Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana Vendemiano Sartor, che ha voluto parlare del momento critico in cui le attività di artigianato si trovano:
Il lavoro è la variabile chiave per la Marca Trevigiana che riparte. Senza alcun distinguo d’importanza tra quello intellettuale e quello manuale, tra quello tecnico e quello amministrativo , tra lavoro dipendente e autonomo.
Un lavoro che non sarà più lo stesso, palcoscenico di equilibri inediti tra salute, sicurezza, produttività e reddito. Per questo serve un progetto di rilancio che abbia come precondizione la spinta alla sperimentazione e all’innovazione. Il silenzio, in questo senso, è assordante come il vuoto di proposte.
Non è la prima volta che l’impresa artigiana si confronta con una condizione di crisi. Quella del 2008 fu generata nelle segrete stanze del mondo finanziario, quella di oggi dall’emergenza sanitarie che ha falciato tante vite, ha inciso non solo sulla nostra economia ma nache sulla nostra libertà, modificando i nostri stili di vita.
C’è un filo conduttore che lega queste due crisi: le pensanti ricadute sull’economia reale, sulle imprese che producono reddito e lavoro, sui lavoratori stessi.
Questo 1° maggio deve essere, dunque, un momento speciale di riflessione. È infatti il lavoro la fonte certa di ricchezza per ciascuno, con il rispetto dell’equilibrio tra quanto uno vi investe in termini quali e quantitativi e ciò che gli deriva. Questo principio non può e non deve venire meno, eppure il rischio è proprio la rottura di questo principio.
Da troppo il nostro paese ha privilegiato la rendita al lavoro, questo non è più sostenibile. Il rischio delle derive sociali è dietro l’angolo. Si alimenta, in modo ancora sotterraneo, della criticità economiche, dei mancati sostegni al reddito, della mancanza di finanziamenti, della solitudine delle imprese. È, appunto, un silenzio assordante che deve arrivare forte e chiaro alle Istituzioni a tutti livelli.
Confartigianato, coerente con il proprio stile pragmatico e il proprio senso civico, non ha solo protestato, ma ha proposto soluzioni, puntuali e percorribili, sullo snodo della ripresa, ricercando la fattive collaborazioni con le istituzioni a tutti i livelli; ha proposto al Governo interventi per agevolare l’accesso al credito, tra questi l’innalzamento della soglia dell’importo coperto da garanzia al 100% del Fondo Centrale di Garanzia dagli attuali 25 mila a 100 mila euro.
Una cosa ci è terribilmente chiara: per superare la crisi faremo dei debiti e solo il lavoro ci consentirà di sanarli. Siamo chiamati tutti ad agire secondo il principio del rischio governato, a riprendere le nostre attività nel rispetto delle regole a tutela della salute. La paura non deve fermare la nostra capacità d’intraprendere, guai se l’arrestasse. Siamo il Paese della creatività per vocazione, siamo i professionisti della produzione, privarci di questi tratti distintivi significa negarci un futuro.
Fateci lavorare.
(Fonte: Confartigianato Imprese Marca Trevigiana).
(Foto: web).
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