Domani tornano le lezioni online. Donazzan: “La didattica a distanza è il fallimento della politica”

“La didattica a distanza è il fallimento della politica”: lo ha affermato in una recente intervista Elena Donazzan (nella foto), assessore all’istruzione, alla formazione e al lavoro della Regione Veneto.

La Dad è il fallimento della politica, che ormai ha perso ogni credibilità e autorevolezza – ha spiegato l’assessore Donazzan – Un anno dopo non siamo al punto di prima, siamo messi peggio: studenti, genitori e insegnanti sono sull’orlo di una crisi di nervi, il clima è esasperato”.

L’assessore all’istruzione del Veneto ha voluto riportare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle difficoltà delle famiglie, delle scuole e degli studenti che da domani riprenderanno le lezioni online in un clima diverso rispetto a un anno fa.

L’anno scorso la didattica a distanza, realtà con la quale molti studenti delle scuole superiori del Veneto convivono da mesi, poteva rappresentare una nuova sfida, mentre ora va ad aggravare una condizione molto difficile per tanti genitori che si sono dovuti organizzare per far fronte ad una situazione molto complessa.

Soprattutto per i genitori lavoratori, infatti, da domani inizia una specie di calvario perché non tutti possono beneficiare dell’aiuto dei nonni o dei parenti nei momenti in cui sono fuori da casa per lavoro.

Tante le preoccupazioni legate alla prosecuzione dell’anno scolastico, al gap educativo e formativo, alle reazioni dei bambini alle lezioni online e alla poca concentrazione degli studenti costretti a seguire i docenti dallo schermo di un pc.

Le scuole non si sono fatte trovare impreparate davanti a questa nuova sfida e l’impegno organizzativo dei dirigenti scolastici, del personale di segreteria e degli insegnanti è stato importante e non privo di difficoltà.

Rispetto al 2020, però, le famiglie sono meno collaborative e non sono mancate le prime reazioni e manifestazioni di studenti e genitori che hanno voluto sottolineare la loro contrarietà alla didattica a distanza.

Purtroppo le autorità politiche e sanitarie hanno preso la decisione di chiudere le scuole non perché nelle stesse non sia stato possibile contenere i contagi, ma perché il trasporto da casa a scuola e la vita di relazione nei pressi degli istituti scolastici hanno fatto crescere la curva del Covid con la possibilità di moltiplicare a dismisura i nuovi positivi.

Per poter affrontare questa nuova fase della pandemia servirà l’aiuto di tutti e sarà importante collaborare con le scuole, senza pretendere che tutto funzioni bene fin dall’inizio, ed evitando di “crocifiggere” dirigenti scolastici e insegnanti che hanno bisogno del sostegno di tutta la comunità per fare bene il loro lavoro.

 (Foto: archivio Qdpnews.it).
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