Arriva il Natale ma cala il sipario sui cinema, i gestori dell’Alta Marca: “Si rischia di uscire dai radar della gente”

Continuano a rimanere chiusi cinema e teatri, categorie pesantemente danneggiate dalla pandemia del Covid, andando inevitabilmente a lasciare un segno in maniera negativa in un periodo, tradizionalmente di festa e di unione tra famiglie e amicizie, che avrebbe trovato nei cinema un punto d’incontro ideale.

Nonostante siano considerati luoghi sicuri ora la situazione, in molti cinema dell’Alta Marca trevigiana, è difficile, ma qui non si tratta più di riapertura perché quando il sipario si alzerà sarà necessaria una rinascita sulle macerie del Covid.

Una crisi che rischia di portare al fallimento molte sale se il nuovo stop dovesse essere prolungato.

Un momento “no” dunque anche per i numerosi cinema dell’Alta Marca tra cui Montebelluna, Conegliano e Pieve di Soligo, in cui i vari gestori, soprattutto nell’avvicinarsi di un periodo come quello natalizio, tradizionalmente di festa, dove le famiglie fino all’anno scorso venivano in coro a godersi un film nelle sale cinematografiche, cosa che ora definire utopica è un eufemismo.

“E’ stato inspiegabile chiudere – afferma il gestore dello storico Cinema Eden di Montebelluna Vittorio Polin – capisco che ora la situazione epidemiologica non lo consenta però è inevitabile che, durante il periodo di apertura (seppur breve), la nostra categoria ha dimostrato ampiamente di aver rispettate in maniera perfetta tutte le norme igienico-sanitarie, spendendo inoltre per adeguare la struttura a queste ultime”.

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“Quando ne usciremo dovremo vedere come saremo in grado di reagire – prosegue Polin – potremmo soffrire, si rischierà di uscire dal radar del consumatore. Al momento i cinema sono in uno stato di “coma”, dunque è chiaro che ora tanti si stanno adattando a vedere programmi on demand, ma quando il momento delle restrizioni pian piano andrà a scemarsi è impensabile pensare che tutto torni come prima. Quello che chiediamo è che ci siano i mezzi per poter stare sul mercato, essere in grado di sopravvivere e di sostenere un’attività economica”.

Sulla stessa lunghezza d’onda o quasi anche Alessandro Tizian, titolare della catena Cinergia di Conegliano: “L’errore che si continua a fare è quello di equiparare i cinema a locali come pub e discoteche. In sala tutta la gente sta in silenzio e con la mascherina mentre guarda il film: non c’è luogo più sicuro, chiuderlo è inspiegabile. Noi di Cinergia abbiamo aperto meno di un anno fa e, ad oggi, siamo in perdita“.

“Viviamo con i grandi film americani ma quest’anno ne sono usciti pochissimi, le piattaforme streaming vengono sempre più incentivate anche da colossi come Disney che erano tra i pochi a portare la gente al cinema. – precisa – L’unica speranza è di ingranare almeno entro primavera”.

“Molti non lo sanno ma la nostra categoria è tra quelle che ha pagato a caro prezzo la pandemia e che non ha goduto di alcun benefit – prosegue – Nel nostro settore bisogna considerare anche il prodotto, che non dipende da noi esercenti ma dalla visione del distributore non europeo ma americano“.

Tornando al periodo, tradizionalmente festoso e da trascorrere in famiglia, quest’ultimo rischia di trasformarsi in uno dei momenti più tristi dell’anno: “Dal punto di vista culturale è veramente un peccato non dare alle famiglie e ai clienti un’offerta cinematografica – dichiara Donatello Ferrari, responsabile del Cinema Careni di Pieve di Soligo – speriamo che si possa tornare al più presto alla normalità”.

Delle categorie che cercano di tenere duro ma per quanto ancora? Cinema e teatri lanciano nuovamente il loro grido d’aiuto, tenendo presente che queste categorie saranno fondamentali per ripartire, aldilà delle problematiche economiche, dal punto di vista psicologico e sociale nella quotidianità. Un fattore che è andato a perdersi pian piano e che, con l’aiuto di queste strutture, potrà essere risanato più facilmente.

(Fonte: Luca Collatuzzo © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione del Cinema Eden Montebelluna).
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