Il dottor Severin sul contrasto al Covid: “Chi era vaccinato per l’influenza ha avuto una risposta migliore”

Lo scorso 16 aprile 2020, dal bollettino di aggiornamento numero 1 – prevenzione e controllo dell’infezione da Sars-Cov-2 per la struttura di Pederobba, non era emerso nessun caso di positività da Covid-19 alle Opere Pie d’Onigo.

“Comunico – si leggeva in una nota firmata dall’infermiera Stefania Bragagnolo, referente per la prevenzione e controllo dell’infezione da Sars-Cov-2 – l’aggiornamento sulla situazione attuale in merito allo stato di prevenzione e controllo dell’infezione da Sars-Cov-2 all’interno delle strutture delle Opere Pie d’Onigo. Alla data odierna, 16 aprile 2020, non risulta nessun caso di positività a Covid-19 tra i signori ospiti e il personale”.

In un’intervista concessa a Qdpnews.it, il dottor Elzo Severin, vicesindaco di Montebelluna, ha voluto raccontare la sua esperienza di medico impegnato su più fronti, anche a Pederobba, nell’emergenza Coronavirus.

“La mia esperienza dal punto di vista del Covid a Pederobba è molto positiva – ha affermato Severin – perché non abbiamo avuto nessun caso e consideriamo che abbiamo circa 250 degenti e oltre 200 persone che ci lavorano dentro tra infermieri e operatori addetti all’assistenza, manutentori e tutta la parte amministrativa. Io credo che la carta vincente di questa prevenzione sia stata la chiusura della struttura ancora tra il 23 e il 24 febbraio. Io ricordo che, in data 23 febbraio, fummo riuniti come amministratori di tutta la Provincia di Treviso all’ospedale di Treviso, dove il dottor Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2, microbiologi e infettivologi ci esposero la realtà della situazione”.

“Tornando a casa da Treviso – prosegue -, la mia prima cosa fu quella di chiamare subito Pederobba e informare anche il presidente della casa di riposo di Montebelluna e di Crocetta del Montello di chiudere assolutamente tutte le porte di accesso alle strutture, in quanto in questo modo avremmo potuto prevenire la presenza di persone estranee alla struttura, parenti e amici, che sarebbero stati possibili portatori di virus. Grazie anche a questa presa di posizione non abbiamo avuto, a tutt’oggi, alcun contagio. Abbiamo avuto un sacco di improperi da parte dei parenti, qualcuno addirittura ci propose di andare per vie legali, finora questo non è ancora successo anche perché credo si siano resi conto della bontà del nostro intervento”.

“Sui giornali – aggiunge il dottor Severin – ho letto la notizia di una persona, positiva al Coronavirus, responsabile di alcuni contagi per essere andato a trovare un parente in ospedale a Treviso. Mi sono premunito di far presente, sia al direttore generale

Benazzi che al direttore di distretto di Montebelluna e Castelfranco di provvedere a questa situazione. Già comunque so per certo, perché ho parlato con il primario di Medicina di Montebelluna, dottor Confortin, che sta facendo un grandissimo lavoro, il quale mi ha assicurato che il reparto di Medicina è assolutamente blindato. Anche il direttore sanitario di Montebelluna mi ha assicurato che questo sta avvenendo perché, chiaramente, non è possibile che una persona entri dall’esterno nei reparti magari anche senza sapere se è positivo, se ha avuto febbre o se ha, addirittura, febbre. Sarebbe una situazione veramente incredibilmente negativa”.

Io credo che la vaccinazione antinfluenzale sia sicuramente un presidio importantissimo – prosegue – Sappiamo che il virus dell’influenza e il Covid sono due virus diversi però, se uno è vaccinato per l’influenza, sicuramente ha una capacità di reazione e di risposta anticorpale superiore rispetto a chi non è vaccinato. Per la mia esperienza di pazienti che si sono ammalati di Covid, ho potuto vedere che chi era vaccinato per l’influenza ha avuto una risposta molto migliore rispetto a chi non era vaccinato. Pertanto, sicuramente questa è la cosa che consiglio, chiaramente il consiglio poi fondamentale è l’uso delle mascherine e tenere la distanza tra persona e persona”.

“Questo – conclude -, come va dicendo continuamente Zaia, è una realtà che condivido in pieno, soprattutto per le persone giovani. Mi dà l’impressione che i giovani non si rendano tanto conto di questa realtà che stiamo vivendo. Perciò insisterei soprattutto anche con i giovani perché, chiaramente, tanti di loro si ammalano e molti sono anche portatori di patologie che magari non conoscono perché, essendo ancora giovani, non hanno manifestato sintomi e, di conseguenza, a maggior ragione, per loro deve essere utilizzato questo strumento delle mascherine. Io dico sempre che una persona che cammina per strada senza una mascherina è come una persona che cammina per strada con una pistola e spara davanti a se stessa: è la stessa cosa”.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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