Con 670 mila euro di Rfi si farà anche il sottopasso di via Cal Larga, in contemporanea con la chiusura di via Deganutti. Un milione e 340 mila euro in totale per consentire la variante.
Per via Martel l’eventuale sottopasso, al momento difficilmente ipotizzabile, attenderà tempi migliori, parliamo di lustri, ma intanto il passaggio a livello rimarrà aperto.
E’ quello che il Comune ha ottenuto per variare la convenzione firmata con Rfi dalla precedente amministrazione.
Approvato con qualche tensione, ieri sera in consiglio comunale, quello che in pratica era l’unico punto all’ordine del giorno (le altre erano due interrogazioni), con i voti della maggioranza, quelli contrari del Pd e Marco Dus sindaco, e l’astensione di Rinascita Civica e Partecipare Vittorio.
E’ stata respinta l’unica osservazione pervenuta relativamente alla variante del progetto di collegamento tra via Deganutti e via Cal Larga, da parte dei proprietari del fondo che andrà in esproprio difesi dallo studio legale dell’avvocato Maurizio Zanchettin.
Nel contempo è stata dunque approvata la variante di progetto con la strada di collegamento.
Un momento di tensione quando l’ex sindaco Roberto Tonon ha imputato all’assessore Ennio Antiga di aver “offeso” Rfi: “Spero non vada lei a trattare perché se ascoltano il verbale come minimo le chiedono di scusarsi, perché ha detto che scrivono una cosa e poi ne fanno un’altra. Da come ho inteso stava dando dei farabutti, non mi pare il modo migliore di andare a trattative con una società struttura dello Stato. Riascoltate pure”.
“Il sottopasso di via Martel – aveva detto Antiga – necessariamente va lasciato come scritto nella convenzione, ma vanno trovati due milioni di euro e Vittorio Veneto non ha alcuna intenzione di trovarli. Quello che è scritto in convenzione è una cosa, ma non c’è una scadenza, un dato temporale. Se Rfi cambia idea e, al posto di 670 mila euro, mette un milione e 670 mila per i sottopassi, possiamo riparlarne”.
“Far cambiare idea a Rfi non è stato semplice – ha sottolineato il sindaco Antonio Miatto – in trattativa non era un corpo morto: per loro era un problema togliere dal novero dei passaggi a livello da chiudere quello che prima era stato pattuito. Per cui la formula per dire che loro non lo perdono ma che fino a quando noi non avremo due milioni di euro il sottopasso non si farà mai, era questa. Per far cambiare una cosa già firmata a volte bisogna andare con il cappello in mano”.
(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it