Il Covid Sars 19 e le doverose misure antipandemiche adottate in conseguenza dell’epidemia hanno senza dubbio generato gravi problemi, in primis di natura epidemiologico-sanitaria ed economica.
Ma l’avvocato penalista e docente di Criminologia all’università di Trieste Danilo Riponti ha più volte sottolineato che sono stati “trascurati, se non addirittura talvolta ignorati, i problemi e le complesse ricadute psicosociali” che la pandemia ha causato, e non solamente nella sua fase più acuta, ma anche nel periodo successivo, e in attualità.
“Il premio Nobel per la medicina nel 1996 Peter Charles Doherty ha definito la pandemia come la piaga dell’anno – sottolinea Riponti – ed è indubbio che abbia determinato delle problematiche nella società civile che non possiamo sottovalutare”.
“Non solo l’epidemia Covid 19 in senso stretto, ma anche una sindrome che si è verificata successivamente e si sta ancora verificando, denominata LC PASC, ossia il long-covid post acute sequelae Covid, – continua l’avvocato – ha creato dei gravi disturbi nelle persone, dal punto di vista psicologico, sia individuale che sociale, oltre che sanitario”.
“In effetti si sta constatando quotidianamente che la negativizzazione dopo il contagio da Covid non pone fine al problema – prosegue Riponti – anzi si devono constatare effetti e patologie eziologicamente correlati, oltre a disagi psichici e relazionali: una sorta di piaga nascosta, in quanto ciò che viene dopo la malattia in fase acuta è oscurato dal desiderio di guarigione e dalla speranza che negativizzazione corrisponda la fine totale di un grave problema”.
“La scienza medica e le più autorevoli Riviste mediche mondiali (per es. The Lancet) hanno individuato in modo scientifico alcuni effetti frequenti che avvengono dopo la negativizzazione e che causano una serie di conseguenze su base somatica, soprattutto aventi natura cardiaca e/articolare – continua Riponti – ma tra le quali ci sono anche delle ripercussioni neuropsichiatriche, di estremo interesse sotto il profilo criminologico, in quanto ad esse si sono ricollegate sensibili recrudescenze, evidenti sul piano statistico, nella perpetrazione di specifici reati collegati ai disturbi de quibus”.
Riponti ha sempre sottolineato come la pandemia abbia influenzato e ampliato numerose e precise tipologie di fatti criminosi, per motivazioni che le scienze criminologiche consentono di affrontare e analizzare con metodologie rigorosamente scientifiche. Nelle prossime puntate del podcast “Lezioni di Criminologia” vedremo il motivo.
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