Favero sull’emergenza Coronavirus a Montebelluna: “La macchina comunale, seppur al minimo, continua a funzionare”


Marzio Favero, sindaco di Montebelluna, fin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus ha mantenuto un profilo basso, evitando video o messaggi nei social e preferendo invece il lavoro in municipio, affiancando i volontari della protezione civile e gli operatori del Comune.

Come tutti i colleghi sindaci italiani, le ultime settimane sono state forse le più impegnative della sua carriera di amministratore pubblico di una città, Montebelluna, che ora è concentrata sul problema sanitario e che in seguito dovrà affrontare la non meno delicata questione economica, con la ripartenza di tante aziende piegate da questa nuova crisi.

All’inizio non era ben chiaro quali fossero gli effetti del virus, successivamente i sindaci hanno compreso la reale portata dell’epidemia, poi dichiarata pandemia, con tutte le misure previste dallo Stato e dalle regioni per limitare i contagi.

Il sindaco di Montebelluna, in un’intervista video a distanza concessa a Qdpnews.it, ha detto di aver apprezzato molto il lavoro degli ospedali veneti che si sono attrezzati in tempi record per rispondere ad una crisi che, giorno dopo giorno, diventava sempre più preoccupante.

Il Comune, progressivamente, si è attivato per limitare il numero di personale nelle sedi municipali, permettendo ai dipendenti di lavorare a distanza, anche grazie all’acquisto di 15 computer per chi ne fosse sprovvisto.

Nel rispetto della legge, inoltre, sono stati obbligati a stare a casa tutti i dipendenti che avevano delle ferie da consumare, usufruendo dei congedi retribuiti previsti.

Ora, nella sede principale del Comune ci sono 5-6 persone, sindaco compreso, alla Loggia, dove ci sono l’urbanistica e i lavori pubblici, ci sono 3 persone e altre 3 persone ai servizi sociali, impegnate a coordinare il personale della cooperativa che si occupa di assistere i cittadini, che hanno diritto ad avere l’assistenza domiciliare, e di portare a casa i pasti alle persone che ne hanno bisogno.

Fondamentale il ruolo della protezione civile di Montebelluna che porta direttamente a casa i farmaci ai malati e agli anziani che non possono farlo da soli, ha curato il servizio di triage allestito davanti al pronto soccorso dell’ospedale di Montebelluna, alleggerendo il carico di lavoro dei sanitari, e ha portato a casa dei montebellunesi le mascherine della Regione Veneto in otto giorni.

Per il sindaco Favero, le prime due o tre settimane dell’emergenza sono state molto difficili e i cittadini, che hanno sempre avuto mille quesiti legati all’interpretazione delle misure restrittive, ora hanno ben chiari tre numeri: quello del sindaco, quello della polizia locale e quello della protezione civile.

Non è mancato un accenno alla grande confusione legata ai messaggi dei social network, che hanno creato allarmismi spesso ingiustificati, senza dimenticare di precisare alcuni dettagli sull’assegnazione delle somme stanziate dal governo italiano per i buoni pasto per i bisognosi (A Montebelluna sono arrivati 166 mila euro).

Grazie ai tavoli di lavoro fra le province e l’Anci saranno stabilite le linee guida e i criteri per l’assegnazione delle somme, con declinazioni particolari che possano rispondere alle necessità dei singoli Comuni.

In conclusione, si è parlato anche della futura ripresa dell’attività delle imprese montebellunesi, che porteranno con loro grandi ferite che non potranno essere dimenticate facilmente, e di come ogni persona cambierà il suo approccio alla vita, con un ripensamento delle priorità di tutti.

Il consiglio del sindaco Favero, pensando alla difficoltà dell’isolamento domestico forzato, è quello di cogliere un tempo diverso che ci è concesso, evitando depressione e sospetti per i vicini, e cercando di recupere la dimensione degli affetti familiari.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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