio e le Prealpi trevigiane. Il Lupo invece è ritornato in Veneto nel 1992 quando due individui, una femmina di origine italiana ed un maschio di origine slovena hanno formato una prima coppia riproduttiva in provincia di Verona nei monti Lessini. Dai figli di questa coppia e da altri arrivi, del tutto spontanei, si sono formati nuovi nuclei che hanno colonizzato tutte le montagne del Veneto e che ora stanno arrivando anche nel Polesine attraverso l’alveo del Po.
La specie, diversamente dall’orso, quando non opportunamente gestita mediante la messa in atto di sistemi di difesa attivi, crea problemi alla convivenza con l’uomo soprattutto in merito alle predazioni portate nei riguardi degli ungulati domestici. Si è visto però che tale danno può essere in gran parte contenuto. Nel corso dell’incontro, saranno esaminati gli argomenti relativi alla presenza, alla biologia delle due specie ed alle possibili attività di gestione attiva. Una serata culturale d’interesse pubblico.
Mercoledì 21 febbraio: “La sorgente del Meschio”
Mercoledì 21 febbraio “La sorgente del Meschio. 30 anni di ricerche ed esplorazioni speleologiche all’interno della grotta subacquea della risorgenza del Meschio” di Alessio Fileccia ed Igor Palamin.
La risorgenza del Meschio è una delle maggiori sorgenti carsiche della valle Lapisina e si apre nei pressi dell’abitato di Savassa Alta, poco più a nord di Vittorio Veneto. In passato la sorgente è stata utilizzata per alimentare la fontana del borgo ed a scopo potabile, mentre dagli anni ’60 le sue acque sono state regimate per la produzione di energia elettrica nella piccola centrale di Savassa, sulla strada statale Alemagna.
Esternamente la risorgenza si presenta con un piccolo laghetto dalle acque cristalline immerso nella natura, ed è alimentato dalle acque che escono da una grotta subacquea che si inoltra per decine di metri all’interno del Col Visentin. Le prime esplorazioni speleo subacquee della grotta sommersa risalgono agli anni ’70, quando alcuni sommozzatori trevigiani riuscirono a raggiungere la base di un pozzo aereo invaso però dalle acque in caduta di una potente cascata. E’ solo agli inizi degli anni ’90 che per la prima volta, durante un periodo di magra eccezionale, vengono risaliti in artificiale i 30 metri del pozzo fino al raggiungimento di un lago pensile, sceso in immersione all’epoca, per circa una ventina di metri.
Si dovranno attendere altri 30 anni per poter riportare la luce fino al lago interno del Meschio, cioè l’estate del 2022, quando le condizioni di straordinaria siccità hanno permesso ad una squadra di speleologi veneti di poter armare una nuova risalita del pozzo, potendo raggiungere per documentare per la prima volta sia la bella forra pensile in testa al pozzo, sia il lago interno alla sorgente con il suo secondo sifone, sceso in immersione nuovamente fino alla profondità di -30 metri.
Durante la presentazione verranno esposti i principali risultati delle più recenti ricerche idrologiche inerenti la sorgente, e proiettati i video sia dei lavori di risalita del pozzo cascata, che dell’immersione subacquea nel lago pensile interno alla risorgenza del Meschio.
Mercoledì 28 febbraio: “Dalle dolomiti al Bianco”
Mercoledì 28 febbraio “Dalle Dolomiti al Bianco. Storia, amicizia e sogni di un alpinista qualunque” di Francesco Lamo.
Francesco, alpinista e accademico del Club Alpino Italiano, con immagini, musica e parole racconterà la sua interpretazione dell’alpinismo, ma anche storie di amici, della famiglia, di molti momenti di felicità e sconforto. Circa 30 anni di arrampicate, alta montagna, ghiaccio, arrampicata sportiva, sci alpinismo, ed escursioni principalmente sulle Dolomiti, ma anche sulle Alpi centrali, occidentali ed Appennino. La storia di un uomo che si credeva invincibile, ma anche tenace al punto da guarire e tornare ad arrampicare con più leggerezza.
(Foto: Cai sezione Vittorio Veneto).
#Qdpnews.it