E’ stato dedicato all’ambiente dei territori tra Piave e Montello l’incontro promosso domenica 18 a Santa Maria della Vittoria da un gruppo di privati cittadini che hanno coinvolto alcune associazioni attive nella zona.
Fausto Pozzobon di Legambiente ha evidenziato i pericoli derivanti dalla moltiplicazione dei vigneti a ridosso del corso d’acqua o nella sua area di espansione, sottolineando come il sistema costituito dal Piave e dal Montello sia un insieme unico, a motivo delle profonde correlazioni idrogeologiche esistenti tra fiume e collina.
Dal punto di vista botanico sono in nuovi censimenti di specie vegetali e floreali, che stanno evidenziando la presenza di orchidee ed altre specie esotiche che hanno trovato nell’ambiente delle grave del Piave un loro habitat ideale.
L’ultimo a studiare il territorio con attenzione fu, più di un secolo fa, il botanico Pier Andrea Saccardo di Selva del Montello; secondo la biologa Katia Zanatta, impegnata nella mappatura dell’area, sarebbe fondamentale progettare uno spazio museale e didattico a scolaresche e alla popolazione per valorizzare un patrimonio altrimenti sconosciuto.
Mauro Moretto di Aria Nova e del coordinamento Coltiviamo Futuro impegnato contro l’inquinamento da pesticidi ha ripercorso la lunga vicenda del Cementificio di Pederobba (la più grande fonte emissiva della provincia), riferendo delle difficoltà in entrambi gli ambiti, a trovare le “correlazioni” tra l’inquinamento e i danni alla salute della popolazione esposta.
Un certo grado di inquinamento c’è certamente in entrambi gli ambiti. Le indagini delle autorità preposte a stabilire il nesso tra inquinamento e danni alla salute sono rare e insufficienti e sarebbero più tese a tranquillizzare che non a indagare effettivamente il fenomeno, come suggerirebbero varie indagini indipendenti e più sporadiche indagini ufficiali.
A parere dei partecipanti, tutti abitanti o frequentatori del Montello, il recupero dell’ex polveriera dovrà attingere a finanziamenti come quelli del progetto europeo C.S.Mont (Citizen Science MONitoring), in cui è entrata anche l’associazione “S.o.s. Anfibi”; si tratterebbe di valorizzare ed usare conoscenze e competenze di chi abita e conosce le caratteristiche del luogo o di associazioni naturalistiche per interventi mirati.
Non è mancato un riferimento al discusso progetto delle casse di espansione di Ciano, su cui ha preso parola Franco Nicoletti, presidente del Comitato contro le Grave del Piave, che ha definito assurda la colata di cemento prevista per i muraglioni e l’escavazione di centinaia di metri cubi di ghiaie lavate e pronte all’uso.
I promotori hanno in mente di riproporre queste tematiche in un convegno con tempi maggiormente distesi in cui affrontare gli argomenti trattati e dare sbocco operativo ad alcune proposte emerse.
(Foto: per gentile concessione di Maria Teresa Roda).
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