Alla scoperta del Kayak: intervista a Massimiliano Soster, 48enne di Valdobbiadene esperto di canoa

Nel territorio del Quartier del Piave si pratica il Kayak, lo sport acquatico su piccole imbarcazioni manovrate con l’utilizzo di un remo. Per capire meglio in cosa consiste questa disciplina Qdpnews.it  ha incontrato Massimiliano Soster, originario di Valdobbiadene e residente a Pederobba, 48 anni di professione patrocinatore stragiudiziale (professionista che si occupa di risarcimento danni), tra i responsabili del gruppo sportivo Kayak Piave.

Massimiliano come e quando è nata la tua passione per la canoa?
E’ iniziato tutto per gioco, per il piacere di muovermi in acqua nei territori in cui sono nato. Ho sempre prediletto attività all’aria aperta, e pian piano, è divenuto il mio sport preferito. Credo che come tutti i nati e cresciuti giocando nelle vicinanze di un corso d’acqua, che sia esso fiume o laghetto, lo portino nel cuore. L’esordio è stato nel 2002 grazie al Canoa Club Valdobbiadene, “storico” e tra i primi in Italia.

Dove ti rechi per praticare questo sport?
L’attività per me è iniziata nel tardo inverno con l’apprendimento della teoria ed i primi fondamenti in piscina a Valdobbiadene, imparando a conoscere i materiali e la tecnica, spostandomi poi nel fiume Piave e nei torrenti alpini. Con il migliorare della pratica mi sono spostato in tutta Italia ed all’estero, lungo il corso dell’arco alpino, in Francia, Svizzera, Austria, Slovenia ed anche in Corsica. Questa attività non ha limiti di età, la si può svolgere sui fiumi di pianura, laghi, mari, torrenti. Io personalmente prediligo fiumi e torrenti, dove il percorso è più dinamico ed adrenalinico, ma non disdegno la scoperta di un lago, una laguna oppure il mare di una costa Croata.

falze manifestazione
Quali emozioni si provano scendendo tra le acque?
In canoa si ha una visione del territorio circostante da tutta un’altra ottica ed il ritmo lo dà la tipologia del fiume o del torrente; le sensazioni sono molteplici: dal relax all’adrenalina. Inoltre c’è la possibilità di vedere scenari naturalistici stupendi ed immergersi in ambienti altrimenti inaccessibili.

È uno sport pericoloso oppure tutto si svolge in sicurezza?
Come in tutti gli sport ci sono dei presidi di sicurezza e si imparano delle regole di comportamento. Io ho frequentato corsi di Kayak e di Rafting ottenendo il brevetto di accompagnatore e guida, in maniera di potermi muovere in sicurezza in tutti gli ambienti.

Hai partecipato ad alcune gare?
Sì, ho partecipato una volta sola, lo scorso anno, nella regione del Kerala in India, vivendo nella giungla e convivendo con un vero monsone.

Hai fondato anche una associazione?
Assieme a degli amici ho fondato un’associazione sulle rive del Piave a Falzè, svolgendo attività di promozione del territorio e sport. Ora però non ne faccio più parte.

Per chi volesse provare il brivido di una discesa tra le acque a chi può rivolgersi?
Chi volesse avvicinarsi e provare questo sport può contattare: kayakpiave@gmail.com o vedere la pagina Facebook: “Kayak Piave”, chiamare il numero 346/3683217 oppure il 334/7780473. La nostra formula è semplice: durante l’inverno in piscina e poi, a seconda del gruppo, ci spostiamo nei fiumi o nei torrenti, in base al periodo ed ai livelli di preparazione dei corsisti.

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(Fonte: Antonella Callegaro © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione di Massimiliano Soster).
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