Grande commozione a Pieve di Soligo nel giorno dell’ultimo saluto a Elisa. Il parroco: “Condividiamo il dolore della famiglia, lei era il grano buono”

L’abbraccio simbolico del Quartier del Piave e della Vallata alla famiglia di Elisa Campeol, nel giorno dell’ultimo saluto alla ragazza, ha commosso le persone che oggi hanno partecipato al suo funerale nel duomo di Pieve di Soligo (leggi l’articolo).

I familiari e gli amici hanno mostrato grande compostezza nel dolore, nonostante una sofferenza immensa e difficile da accettare con gli strumenti della ragione.

In queste occasioni il conforto della fede, rafforzato dalla preghiera, può aiutare a lenire un dolore che nessun genitore dovrebbe sopportare, aggravato dalla brutalità di un delitto che ha sconvolto un intero territorio, oggi rappresentato dalle autorità civili, militari e religiose presenti alla funzione funebre.

Il parroco di Pieve di Soligo, monsignor Giuseppe Nadal, ha ringraziato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, i sindaci del Quartier del Piave, della Vallata, del Vittoriese e del Coneglianese, l’amministrazione comunale pievigina, il prefetto Maria Rosaria Laganà, il maggiore della Compagnia dei Carabinieri di Vittorio Veneto Giuseppe Agresti, le altre autorità presenti e tutte le persone che non hanno fatto mancare la loro presenza in questo momento di prova per tante comunità che oggi si sono unite nel ricordo di Elisa.

“Siamo vicini con grande affetto e condividiamo il dolore dei genitori di Elisa, della sorella, della nonna, degli zii e dei cugini – ha affermato monsignor Nadal nell’omelia – Per quanto posso cerco di interpretare i sentimenti che abbiamo nei nostri cuori, pensieri di sgomento e di dolore. E ci sono anche tante domande: ‘Perché questa morte? Perché in questo modo?’. Il dolore è grande perché Elisa è una persona giovane. Il dolore è doppio perché ci ha lasciati in modo così tragico, così incredibile. Fatti tragici come questi li sentivamo accadere lontano da noi. Invece questa volta è capitato anche qui, nei nostri paesi”.

Il parroco di Pieve di Soligo ha spiegato che non c’è una risposta immediata a queste domande e vanno lasciate agli psicologi, ai criminologi e agli psichiatri la ricerca delle cause di questi delitti e le possibili attenzioni affinché tragedie come questa non si ripetano più.

“Noi in questo luogo, in questo momento cerchiamo nella parola di Dio qualche spiraglio di luce – continua – È Elisa stessa che ce lo suggerisce: circa un mese fa, per due volte, ha messo nel suo profilo Facebook il Vangelo che abbiamo sentito proclamare oggi, quello del buon grano e della zizzania che crescono insieme fino alla mietitura. Questo vuol dire che Elisa teneva il Vangelo a portata di mano, come dice spesso papa Francesco, e lo leggeva. Vuol dire che è sensibile e si è accorta della verità di questa parabola”.

Monsignor Nadal, collegandosi alla Parola del Vangelo, ha sottolineato che tutti vediamo che il male invade il mondo e sembra soffocare il bene.

“Tante volte anche noi vogliamo vedere subito un mondo più giusto, più bello – aggiunge – dove ci sia solo il bene, il buon grano e diciamo: ‘Perché Dio non interviene? Perché non castiga i cattivi subito? Noi stessi ci proponiamo di essere disponibili ad estirpare la zizzania con i nostri giudizi e con le nostre sentenze. Il Signore invece ci insegna ad avere pazienza, a sperare che prima della fine, prima del tempo della mietitura, anche la zizzania si trasformi in grano”.

Il parroco ha invitato a riflettere sul fatto che a volte l’uomo compie il bene mentre in altre occasioni diventa zizzania e ha bisogno di una conversione.

Elisa era tanto devota agli angeli, in particolare al suo angelo custode, ed è per questo che i genitori hanno messo la foto di un angelo accanto alla fotografia della figlia nell’epigrafe.

“L’altro giorno, mentre nella casa di Elisa si parlava della sua devozione nei confronti degli angeli – conclude il parroco -, ad un certo punto ci siamo fermati e ci siamo chiesti: ‘Perché il suo angelo custode non l’ha difesa in quel tremendo momento mentre la mano assassina la colpiva?’. Dopo un po’ ci siamo dati una risposta: era giunto il momento della mietitura per Elisa e il suo angelo doveva cogliere lei per portarla nel granaio del cielo. Lei che è il grano buono. Grazie Elisa che ci hai dato l’occasione di meditare su questa parabola a te molto cara”.

L’immagine dei sindaci e delle autorità presenti al funerale, che in questa giornata di lutto hanno rappresentato le diverse comunità che condividono il dolore per la perdita della giovane donna, ha mostrato la capacità di questo territorio di essere unito anche nel momento del dolore.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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