Alla scoperta del sesto continente con Conegliano Sub: “Sott’acqua un mondo infinito”

Lo chiamano “sesto continente”, quello sommerso. Un continente che in pochi hanno il privilegio di conoscere. Tra questi il Conegliano Sub, associazione che dal 1985 si propone di insegnare l’attività subacquea. Chiamarla scuola sarebbe riduttivo visto che il Club non manca di coinvolgere i suoi iscritti in molteplici uscite “sottomarine” e attività anche fuori dall’acqua. “Per certi aspetti siamo pane e salame – scherzano il presidente Riccardo Casonato (al centro nella foto sotto)  e l’istruttore Edoardo Dal Cin (primo da destra nella foto sotto)  – Siamo tutti mossi dalla passione, condividiamo lo stesso spirito e ci divertiamo insieme”.

“Negli anni abbiamo rilasciato circa 1.800 brevetti, dal primo livello a quello più avanzato – raccontano ospiti nella redazione di Qdpnews.it  – Quello base permette di raggiungere i 18 metri di profondità in condizione diurna. Per ottenerlo sono necessarie 5/6 lezioni di teoria, il superamento dell’esame e la prova in piscina, ad acque basse e profonde. A quel punto si è pronti per l’attività subacquea vera e propria: lo standard prevede 6 immersioni minime, ma non rilasciamo il brevetto fino a quando la persona non è realmente consapevole. Raggiunto il primo livello si possono ottenere quelli successivi, che consentono l’attività subacquea anche in notturna, senza comunque scendere sotto i 39 metri di profondità”.

Pieve di Soligo intervista conegliano sub

Quando è nata la vostra associazione e qual è il vostro scopo?
L’attività subacquea esiste da parecchi anni, anche se forse era poco conosciuta all’epoca della fondazione del nostro Club. Conegliano Sub è un’associazione sportiva dilettantistica senza fini di lucro nata nel 1985 per merito di alcuni appassionati che già praticavano questa disciplina. Per anni ci siamo affidati alla Fipsas (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquea), ma nel 2014 abbiamo scelto di avvicinarci ad una didadica più moderna, affiliandoci alla Snsi (Scuba and Nitrox Safety International). Il nostro scopo è quello di promuovere questo sport con i vantaggi che può avere un Club rispetto ad una normale scuola. Ogni servizio offerto è prevalentemente “al costo” e non ci fermiamo al rilascio di brevetti: organizziamo anche uscite, cene e momenti di aggregazione che la gente apprezza.

Nella vostra storia avete concesso circa 1.800 brevetti. Come si svolge la vostra attività?
La nostra è un’associazione quindi i nostri istruttori operano volontariamente. Ovviamente siamo tenuti a seguire corsi di aggiornamento: attualmente siamo in quattro certificati allo stato attivo. In tutto siamo circa un centinaio di soci e solitamente, contando i singoli partecipanti, organizziamo circa 800 immersioni all’anno. Le uscite avvengono in genere un paio di volte al mese e si svolgono nel week-end, nel periodo compreso tra maggio e novembre. Andiamo ovunque: in giornata ci rechiamo prevalentemente a Chioggia o a Sistiana, vicino a Trieste, ma anche in Croazia, nel Quarnaro, a Rovigno, a Pola.

Allo stesso tempo, però, organizzate anche uscite più lunghe…
E’ vero, per esempio tra un mese ci recheremo nel Mar Rosso, a Berenice. Si tratta di un’uscita che proponiamo ormai da otto anni. L’importante, comunque, è cambiare sempre la zona d’escursione, per garantire una certa diversità di percorso.

conegliano sub1

Cosa serve per diventare un subacqueo?
Nulla, se non un certificato medico di sana e robusta costituzione ed un brevetto. Prerequisiti fisici ed atletici non ne esistono. Non serve essere nè abili nuotatori, nè apnetisti. Non serve nemmeno saper stare a galla, perché possiamo insegnarlo noi e comunque è necessario indossare un giubbetto gonfiabile. E’ una disciplina aperta a maschi e femminine (nel nostro Club la proporzione è 60 a 40) e rivolta a tutte le età, a partire dai 10 anni.

