Loro ci sono sempre e non lasciano mai indietro nessuno: è nel loro Dna, nel loro spirito di corpo che li rende unici.
Gli alpini lo hanno fatto anche nel doloroso pomeriggio di oggi, lunedì 2 agosto, in cimitero a Col San Martino per essere al fianco dell’amico Mirko Merotto, “andato avanti” a soli 45 anni in seguito ad una tragedia devastante (qui l’articolo).
Un saluto molto sentito e partecipato che non ha avuto bisogno di tante parole, nello stile delle Penne nere. Alla breve cerimonia funebre, celebrata da don Carlo Maccari, hanno infatti partecipato centinaia di persone, decine di gagliardetti della sezione Ana di Valdobbiadene, l’amministrazione Perencin, la Pro loco di Col San Martino e tanti compaesani legati a Mirko e alla sua famiglia, tutti ammutoliti in un tardo pomeriggio dal sole flebile dopo la pioggia battente di un’ora prima.
I desideri più grandi di ogni penna nera che “va avanti” sono la Preghiera dell’alpino, il suono del Silenzio e l'”At-tenti!” con i gagliardetti a mezz’asta. Così si è fatto anche per l’addio a Mirko Merotto, tra il dolore senza fine di papà Siro (anche lui alpino), della mamma, del fratello, della compagna, di tutti i suoi familiari e amici.
Dopo quel suono che non ha eguali tra le composizioni musicali internazionali, il capogruppo degli alpini di Col San Martino, Lucio Pupetti, ha chiesto a tutte le penne nere di affermare a gran voce “Presente” a nome di Mirko, poi ha consegnato alla compagna Elisa il cappello del giovane mancato tragicamente lo scorso 23 luglio.
Un uomo che, seppur per breve tempo, ha seminato ottimi frutti, pronti alla raccolta nella giornata di oggi, perché Mirko era fatto così: aveva sempre un sorriso per tutti.
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