Il possibile cambio di fascia per il Veneto, con il “temuto” passaggio dalla zona bianca alla zona gialla, potrà condizionare le prossime vacanze natalizie dei veneti e dei turisti che arriveranno nelle località montane e nelle città d’arte della Regione?
L’assessore alla sanità della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, ne ha parlato ieri mattina durante un’intervista in diretta su TGcom 24.
“Sicuramente c’è preoccupazione perché abbiamo visto questo numero crescente di casi – ha affermato Lanzarin – Oggi abbiamo 2.500 positivi rispetto ai 3 mila di ieri ma comunque sempre numeri in crescita. Abbiamo visto che, dai dati della cabina di regia di ieri, siamo già al 10% di occupazione delle terapie intensive e all’8% nell’area non critica. Vuol dire che i livelli del 10% (soglia di occupazione delle terapie intensive per passare in fascia gialla) sono già superati di fatto e, vedendo gli ingressi quotidiani, abbiamo circa 20 ingressi in ospedale al giorno, è chiaro che arriveremo presto all’area gialla secondo noi”.
Lanzarin ha detto che tra 10-15 giorni il Veneto potrebbe passare in area gialla e la Regione sta facendo il possibile per accelerare molto sulle vaccinazioni.
“Le terze dosi sono aumentate tantissimo – aggiunge -, il bollettino di questa mattina parla di 45 mila nuove vaccinazioni (3.200 prime dosi e 40 mila terze dosi) e poi stiamo attuando tutte le misure necessarie. Noi abbiamo visto un aumento di oltre il 50% delle prime dosi: noi avevamo uno zoccolo di 658 mila persone non vaccinate e siamo già a 630 mila-625 mila persone. Viaggiamo dalle 2 mila alle 3 mila nuove dosi al giorno. Questo sicuramente è dovuto all’effetto delle nuove applicazioni e restrizioni, io immagino, e quindi è positivo da questo punto di vista”.
Rispetto alle vaccinazioni dei bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni, l’assessore alla Sanità della Regione Veneto ha parlato del piano per mettere in campo i medici di famiglia.
“Io ho fatto un incontro un paio di giorni fa con i pediatri di libera scelta – continua Lanzarin -, in Veneto sono 525, proprio per coinvolgerli in maniera diversa in questa vaccinazione, anche perché sappiamo che è una vaccinazione molto delicata che deve essere accompagnata. È chiaro che il pediatra che conosce il bambino, l’assistito e la famiglia lo può accompagnare in questo percorso. In Veneto la platea sarebbe di circa 300 mila bambini (5-11 anni): noi abbiamo già un accordo siglato precedentemente che prevede tre modalità di effettuazione della somministrazione”.
La vaccinazione per i bambini potrebbe essere effettuata all’interno degli ambulatori dei pediatri oppure con delle linee dedicate all’interno degli hub vaccinali del Veneto, gestiti direttamente da questi medici.
In merito alla probabile “linea dura nei confronti dei no vax”, con un presunto annuncio del presidente Zaia sul fatto che non verranno più effettuati i tamponi a queste persone, l’assessore ha voluto chiarire bene la questione.
“Questo è un fraintendimento – sottolinea Lanzarin -, noi non abbiamo mai detto che non effettuiamo i tamponi ai no vax. Le nostre aziende sanitarie e i nostri direttori generali hanno detto che, siccome abbiamo una situazione oggi di molta pressione e con un sistema molto teso, dobbiamo cercare di mantenere in equilibrio questo sistema. Dobbiamo tracciare tutti i casi positivi asintomatici e i loro contatti e dobbiamo essere puntuali con l’effettuazione dello screen nelle scuole: oggi siamo molto tirati”.
“Siccome il tampone a pagamento si può fare anche in farmacia – prosegue -, abbiamo più di mille farmacie che effettuano questa misura, allora le nostre aziende sanitarie hanno detto: ‘ci concentriamo su questo e quindi diluiamo un po’ di più le persone che devono fare il tampone a pagamento e chi il Green pass, perché c’è l’alternativa della farmacia’. Ma non abbiamo mai detto ‘chiudiamo completamente ai no vax o a chi non sceglie questa strada’. È un’interpretazione completamente sbagliata anche perché, ricordiamolo, noi siamo la Regione che fa più tamponi in assoluto”.
Lanzarin non ritiene che l’obbligo vaccinale possa risolvere il problema e per lei è giusto responsabilizzare le persone e creare dei percorsi affinché le stesse si convincano che la vaccinazione oggi è l’unica arma contro l’infezione.
“L’obbligo vaccinale abbiamo visto che comunque ha dei limiti di controllo e quindi è chiaro che oggi noi dobbiamo agire con una forma di responsabilizzazione e anche se vogliamo, in questo caso, di solidarietà e responsabilità sociale – ha concluso – Sono certa che il Veneto riuscirà a dar via all’apertura della stagione sciistica in sicurezza. Io coordino il gruppo nazionale delle cinque Regioni sulle linee guida: abbiamo lavorato molto per le ultime linee guida anche per l’apertura degli impianti di risalita. Le nostre aziende e tutti i nostri operatori sono pronti e attrezzati per poter rispondere a tutte le esigenze”.
Il Veneto sta lavorando con la Prevenzione anche per un protocollo specifico qualora ci dovessero essere dei casi di positivi all’interno di strutture o alberghi.
(Foto: TGcom 24).
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