Capita che fin da piccoli nonni e genitori, passando per Collalto a Susegana, ci raccontino la storia della sfortunata Bianca di Collalto.
Una leggenda che narra la vicenda di una giovane ancella, murata viva per gelosia da una contessa all’epoca delle crociate. Una vicenda che sarà al centro dell’opera “Bianca di Collalto”, organizzata dal Corocastel, in collaborazione con l’associazione Dama Castellana di Conegliano, il patrocinio dell’amministrazione comunale, il supporto di vari sponsor, tra cui Banca Prealpi SanBiagio.
L’appuntamento è per sabato 14 ottobre alle ore 21, al Teatro Accademia della città.
La storia racconta che per lungo tempo le famiglie nobiliari dei Da Camino e dei Collalto si fecero guerra. Ma a mettere la parola “fine” a questi conflitti e a riappacificare i rapporti tra i due casati, fu il matrimonio tra Tolberto di Collalto e Aicha Da Camino.
Bianca e Tolberto erano “fratelli di latte”, perché la madre della ragazza aveva allattato il piccolo conte. Bianca quindi crebbe con i figli del conte di Collalto e, per questo motivo, Tolberto decise di metterla a capo della servitù femminile della sua neosposa.
Quest’ultima era molto gelosa e lo dimostrò tragicamente quando Tolberto fu in partenza per le crociate: il conte si recò nella stanza della moglie, per salutarla. Lì era presente anche Bianca, impegnata nel pettinare la chioma della contessa.
Alla vista del conte in partenza per la guerra, le scese una lacrima sul viso, in segno di affetto. Un particolare che non sfuggì ad Aicha la quale, una volta partito il marito, fece imprigionare Bianca e, successivamente, ordinò che fosse murata viva in una delle torri del castello di Collalto.
Sempre la leggenda narra che, nel corso del tempo, il fantasma di Bianca sia apparso ai membri della famiglia Collalto, vestita di bianco per annunciare delle gioie e, al contrario, vestita di nero per annunciare delle sciagure.
In un’intervista rilasciata nel 1925 da Maria di Collalto, quest’ultima raccontò che il padre aveva fatto fare delle ricerche nelle torri del castello di Collalto: venne trovato solo un anfratto, dove potenzialmente poteva stare una giovane ragazza, ma non vennero trovate tracce di ossa.
Lo spettacolo all’Accademia
L’opera si basa sul libretto di Nicola Bergamo, con la direzione artistica di Giorgio Susana.
“Credo che sia qualcosa di ambizioso, complimenti a tutti – le parole del sindaco Fabio Chies – Questo è il connubio che mette vicino due realtà storiche per la città, due realtà con sede in edifici comunali”.
“Non c’era stata prima questa proposta a Conegliano – ha spiegato Renato Cais, presidente del Corocastel, che torna all’Accademia dopo 5 anni – Tutto nasce da una proposta di collaborazione tra due realtà unite da un unico denominatore e che decidono di collaborare. Quest’opera va a sostituire il classico concerto di autunno. Abbiamo avuto il tutto esaurito già 10 giorni prima dell’iniziativa. Ringrazio tutti per la disponibilità dimostrata”.
“Ci saranno gli artisti in costume della Dama castellana – ha specificato Giorgio Susana – Non ci sarà azione scenica, solo cori e orchestra, con qualche dialogo. Ci saranno tre cantanti protagonisti e una cinquantina di artisti. Ad aprire l’opera un monologo iniziale, con Bianca Padoin, sulla leggenda di Bianca di Collalto”.
E poi ci saranno Alessia Tavian (Bianca), Elvira Cadorin (Aicha), Michele Manfrè (Tolberto), Renato Fighera (narratore), Mattia Tonon e Valentina Meneghetti (violini), Igor Dario (viola), Alan Dario (violoncello), Daniele Carnio (contrabbasso), Roberto Tonon (flauto traverso), Davide Da Ros (pianoforte), Gianni Casagrande (percussioni), Corocastel (popolo), Fabrizio “Fabi” Crico (lighting designer).
I figuranti della Dama Castellana, assieme a tamburi e sbandieratori, faranno uno spettacolo in piazza Cima dalle 20.15 alle 20.30, per poi accompagnare il pubblico verso l’ingresso al teatro.
Ci sarà un’alternanza tra brani solisti e d’orchestra, tra melodie medievali, tango argentino e arie d’epoca.
“La figura di Bianca nei secoli è stata trattata come un mito, da cui estrarre altri significati – ha spiegato il librettista Nicola Bergamo – Ne parla anche Gaspara Stampa, innamorata di un conte di Collalto e, per questo, prende le parti della moglie Aicha. La storia è stata ripresa anche durante il Romanticismo inglese: gli autori hanno trattato il tema come era consono nelle loro epoche”.
“Tra Bianca e Tolberto fu affetto o tradimento? Io ho scelto la via dell’affetto, ma un mito ha sempre qualcosa da dire”, ha aggiunto.
“Siamo entusiasti di questa nostra prima esperienza – ha affermato Antonio Fiorot dell’associazione Dama Castellana – Mi auguro che il nostro spettacolo possa dare un contributo alla manifestazione”.
“Le associazioni si sanno sempre mantenere presenti nel nostro territorio, – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Cristina Sardi – rinnovandosi continuamente. La musica e la scenografia sono un connubio bellissimo”.
(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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