Pipistrelli che valgono miliardi di dollari all’anno

Un esemplare di pipistrello

Che per i popoli mediterranei mangiare vada oltre la mera nutrizione è cosa ben nota. A tavola ci si conosce, si parla e ci si confronta ed è proprio per questo che qui mi interessa raccontare di una conversazione su noci, cioccolato e tequila.

Sono, appunto, a tavola (dove abbiamo sforato di molto il tempo medio italiano indicato dall’OCSE) con quattro ex studentesse e studenti nati in quattro città diverse: Treviso, Seattle, Pechino e Puebla. Italia, Stati Uniti, Cina e Messico. Pelle e acconciature diverse, vestiti e scarpe simili. Quarant’anni fa una fotografia di Oliviero Toscani, oggi, la normalità.

Questi quattro bellissimi cervelli sono accumunati dall’oggetto del loro lavoro: i “mammiferi alati“ ovvero i pipistrelli.

In Cina, dove ovviamente l’italiano si è trasferito appena laureato, stanno lavorando per affinare la conoscenza sulla loro ecolocalizzazione. Questa tecnologia, che imita il modo in cui i pipistrelli utilizzano i suoni per navigare e cacciare, viene impiegata per studiare la presenza e l’attività dei pipistrelli nelle fattorie. Utilizzando l’ecolocalizzazione e il campionamento del DNA del guano, sarà possibile identificare le diverse specie di pipistrelli e valutarne l’impatto sul controllo dei parassiti.

Dall’altra parte del mondo, i governi degli Stati Uniti e del Messico sono impegnati nello studio dell’ecologia e dell’etologia dei pipistrelli e della loro importanza per la biodiversità e per gli ecosistemi, in particolare per quanto riguarda l’agricoltura e la produzione di cibo. Anche qui si studia il ruolo essenziale dei pipistrelli nel controllo naturale dei parassiti, ma sono iniziati progetti specifici che riguardano ricerche sull’impollinazione di piante come banane, avocado e agave, e la dispersione dei semi di frutti come manghi e anacardi.

Inutile dire, o forse no, che qui si parla di miliardi di dollari all’anno. A questo ammonta il bilancio annuale di cibo che dipende dai pipistrelli ed è per questo motivo che “servono i pipistrellologi”.

Gioco forza, verso il dolce, finita l’ecologia e l’economia, si entra nel ruolo culturale umano dei “mammiferi alati”. Mentre scaccio fantasie di pipistrelli impigliati nei capelli e di nobili usciti dall’oltretomba, ascolto di come nell’arte e nella letteratura messicana i pipistrelli siano simboli di buona fortuna e felicità, esattamente come in Cina. Non saprei assolutamente ripetere il nome cinese per pipistrello, ma mi viene spiegato che è simile al nome per buona fortuna, rafforzando la reputazione del pipistrello come simbolo di fortuna e prosperità. Questo simbolismo è visibile in varie forme di arte, letteratura e mitologia, dove i pipistrelli sono associati ai cinque benedetti della vita: la salute, una lunga vita, la prosperità, l’amore della virtù e una morte naturale e tranquilla.

Penso che forse la morte naturale e tranquilla attribuita loro sia dovuta alla naturale immunità dei pipistrelli verso i terribili microorganismi mortali per la nostra specie. Ma chissà se le cose stanno proprio così. Provo a chiederlo mentre arrivano i caffè.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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