Divisioni tra commercianti: “I 600 euro offensivi per chi deve pagare i dipendenti, ma basta lamentarsi”

In vista della manifestazione dei negozianti vittoriesi prevista per il 4 maggio e promossa con la denominazione “Negozianti di Vittorio Veneto in piazza” – senza rappresentanze delle loro associazioni – abbiamo raccolto anche lo sfogo di un noto commerciante e imprenditore vittoriese, “ma senza nomi” dice.

“Piena solidarietà è condivisione alla signora Brait e a tutti quei commercianti che si sono sentiti offesi da quella miserevole elemosina di 600 euro che il Governo gli ha regalato – afferma – quei soldi bastavano solo per la palestra e il giro di aperitivi giornaliero.”

Per dire che la promotrice della manifestazione che sta raccogliendo centinaia di adesioni anche da fuori provincia, come tutti gli altri commercianti, hanno dei dipendenti sul groppone, quasi sicuramente non sottopagati.

“Va bene che gli ammortizzatori sociali vengono pagati con la cassa integrazione del Governo – afferma il commerciante – ma a loro costano lo stesso tanto, anche se non ricevono contropartita in cambio. Se vogliamo dirla tutta i 600 euro e la cassa integrazione dei dipendenti dei lamentosi sono peròpagati anche con le tasse dirette e indirette (iva) dei pensionati al minimo quando vanno a comperare un litro di latte o altro tanto per tirare avanti con fatica e cercare di arrivare a fine mese.Pensionati che non girano certo con il suv”.

Dove vanno ricercate le colpe o le cause? “Il governo Conte ha le sue, perché non ha tenuto conto dei diritti dei cittadini. – continua – Si è permesso di chiudere le attività magari perché gli stessi titolari non si ammalassero e non andassero in terapia intensiva. Ma era meglio non farlo, come hanno fatto altre nazioni”.

“E per tornare all’aspetto principale della questione – conclude lngiassero’imprenditore – convengo con tutti i lamentosi colleghi che i 600 euro sono miserevoli e offensivi: il Governo avrebbe dovuto lasciare che si arrangiassero  (si chiama neo liberismo, nessuno li ha obbligati a mettersi in proprio e il rischio di fare l’imprenditore è anche fallire) oppure sostenere gli imprenditori assicurando loro un contributo per 2-3 mesi, pari a un dodicesimo mensile della media del reddito netto dichiarato negli anni precedenti. E niente altro”.

(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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