Vittorio Veneto, Roberto Tonon si promuove dopo 5 anni: “Con il Centenario rilanciata l’immagine della città”

Fare il sindaco a Vittorio Veneto è impresa titanica: ci proveranno in 5 domenica prossima all’appuntamento elettorale. Roberto Tonon, ne sa qualcosa al termine del suo mandato, a pochi giorni dalla cessione della poltrona, dopo la rinuncia annunciata da qualche mese. Tempo di un bilancio definitivo dunque in una intervista a cuore aperto e mente serena.

Siamo alla fine di 5 anni di amministrazione, alla luce della sua esperienza precedente in amministrazione li immaginava così? “Proprio per la mia lunga esperienza di consiglio comunale sapevo che amministrare è difficile. Certo, non potevo prevedere la contingenza economica che ha gravato sulle casse dei Comuni in questi anni ed altre emergenze sociali che si sono verificate, ma del resto l’imprevisto è ordinario per un amministratore. Non potevo nemmeno conoscere, perché 15 anni di amministrazioni leghiste le hanno sempre tenuto nascosto ai cittadini, le tante problematiche irrisolte che ho trovato nei cassetti del municipio fin dal primo giorno di insediamento. Quello che invece proprio non mi aspettavo, perché non l’ho vissuta così quando mi trovavo sui banchi dell’opposizione, è stata l’acredine e la cattiveria di alcuni esponenti della minoranza, e soprattutto la strategia del “tanto peggio tanto meglio” che hanno sistematicamente adottato: per il mio modo di essere e di concepire la politica, questo atteggiamento è stato davvero incomprensibile”.

C’è qualcosa di cui è completamente soddisfatto, e per contro c’è un rammarico particolare di non avere potuto portare a termine qualche obiettivo? “Tante sono le cose di cui sono soddisfatto: potrei citare la sistemazione di diverse aree urbane decentrate, il completamento di piazza Meschio, l’avvio delle procedure per il secondo stralcio della circonvallazione est (a completamento del cosiddetto traforo), l’avvio dei lavori per l’elettrificazione della ferrovia Vittorio – Conegliano, l’aumento in doppia cifra dei dati del turismo in città, la generosa partecipazione di cittadini, associazioni e aziende nell’organizzazione degli eventi del Centenario, l’operazione che porterà ad avere un nuovo campo di rugby vicino alla pista di atletica che abbiamo rinnovato, la sistemazione (o l’avvio) antisismica di ben 5 scuole… e per fortuna molto altro. Certo, ci sono anche cose che non abbiamo avuto il tempo o il modo di fare, per ragioni talvolta anche indipendenti da noi. Ma non scarico responsabilità. E ci sono risposte che mi rammarico di non essere riuscito a dare, specialmente a chi mi chiedeva aiuto per trovare un posto di lavoro.

Che città ha trovato all’avvio dopo 15 anni di amministrazione leghista e che città lascia ora al suo successore?  “Come detto prima, ho trovato una città con molte problematiche nascoste e chiusa in se stessa, tendente all’isolamento rispetto al mondo. Con cinque anni di duro lavoro abbiamo risolto molte problematiche e rilanciato, anche grazie allo straordinario risultato degli eventi del Centenario, l’immagine della città, che abbiamo presentato come viva, vivace, pulita, accogliente, ricca di cultura, storia e arte. Questa la città che lascio a chi verrà dopo di me. Ho trovato anche il regalo, purtroppo annunciato, dell’amministrazione leghista: il famoso derivato in base al quale, a fronte di circa 6,5 milioni di euro presi a prestito e spesi dalle giunte Scottà e Da Re, ora Vittorio Veneto, si trova a dover pagare oltre 10 milioni di euro. Se il mio successore dovesse ringraziare chi ha portato questa “dote”, non si deve dunque rivolgere a me, ma ai miei precedessori”.

Rispetto a quella che fece lei, che campagna elettorale le sembra quella portata avanti dai candidati attuali che domenica saranno al voto dei cittadini vittoriesi? “La mia campagna elettorale, come del resto i cinque anni di amministrazione che ne sono conseguiti, è stata portata avanti all’insegna della moderazione e della serenità. Mi sembra che quest’anno tutti i candidati, almeno fino ad oggi, siano su questa lunghezza d’onda, che reputo molto positiva. Cinque anni fa, non furono certo tutti così”.

Lei si è candidato come consigliere: dopo aver visto da vicino le difficoltà di amministrare, quale potrà essere il suo contributo in consiglio comunale in caso di elezione di Marco Dus, o se per qualche motivo fosse eletto in opposizione? “Tanti anni di amministrazione permettono di accumulare grande esperienza. Quando ho annunciato che non mi sarei candidato a sindaco, ho chiarito che non sarei stato disponibile per altri incarichi. Ma metto a disposizione di chi verrà questa mia esperienza, nel modo che riterranno opportuno e utile”.

La vicenda del vigneto vicino all’asilo: tornando indietro sarebbe stata gestita in modo diverso? “Abbiamo convintamente cercato la via del dialogo senza trovare disponibilità. Allora con determinazione abbiamo agito sul piano delle ordinanze, nonostante le minacce di ritorsioni legali. C’è da difendere la salute dei bambini e di chi lavora in quell’asilo, ma anche una categoria produttiva che annovera tante persone serie, per fortuna molte più degli speculatori del boom del Prosecco.  Chi dice che si poteva agire sul regolamento di polizia rurale è chi lo ha redatto e non lo ha fatto: comodo parlare ora. L’altra questione riguarda la Regione Veneto, che si erge a paladino della salute pubblica, ma nel concreto non ha mosso un dito per risolvere questa ed analoghe questioni”.

(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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