“Il Governo è consapevole del fatto che la solidità della ripresa dipende prima di tutto dalla capacità di superare le emergenze del momento. La situazione epidemiologica è in forte miglioramento, grazie al successo della campagna vaccinale, e ci offre margini per rimuovere le restrizioni residue alla vita di cittadini e imprese. Voglio annunciare che è intenzione del Governo non prorogare lo stato d’emergenza oltre il 31 marzo“.
Lo ha detto oggi mercoledì il presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, ripreso dall’agenzia Ansa. “Metteremo gradualmente fine all’obbligo di utilizzo del certificato verde rafforzato, a partire dalle attività all’aperto – tra cui fiere, sport, feste e spettacoli. Continueremo a monitorare con attenzione la situazione pandemica, pronti a intervenire in caso di recrudescenze” precisa il premier. “Il nostro obiettivo è riaprire del tutto, al più presto”.
Draghi è arrivato al convento di Santa Maria Novella a Firenze per l’apertura dell’incontro ‘Mediterraneo frontiera di pace’ che riunisce vescovi e sindaci di più Stati da oggi a domenica.
Le reazioni alle parole del premier non si sono fatte attendere, nemmeno in Veneto. “Che lo stato di emergenza non verrà prorogato è una buona notizia. Se sarà confermato è veramente un bel segnale”. Così il presidente della Regione Luca Zaia ha accolto le dichiarazioni espresse dal presidente del Consiglio.
“Oggi le condizioni del contagio ci permettono di dire che siamo entrati nella fase di convivenza – prosegue il governatore del Veneto -. Anche con questo provvedimento, quindi, si va a infondere maggiore fiducia nella popolazione e a decretare quel percorso che tutti abbiamo auspicato e che ora può finalmente avere inizio”.
“I dati, del resto, ci dicono che nonostante i tamponi confermino che ci sono ancora tanti contagi – conclude Zaia – la stragrande maggioranza sono asintomatici e, in queste ultime settimane, non si traducono in eccessivi ricoveri. C’è quindi da evidenziare che il virus è cambiato e sono mutate anche le ricadute sulle strutture ospedaliere, tanto è vero che il Veneto ha già riaperto alle visite dei familiari e avviato il programma per il recupero delle prestazioni specialistiche ambulatoriali”.
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