Il 4 novembre, Giorno dell’Unità nazionale e Giornata delle Forze armate, è un appuntamento con la memoria che nei territori del Piave ha un sapore diverso. Nel cuore di quello che fu il teatro di scontro fra l’esercito italiano e quello austro-ungarico durante la prima Guerra mondiale, l’omaggio a chi sacrificò la vita per la libertà unisce vecchie e nuove generazioni. Il rischio che con gli anni la ricorrenza si trasformi in un rito stanco e che il ricordo man mano sbiadisca, si scongiura con l’esercizio costante di memoria, quanto mai attuale in un momento storico in cui lo spettro della guerra torna a minacciare l’Europa.
Centoquattro anni fa, il 4 novembre 1918, l’Armistizio di Villa Giusti (Padova) entrò in vigore portando a compimento il processo di unificazione nazionale iniziato in epoca risorgimentale. Feroce la lotta di resistenza opposta dal Regio esercito italiano lungo la linea del Piave macchiata dal sangue di migliaia di giovani soldati i cui nomi compaiono sulle lapidi e sui monumenti ai Caduti che campeggiano sulle piazze della Marca. Con il Regio decreto risalente al 23 ottobre 1922, il 4 Novembre fu dichiarato festa nazionale.
A Pieve di Soligo la giornata di omaggio ai Caduti è iniziata con l’alzabandiera alla Scuola dell’Infanzia Maria Bambina, seguito dalla deposizione di una corona di alloro a Casa Bussoli e dalla Santa Messa in Duomo. Non è mancato l’omaggio floreale alla Madonna degli Alpini e infine l’Alzabandiera e la deposizione della corona d’alloro ai piedi del Monumento ai Caduti seguito dai discorsi delle autorità.
“Una festa nazionale sentita che si lega alla storia del nostro territorio, teatro dell’ultima battaglia prima della liberazione. Abbiamo chiesto ai cittadini di celebrarla con noi, in ricordo del sacrificio di chi ha dato la vita per garantirci libertà. Proprio il fronte del Piave e la resistenza sul Montello ha spianato la strada alla firma del trattato di pace a Villa Giusti” commenta a margine della cerimonia il sindaco di Pieve di Soligo Stefano Soldan. “Un’occasione per ricordare i soldati caduti ma anche il sacrificio della popolazione civile che, in particolare in tutta la sinistra Piave occupata dall’esercito austro-ungarico, pagò a caro prezzo l’occupazione tra fame e privazioni”.
Non esposta durante la celebrazione ma da ora in poi conservata in municipio, Soldan ha ricordato il valore simbolico di una foto del 1959 rinvenuta dal pievigino Pierino Gerlin che ritrae l’ex ministro e parlamentare Francesco Fabbri con i reduci della prima e della seconda Guerra mondiale di fronte al Cinema Teatro Careni di Pieve di Soligo.
Fra le autorità presenti questa mattina a Pieve di Soligo anche il presidente dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta in Consiglio regionale, Alberto Villanova: “Una festa che per la mancata chiusura delle scuole rischia di essere depotenziata – ha detto – e che tuttavia dobbiamo impegnarci a tenere viva, in particolare coinvolgendo giovani e studenti in una riflessione sulla pace d’incredibile attualità pensando a ciò che sta accadendo in Ucraina”.
Preziosa infine la testimonianza di Mario Collet, presidente della rinata associazione nazionale Cavalieri dell’Ordine di Vittorio Veneto e sindaco di Follina. “Sulle ginocchia del nonno sono cresciuto ascoltando i racconti di guerra. Apparteneva alla Cavalleria dei Lanceri di Montebello, fu uno dei primi ad entrare a Vittorio Veneto il 3 novembre. Mi donò la sua medaglietta d’oro prima di morire”.
Dopo la cerimonia è seguito un rinfresco a cura del Gruppo Alpini di Pieve di Soligo nel porticato dell’Osteria La Loggia.
Celebrazioni per il 4 Novembre si sono svolte anche negli altri Comuni della Marca trevigiana, tra i quali Farra di Soligo, Pieve del Grappa, Santa Lucia di Piave e Vittorio Veneto.
“La giornata è anche celebrazione dell’Unità d’Italia – ha dichiarato il sindaco di Vittorio Veneto Antonio Miatto durante il suo discorso commemorativo, nel quale ha inserito anche evidenti riferimenti all’attualità politica del Paese – che a causa delle enormi difficoltà economiche presenti che tendono all’aggravamento, a causa della mancanza dello Stato su ampie porzioni di territorio, a causa di enormi differenze nell’efficienza amministrativa, a causa di disparità ormai inaccettabili nei trattamenti riservati ai diversi territori, abbisogna di nuove forme amministrative differenziate, ormai imprescindibili per garantire, in futuro, l’unità dello Stato”.
