Rapina del Rolex, il figlio dell’anziana coneglianese: “Ringrazio i Carabinieri”. L’appello dell’Arma: “Chi riconosce l’arrestato ci chiami”

Il maggiore Zampolli e, nel riquadro, il 35enne arrestato

“Voglio ringraziare i Carabinieri di Castelfranco Veneto per il loro tempestivo intervento e per l’arresto dell’uomo che ha rapinato mia mamma”. Sono queste le parole del figlio dell’84enne coneglianese a cui martedì un 35enne di Vedelago ha rubato un Rolex del valore di 10 mila euro. La donna ha riportato anche alcune escoriazioni al braccio, e suo figlio aggiunge “che ancora oggi il polso è gonfio”.

Il pedinamento e l’arresto in flagranza di reato

Le scene dell’arresto dell’uomo sono degne dei migliori film polizieschi: dieci Carabinieri, tutti in borghese, hanno seguito l’uomo fin dall’uscita di casa. I militari dell’Arma lo tenevano d’occhio da giorni e lo hanno pedinato anche martedì quando, verso le 8.30, è salito in macchina da solo e ha raggiunto Conegliano. Il pedinamento è continuato fino alle 15, quando l’uomo ha rapinato l’84enne.

L’uomo era spesso al telefono: molto probabilmente in attesa del “via libera” della complice che telefonava a numerose donne dicendo loro – in perfetto dialetto veneto – di essere la nipote che aveva fatto un grave incidente, aggiungendo che da li a poco sarebbe arrivata a casa una persona a cui doveva dare soldi e gioielli per evitare importanti azioni legali

Nel caso di Conegliano l’uomo ha suonato al campanello dell’anziana dopo pochi secondi dal termine della telefonata, spacciandosi per un carabiniere. Accertato che la donna non aveva soldi in casa, l’uomo le avrebbe strappato con forza l’orologio, andandosene.

Alla scena hanno assistito anche i Carabinieri in attesa di qualche “passo falso” dell’uomo. Due di loro, quelli che lo hanno arrestato, si erano travestiti da operai per avvicinarlo il più possibile senza destare sospetto.

Al momento dell’arresto, l’uomo avrebbe provato a convincere i militari che l’orologio fosse di sua proprietà nonostante fosse un modello da donna. Ora gli inquirenti stanno indagando per risalire alla complice. Al 35enne sono stati sequestrati due cellulari; nella sua abitazione non è stato trovato materiale rubato.

Fondamentale anche la presenza di un Carabiniere donna che ha immediatamente instaurato un rapporto empatico con l’anziana, tranquillizzandola.

Le indagini proseguono

Il sospetto degli inquirenti è che quello a Conegliano non sia il primo furto da parte della coppia. Per questo motivo il maggiore Enrico Zampolli rivolge un appello ai cittadini: “In accordo con l’Autorità giudiziaria abbiamo deciso di divulgare la foto dell’uomo per chiedere alle vittime di reati simili, anche a quelle che abbiano solamente ricevuto una telefonata da una finta nipote, di chiamare i Carabinieri di Castelfranco Veneto per poter proseguire le indagini”.

L’appello è condiviso anche dal figlio dell’anziana vittima, il quale sottolinea come “denunciare sia l’unico modo per far si che questo non avvenga più”.

Le operazioni di prevenzione dei Carabinieri per questo genere di reati

Continuano da parte dei Carabinieri del Comando provinciale gli incontri pubblici nei Comuni della Marca per sensibilizzare i più anziani contro questo tipo di truffe. I militari dell’Arma consigliano di non aprire a nessun sconosciuto, di non dare dati sensibili al telefono e di chiamare le Forze dell’ordine al minimo sospetto.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata e Carabinieri Treviso).
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