Mareno, molotov contro l’abitazione del rivale in amore: “Ho riconosciuto la sua risata”. Giovane di Vazzola a processo

Il giorno prima le minacce, poi quella molotov lanciata contro la porta della sua abitazione. “Ho visto chi è stato e l’ho riconosciuto anche se era di spalle. Rideva. L’ho riconosciuto da quello”.

Questo ha detto in aula il giovane di Mareno di Piave che, il 28 gennaio 2017 era stato vittima di un attacco incendiario. A processo con l’accusa di A.F.T. 30enne di Vazzola, accusa di detenzione di armi da guerra e minacce.

A spingerlo al gesto, secondo quanto sarebbe stato ricostruito, una rivalsa d’amore. L’imputato avrebbe agito per gelosia. La fidanzata l’aveva lasciato e poco dopo si sarebbe messa insieme alla vittima. Questo sarebbe bastato a scatenare la sua vendetta.

Prima con minacce telefoniche. Nei giorni precedenti il raid, infatti, il 30enne avrebbe chiamato il rivale e lo avrebbe minacciato: “Figlio di p….. ammazzo te e la tua famiglia”.

Il 28 gennaio l’attacco incendiario, con il lancio di una bomba Molotov che lui stesso avrebbe realizzato, usando una bottiglia di vetro e della benzina.

Scagliata alle 5 del mattino, nel giardino dell’abitazione della vittima che in quel momento stava dormendo.

La parte offesa ieri è stata sentita in aula e ha raccontato di come, quella mattina, sentendo l’esplosione sia corso fuori, facendo in tempo a vedere un uomo che fuggiva: “Sghignazzava e l’ho riconosciuto proprio da quella risata. Lo conosco bene”. L’imputato, difeso dagli avvocati Francesco Aliprandi e Cristina Trotta, respinge le accuse.

Ieri in aula è stata sentita anche la madre dell’imputato: “Mio figlio in quel periodo era senza patente e non poteva muoversi. E sono sicura che era a letto a quell’ora. E’ impossibile che sia stato lui”. La sentenza è attesa per la prossima settimana.

(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: web).
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