Chi sono le tre persone, dai tratti somatici orientali, raffigurate in parecchie affissioni pubbliche in città? Qual è lo scopo di questi manifesti? E chi li ha commissionati?
Sono diversi gli interrogativi che i vittoriesi si sono posti negli ultimi giorni, osservando la maxi-affissione presente sul muro di cinta dello stadio Barison in via Celante o le più piccole collocate lungo altre strade cittadine, dal centro alla zona industriale di San Giacomo di Veglia. Quei volti enormi ed anonimi hanno incuriosito parecchio. Ed hanno un senso.
Le affissioni sono un progetto artistico di Agostino Artese curato da Giovanna Pesce nell’ambito di B_r_o_d_o, contenitore dei progetti artistici della Piattaforma Lago (vedi articolo).
“Torbido” è il titolo del progetto o, anzi, del “non-progetto” come viene definito dall’artista Artese, che si esprime con le affissioni in città.
“Dissotterrando immagini realizzate anni prima che hanno preso vita nella mente del loro autore, a causa della pandemia, nasce Torbido progetto – spiegano – Ritagli fotografici di volti ingigantiti con proporzioni disumanizzanti che spiazzano e confondono. Volti che non raccontano nulla delle persone a cui appartengono. Non-ritratti che, installati per strada, vengono letti velocemente, passando inosservati o, al contrario, si impongono alla vista e ci interrogano sul concetto stesso di vedere, guardare, capire“.
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