Vittorio Veneto, non si sblocca l’impasse sull’ex Carnielli. Le minoranze: “Arpav ha invitato i proprietari a eseguire nuove indagini sul cromo esavalente”

Calma piatta sul fronte urbanistico e su quello delle bonifiche per l’area ex Carnielli. E’ quanto emerso, in sintesi, al termine della commissione consiliare sull’ex Carnielli, riunita ieri giovedì insieme alla commissione consiliare che si occupa di urbanistica e ambiente.

“In commissione – riferiscono i consiglieri di minoranza Mirella Balliana (Rinascita Civica) e Giulio De Antoni (civica Dus) – sono emerse con chiarezza le problematiche che stanno determinando l’impasse relativa alla bonifica e alla riqualificazione dell’area ex Carnielli-Fassina, che comprende, oltre all’area acquisita da Alì, anche altri due comparti a sud”.

I consiglieri rendono noto che Arpav “ha invitato i proprietari dell’area ad eseguire nuove indagini di monitoraggio relative ai livelli di inquinamento del cromo esavalente”. E quanto alla progettazione aggiungono: “Ad agosto 2021, considerato che agli uffici comunali non era pervenuta alcuna proposta progettuale unitaria delle parti proprietarie dell’ambito, il Comune ha ritenuto prioritario richiedere ad Alì la stesura di un progetto relativo alla propria area con la condizione che l’aspetto viabilistico di accesso area si attenga all’attuale scheda normativa del prg vigente“.

Nel corso della riunione di commissione, Balliana e De Antoni hanno ribadito che la realizzazione della strada di accesso al comparto ex Carnielli e soprattutto la bonifica dell’area inquinata sono “interventi di pubblica utilità da realizzarsi con estrema urgenza. L’amministrazione comunale possiede tutti gli strumenti per fare in modo che questi interventi vengano realizzati al più presto“.

“Non so a quali armi abbiamo accesso per poter ottenere questa veloce partenza delle cose – replica il sindaco Antonio Miatto -. A me non risultano armi particolari per obbligare a fare”. E sulla bonifica da cromo esavalente nel terreno conclude: “Ritengo si debba andare verso il sistema proposto da Alì, cioè fare molti più pozzi e prelievi scaglionati per quota per capire qual è il reale problema che c’è sotto, perché ripetere il sistema usato in passato ha utilità zero“.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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