“L’Autonomia è l’unica ricetta possibile per garantire l’unità del Paese nel tempo – continua -. La responsabilizzazione amministrativa nei singoli territori è l’unica modalità per riprendere un omogeneo cammino di crescita. La speranza in un radicale cambiamento è la forza che ha guidato gli italiani ad abbarbicarsi alle diverse proposte che, nelle ultime tornate elettorali, hanno visto premiare nuove visioni o mai sperimentate. Credo proprio che non servano le guerre per cambiare ma sia sufficiente la lucidità di chi governa unita al disinteresse personale del singolo. I vittoriesi si ritroveranno ancora in questa piazza negli anni a venire e io mi auguro che possano farlo avendo già ravvisato significativi passi in avanti della nostra società, che abbia dimostrato di saper progredire rispetto alla base territoriale e amministrativa ricevute comunque frutto dei sacrifici dei nostri padri e nonni”. Alla cerimonia vittoriese erano presenti diverse autorità civili, tra le quali i parlamentari Gianangelo Bof e Piero Fassino e l’eurodeputato Gianantonio Da Re, e militari.
Anche a Treviso si sono svolte questa mattina le cerimonie per la ricorrenza della Festa dell’Unità nazionale e delle Forze armate.
Alle celebrazioni, che hanno visto la partecipazione di numerosi cittadini e di rappresentanze studentesche, hanno preso parte le massime Autorità locali, civili e militari, alcuni parlamentari e consiglieri regionali eletti in provincia, nonché i rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e d’Arma.
La manifestazione pubblica, organizzata dalla Sezione Rifornimenti e Mantenimento di Treviso (Serimant) e dal Comune di Treviso, con il coordinamento della Prefettura, si è articolata in due diversi momenti e luoghi del centro cittadino. Alle ore 10 in Piazza della Vittoria ha avuto inizio la prima parte delle celebrazioni, che si è svolta con l’Onore ai Caduti e la deposizione delle Corone d’Alloro al Monumento ai Caduti. Successivamente, alle 10.30 in Piazza dei Signori si è tenuto il secondo momento celebrativo, iniziato con l’Alzabandiera – significativamente eseguito dai rappresentanti della Consulta provinciale degli Studenti – e proseguito con la lettura del messaggio del capo dello Stato Sergio Mattarella.
Di seguito hanno preso la parola il prefetto Angelo Sidoti, il sindaco di Treviso Mario Conte e il Col. Marco Fiore, direttore della Sezione Rifornimenti e Mantenimento di Treviso, quale massima autorità militare.
Nel suo intervento, Sidoti ha onorato la memoria dei Caduti civili e militari di tutte le guerre, evidenziando come “sia giusto ricordare il passato per liberarci da ogni tossina di odio e di paura: ricordare e rielaborare, maturare nella nostra coscienza quanto avvenuto per costruire consapevolmente un futuro illuminato dai principi per cui tanti si batterono e caddero: unità, libertà, democrazia, uguaglianza e solidarietà”.
La cerimonia è stata anche l’occasione per conferire un Attestato di Pubblica Benemerenza al Merito Civile concesso alla Signora Elisabetta Piazza per essere prontamente intervenuta ad assistere una persona in procinto di suicidarsi, salvandogli così la vita.
Anche il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha commentato la Festa delle Forze armate: “Anche quest’anno a FieraCavalli sono numerose le uniformi delle Forze armate e dei Corpi di polizia, in rappresentanza dei rispettivi reparti montati; immagine di una tradizione antica che si traduce in un servizio alla collettività sempre più al passo con i tempi. Alla grande manifestazione di Verona si conferma quel legame tra società e cittadini in divisa che assume particolare valore oggi nella giornata dedicata agli uomini e alle donne con le stellette. A loro invio gli auguri dei veneti per la ricorrenza e un grazie per il servizio che svolgono a vantaggio della sicurezza anche internazionale” afferma Zaia.
“La data odierna è quella che per i nostri nonni riportava alla memoria le sofferenze e le fatiche di una guerra lontana che ha toccato da vicino la nostra regione – conclude -. Oggi è l’occasione per dimostrare apprezzamento verso il ruolo svolto dalle Forze armate, protagoniste delle principali missioni di pace in tutto il mondo, di importanti interventi a tutela e difesa dei cittadini, di una presenza costante in moltissimi ambiti dalla Protezione civile al soccorso. Caratteristiche che ne fanno una garanzia per il Paese e le sue istituzioni”.
A Sernaglia della Battaglia la celebrazione si è tenuta al Monumento ai Caduti in piazza Arditi a Falzè di Piave. Qui gli alunni delle due classi quinte della scuola primaria di Falzè hanno reso omaggio ai Caduti cantando l’Inno d’Italia e sventolando al cielo tante bandiere Tricolori. Il sindaco Mirco Villanova ha posto l’accento sul presente e sul futuro: “La tragedia della guerra è incomprensibile: si vede che nell’umanità è seminato un principio inestirpabile di idiozia, una pazzia, per cui l’umanità non impara mai, neppure dalle sue vicende più tragiche, e proprio adesso, in quella terra in cui sono morti anche i nostri Alpini e tanti altri, russi e tedeschi e genti di ogni dove, proprio là, ancora, la guerra. Che idiozia, che incomprensibile pazzia, eppure sotto i nostri occhi l’umanità non impara mai, e le guerre di cui si parla e quelle di cui si tace continuano a distruggere e trascinare uomini e donne nell’agghiacciante condizione di impietrimento e quasi di morte interiore”.
(Ha collaborato Monica Ghizzo. Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata, amministrazioni comunali, social Gianangelo Bof).
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