Una due giorni intensa quella che ha visto una delegazione di una cinquantina di follinesi (nelle foto) recarsi nel week-end nell’Alta Austria. La meta non è stata scelta a caso.
Nel cimitero militare di Wegscheid, vicino a Linz sono sepolti prigionieri dell’Impero Austro Ungarico deceduti durante la Grande Guerra, tra cui 1.500 soldati italiani, che durante il conflitto non sono usciti vivi dai campi di prigionia.
Il sindaco di Follina Mario Collet, accompagnato dal presidente del Comitato per la manutenzione e gestione del Sacrario austroungarico di Follina Marcello Tomasi, dal capogruppo Ana di Follina Benedetto Nardi, dal presidente della sezione Artiglieri di Follina Giuseppe De Conto e dai suoi concittadini, ha ricordato con le parole di Oriana Fallaci che ”Niente quanto la guerra frantuma la dignità dell’uomo”.
Collet non ha nascosto la commozione provata nel leggere in una delle lapidi del cimitero il nome del compaesano Silvio Meneghetti sepolto proprio in quel luogo. Un curioso aneddoto che merita di essere raccontato, riguarda proprio Silvio Meneghetti. Per un errore di trascrizione, sulla lapide era stato identificato come “Menegatti”.
Il presidente del Sacrario austroungarico Marcello Tomasi, nei mesi scorsi, accortosi dell’errore, dopo averlo fatto presente alle autorità competenti, si è recato in Austria con tanto di marmista per ridare il giusto cognome a Meneghetti. Non una correzione da poco, perché dove c’era una lettera sbagliata, la “a”, andavano messe due lettere “he”.
L’operazione è prefettamente riuscita, ma il gesto va sottolineato. Un soldato che perde la vita per la patria in terra straniera, oltre a meritare la gratitudine e il rispetto di tutti, merita di essere ricordato con il suo nome nella lapide.
Una comunità si vede anche dalla sensibilità delle persone che la vivono e da piccoli gradi gesti come quello che ha ridato a Silvio Meneghetti il suo cognome corretto, che rimarrà lì a ricordare per sempre il suo sacrificio.
(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
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