Come si svolge un’immersione e cosa si prova trovandosi a certe profondità?
Le immersioni si svolgono in coppia. Ognuno controlla l’attrezzatura dell’altro, il suo assemblaggio, e segue un breefing pre-immersione, dove gli istruttori spiegano quale sarà il percorso e si stabilisce la coppia che aprirà e quella che chiuderà il gruppo. Le emozioni variano da persona a persona, ma ogni incontro è bellissimo, che si tratti di pesci o flora marina. Ovviamente dipende sempre dalla meta: nei nostri mari, ad esempio, è facile imbattersi in gronghi, astici e scorfani, mentre nei mari tropicali in tartarughe, squali, pesci pagliaccio.

Squali?
Lo squalo scappa quando ti vede. Dimentichiamoci del film “Shark”: non c’entra nulla. In generale, ogni pesce scappa, oppure rimane lì: non ti conosce, ti vede come un elemento non vivente e si fa avvicinare.

Conegliano sub3

Qual è l’incontro più emozionante che vi è capitato?
RC: Una volta, nel Mar Rosso, mi è capitato di raggiungere la coda di un branco di dentici, circa 300/400 esemplari che procedevano nella mia stessa direzione. Non si sono scomposti minimamente, anzi: si sono aperti e mi hanno lasciato entrare, così per centinaia di metri ho nuotato accanto a loro. E’ stato bellissimo. Purtroppo era l’ultima immersione di giornata, non era nemmeno in programma e nessuno aveva con sè una macchina fotografica.
EDC: E’ bello anche trovarsi nel mezzo di un “vortice” di barracuda. Capita spesso in Sicilia, ad Ustica, dove andremo anche quest’anno. E’ un pesce completamente innocuo, stretto e lungo. Anch’esso si muove in branchi di 300/400 unità e avvicinandosi piano piano e possibile infilarsi nel mezzo. Ma è un’emozione anche imbattersi in un bell’astice, in un paguro, in una bella aragosta o nei nudibranchi, delle piccole lumache di mare coloratissime. Ovviamente l’importante è guardare e non toccare.

E’ un’attività costosa o accessibile a tutti?
Non è così diverso dall’andare a sciare, anzi forse è più economica. Una volta acquistata l’attrezzatura personale, ovvero muta, pinne e calzari, le bombole possono essere tranquillamente noleggiate, in pochi la comprano, così come il giubbetto salvagente. Il costo è prevalentemente quello quello legato al corso per ottenere il brevetto, circa 300 euro, perché le normali attività non sono dispendiose. Una giornata in barca con due immersioni può costare tra i 50 e 70 euro, pranzo compreso. Un giornata in montagna, senza pranzo, è difficile pagarla così poco. Per un immersione da riva, invece, l’unica spesa è il servizio diving: 10, 15 euro al massimo per avere doccia, servizio logistico ed autorizzazione per entrare in acqua.

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Nell’attività subacquea è prevista anche una componenete agonistica?
E’ un’attività ricreativa: il più bravo subacqueo è quello che esce per ultimo dall’acqua. Significa che ha consumato meno ossigeno e quindi ha potuto prolungare l’immersione, godendosi maggiormente l’esperienza. Procedento più lentamente è più facile osservare il mondo che c’è intorno, non a caso lo chiamano il sesto continente. Si tratta di una disciplina, più che di uno sport, nella quale conta molto il fattore psicologico. Molti credono si sentirebbero soffocati a certe profondità, invece la sensazione che si prova è l’opposta: scopri un mondo infinito, non sei chiuso in una scatola.

In questo senso immagino che la preparazione sia fondamentale…
Il corso serve anche per superare eventuali paure. Una volta, spinta dal racconto entusiasta di un’amica, una ragazza venne da noi e ci disse: Vorrei provare anch’io, ma ho un problema: la fobia dell’acqua.  Alla fine l’ha superata ed è riuscita ad immergersi. Molto lentamente, con pazienza, ce l’ha fatta. L’importante è capire che le fobie sono fermi psicologici da superare e spesso dietro la paura non c’è nulla. Quando qualcuno decide di mettersi in gioco e raggiunge l’obiettivo non vinciamo noi istruttori, ma la persona stessa.

(Fonte: Mattia Vettoretti © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it ® riproduzione riservata).
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