Oggi, giovedì 28 maggio 2020, è un anno dall’inizio del mandato del sindaco Antonio Miatto (nella foto) alla guida del Comune di Vittorio Veneto.
Un anno impegnativo, pieno di responsabilità e con tanti fronti aperti in vari settori: il tutto reso ancora più difficile dall’emergenza Coronavirus che prima ha riguardato l’aspetto sanitario e ora pesa sull’ambito economico con tante attività produttive e commerciali che cercano di ripartire chiedendo all’istituzione pubblica più vicina, in questo caso il Comune, di farsi portavoce delle loro istanze a livello regionale e nazionale.
Severo con se stesso sul voto che potrebbe ricevere per il suo lavoro a favore della comunità vittoriese, il primo cittadino Miatto è invece generoso con i suoi collaboratori che, a suo parere, hanno portato a casa dei grandi risultati fin da subito.
“I servizi sociali del mio Comune si sono particolarmente distinti – spiega il sindaco di Vittorio Veneto – e i lavori pubblici di ripristino nella città di uno stato di cura che era scomparso stanno dando i loro frutti. Continuiamo a farlo e negli anni conto che la città diventi sempre migliore. Il voto che mi darei personalmente è inclassificabile ma io comunque giustifico questo mio voto perché, nell’approccio che sto dando insieme alla mia amministrazione, non mi accontento mai di mettere i tamponi sui problemi ma ogni singola voce la andiamo a sviscerare per rigenerarla e far sì che i nuovi metodi siano durevoli nel tempo e adeguati”.
“Voglio fare qualche esempio – prosegue -. Per i cimiteri disastrati che abbiamo trovato abbiamo fatto un piano generale per cui oggi, fuori dai nostri cimiteri, ci sono le date dei numerosi interventi di sfalcio, di trattamenti per le zanzare e di recupero delle tombe dismesse in modo da generare nuove potenzialità. Un riordino generale comporta tempi di riorganizzazione per cui non è che dalla sera alla mattina ci si possa rimediare. Abbiamo trovato molta incuria, gran parte delle convenzioni in essere con le varie associazioni sono tutte scadute. Quindi non mi accontento di farne una alla volta, magari con metodi diversi, ma stiamo rifondando il sistema con qualcosa che poi duri nel tempo e sia più saldo”.
“Ci avevano fatto trovare una pattuizione già sottoscritta per chiudere un passaggio a livello molto importante – aggiunge Miatto – e l’Anas aveva cambiato il punto di uscita del traforo senza pensare alle conseguenze. Inoltre, abbiamo trovato un problema vigneto irrisolto e una pattuizione vecchia di molti anni con l’agenzia del demanio e i militari: tutti capitoli che abbiamo affrontato parallelamente e che stiamo portando avanti. Però, a un anno di distanza, i tempi della burocrazia sono talmente dilatati per cui la soddisfazione di chiudere le partite non è che arrivi dall’oggi al domani. Contiamo a breve di vedere l’effetto di questo nostro approccio ai problemi”.
“L’opposizione in consiglio comunale – prosegue il sindaco Miatto -, che fa giustamente il suo lavoro, fa notare che l’amministrazione Miatto poteva fare qualche cosa in più prima dell’emergenza Coronavirus e anche questo nostro approccio dimostra che è troppo facile determinare una certa quota di denaro dedicabile al tema, suddividerla per i soggetti che sono stati più o meno danneggiati dal Covid e cavarsela splendidamente in poco tempo. Noi invece questo non lo abbiamo voluto fare perché abbiamo preferito aspettare di rifare i nostri conti e arricchire di ogni minima possibilità il tesoretto destinabile. Abbiamo determinato, attraverso i codici Ateco, le attività che effettivamente sono state danneggiate, scoprendo che Vittorio Veneto ne ha più di 600”.
“Non ci accontentiamo di dividere per 600 il tesoretto – precisa – ma di usarlo con diverse modalità, utilizzando altri pacchetti di finanziamenti e mettendo in piedi modalità per non disperdere le novità generate da Covid. Prima nessuno passava al ristorante a portare a casa la cena, a farsela portare a casa o usufruire dei prodotti locali. Vogliamo consolidare questo attraverso delle metodologie online che metteremo a disposizione degli artigiani e dei commercianti (insieme ad altri interventi per favorire il lavoro delle categorie più colpite dal Coronavirus). Per fare questo i tempi sono dilatati e si parla di settimane per fare di più e meglio: la distribuzione immediata di qualche centinaio di euro credo sarebbe stata una soluzione peggiore”.
“Non è stato possibile programmare gli eventi più importanti di Vittorio Veneto – conclude – perché molti di questi comportano delle spese significative per le associazioni e per i soggetti che li organizzano. Spese preventive su qualcosa che è alquanto incerto. Abbiamo mantenuto solo le “Rive Divine” perché per la sua tipologia consente il distanziamento sociale ma, al di là di quello, nulla lascia presumere che si potranno fare altre cose questa estate. Il concorso di violino, che era stato abbandonato qualche anno fa, noi lo abbiamo fatto rinascere con un tono molto più pregnante e internazionale, spostandolo tra fine novembre e i primi di dicembre, sperando di poterlo svolgere con la tranquillità necessaria”.
Per quanto riguarda il teatro “Lorenzo Da Ponte” di Vittorio Veneto, invece, il sindaco Miatto ha spiegato che all’inizio, essendo scaduta la pattuizione con la fine di febbraio, è stato ripreso in mano tutto discutendo con la Fondazione Cassamarca.
“Le giuste pretese di Fondazione – ha spiegato Miatto -, visto il capitale che ci mettono a disposizione, sarebbero state inarrivabili con noi però la Fondazione è al fianco dell’amministrazione, l’interlocuzione non è terminata e contiamo anche di arrivare ad una composizione finale che permetta di poter utilizzare questo “strumento” molto bello che abbiamo in città. Assieme ai vittoriesi spero di poter riprendere la nostra vita di prima, arricchiti però di un’esperienza che ci ha messo di fronte a concetti importanti della vita come la morte, l’incertezza e l’impegno continuo che quotidianamente tutti vale la pena che utilizziamo per vivere meglio assieme”.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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