Non si trovano le parole oggi, mercoledì 22 novembre, nella chiesa arcipretale di Miane. Come fare a ricordare con la giusta delicatezza Anila Grishaj, la 26enne strappata alla vita nel tragico incidente sul lavoro alla Bocon di Pieve di Soligo?
Anila una settimana fa è rimasta incastrata in un macchinario: per lei non c’è stata via di scampo.
La giovane, che risiedeva con la famiglia a Vergoman, dove tutti (compresa la sua ex insegnante Angela Colmellere) la ricordano come una ragazza speciale, si era diplomata all’Isiss “Giuseppe Verdi” di Valdobbiadene nel 2016.
“Certe cose accadono e basta, non ti chiedono il permesso e richiedono la forza che mai pensiamo di avere” afferma durante il funerale don Maurizio Dassie, che poi ha chiesto un minuto di silenzio a tutti i presenti (tra i quali il sindaco Denny Buso, con la “sindaca” del Consiglio comunale dei ragazzi di Miane, e il primo cittadino di Pieve di Soligo Stefano Soldan) per dimostrare il proprio legame rispettoso per Anila.
“Un lutto come questo mette alla prova la nostra fede” ha proseguito il sacerdote nell’omelia: “Io non ho nessuna parola da dire e non vi parlo neppure in nome di Dio, perché non ne sono capace. Vi parlo come uomo che si aggrappa all’insegnamento del mio unico Maestro, che è Gesù Cristo. Davanti a voi avete un uomo fragile e debole. Anila aveva 26 anni. Anch’io, quasi 50 anni fa, ho perso un amico di quest’età in montagna e allora capisco il vostro dolore, ma l’amore per un amico resta per sempre. Noi siamo qui per ricordare questa vita, quella di Anila. Il suo sorriso e il suo sguardo sono negli occhi e nel vostro amore e complicità che uniscono i suoi genitori, suo fratello e le sue sorelle”.
Don Maurizio ha ricordato anche l’amore di Anila “per Michael, il fidanzato, che voleva progettare e sognare una vita futura, che purtroppo si è interrotta” e poi ha proseguito: “Possiamo pregare perché cambino i cuori degli uomini e delle donne e delle nostre istituzioni, possiamo pregare perché la morte di Anila non sia raccontata dalla stampa come una forma di vampiraggio, perché la nostra parola può creare e distruggere, umiliare e ferire. Solo con l’amore e l’affetto si crea con verità qualcosa che non verrà mai meno”.
Il celebrante ha aggiunto un’esortazione: “Se volete accettare l’invito di un prete, amate la vita, affinché sia rispettata sempre e in ogni luogo, lottate contro la morbosità volgare dei giornali, amate la vita rispettando sempre gli altri”.
Ha successivamente preso la parola il fratello di Anila, Aurelio, che ha ringraziato la sorella “per essere sempre stata al mio fianco”, promettendole che “tutti i goal che farò saranno dedicati a lei, guardando gli spalti dove ti sedevi ed esultavi. Ti porterò sempre nel mio cuore. Anila, ti amo più della mia vita“.
Sono intervenute anche alcune amiche di Anila, soprannominate “GAO”: “Ci sentiamo incapaci di ricambiare il tuo amore, sei stata tutto per noi“. E poi ha espresso il suo ricordo il fidanzato Michael: “Eravamo una coppia semplice e senza pretese, abbiamo trascorso sei anni di amore. Mi sono innamorato del tuo sorriso e mai potrò dimenticarlo, questo ci darà la forza di non mollare. Avevi una purezza e una semplicità uniche. Ho un vuoto dentro incolmabile, ma grazie alla tua meravigliosa famiglia, alla quale resterò legato per sempre, sto affrontando questo grande dolore. Ti ho amato, ti amo e ti amerò per sempre“. Quindi il cugino: “Grazie, angioletto nostro, non dimenticheremo mai il tuo sorriso e i tuoi ricci”
Nella giornata di oggi i Comuni di Miane e di Pieve di Soligo hanno proclamato il lutto cittadino.
La comunità di Vergoman e i giovani della classe 1997, inoltre, venerdì 24 novembre alle 20.30 organizzeranno una fiaccolata per ricordare Anila. Si partirà dalla piazza antistante la chiesetta di Sant’Antonio e si arriverà all’arcipretale di Miane.
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