“Il primo segreto per coltivare l’ulivo? Volergli bene”: nell’oliveto dei Raffaelli di Persignano, una lezione con il dottor Alberton

L’oliveto della famiglia Raffaelli di Persignano
L’oliveto della famiglia Raffaelli di Persignano

È stata un successo l’iniziativa all’aperto organizzata dall’amministrazione comunale e in particolare dall’assessorato all’agricoltura, rappresentato da Franco Dalla Rosa: un sabato pomeriggio trascorso tra le fronde degli ulivi per comprendere come prendersene cura al meglio.

I partecipanti, che erano più numerosi degli anni scorsi anche alla conferenza teorica di giovedì sera, si sono ritrovati a Casella d’Asolo nelle vicinanze di via le Marze, tra gli ulivi della famiglia Raffaelli di Persignano, per approfondire con un esperto il tema della potatura, ma anticipando anche quello relativo ai trattamenti e alla raccolta.

La famiglia Raffaelli di Persignano con il vicesindaco di Asolo Franco Dalla Rosa

Il dottor Giovanni Alberton, agronomo e grande conoscitore dell’ulivo, ha raccontato quali siano gli aspetti più importanti da tenere in considerazione: prima di tutto però, l’esperto ha messo in chiaro che il vero segreto sta nell’avere a cuore le piante, che “fanno innamorare” ma vanno trattate come bambini.

“Fare una potatura corretta è la base, ma anche pensare alla concimazione organica o minerale misto organica è necessario – ha spiegato, – per la solo organica bisognava già averla effettuata a novembre dell’anno scorso, ma quella mista si può operare anche in questi giorni, per via fogliare”.

“Di importante, in questa giornata, c’è che abbiamo notato molti più interessati rispetto all’anno scorso – segnala il vicesindaco Dalla Rosa, – questo è un segnale di quanto quest’attenzione per l’olivicoltura stia ritornando in queste zone. Molte di queste persone hanno piccoli appezzamenti o addirittura poche piante, ma vengono qui per capire come trattarle al meglio e con passione”.

Questa tendenza, ripartita soprattutto grazie all’idea dei maserini Franco Vettoretti e Remo Vettoruzzo, si è consolidata anche grazie all’istituzione di Tapa Olearia e all’opera di valorizzazione dell’olio locale, che è risultato tra i più apprezzati a livello nazionale.

“L’olivo è una pianta che fa bello, che fa paesaggio – ha continuato a dire il vicesindaco – Qui questa tradizione c’era già anticamente, assieme al ciliegio, che caratterizzava l’inizio della primavera con i suoi fiori bianchi. Noi, come le altre amministrazioni vicine, abbiamo tutto l’interesse che si mantengano queste biodiversità e che anzi vengano valorizzate”.

La famiglia Raffaelli, al termine della lezione, ha allestito una degustazione di oli, consentendo ai presenti di confrontare il gusto dell’olio della Pedemontana del Grappa con quello abruzzese, di Teramo, dove la famiglia mantiene un altro oliveto di pregio.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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