Ieri, martedì 2 novembre, ricorreva il centenario dell’arrivo a Roma del treno partito da Aquileia alle 8 del mattino del 29 ottobre 1921 e che trasportava la salma del Milite Ignoto che fu poi sepolto all’Altare della Patria. Montebelluna ebbe un ruolo molto importante durante questo viaggio.
Un suo cittadino, Guido Bergamo, militare pluridecorato con 4 medaglie d’argento e tre croci di guerra, medico e politico, deputato del Parlamento italiano, fu tra coloro i quali scortarono ufficialmente il Milite Ignoto.
Gli accompagnatori ufficiali, non militari, designati dal Parlamento, erano non più di una decina. Il montebellunese Guido Bergamo fu, insieme all’onorevole Raffaele Paolucci (Medaglia d’oro al Valor militare), tra i due politici designati in rappresentanza della popolazione civile.
Questi particolari ce li ricorda lo storico montebellunese Lucio De Bortoli: “Guido Bergamo è stato un cittadino illustre di Montebelluna. Fu un evento importantissimo per il Paese, forse l’ultima manifestazione di massa prima dell’avvento del fascismo – spiega De Bortoli -. A parte le persone cooptate che affollavano le stazioni in cui il treno si è fermato, lungo i binari c’era tantissima gente ad applaudire al Milite Ignoto, simbolo delle circa 200mila salme di soldati morti durante la Guerra a cui non si è riusciti a dare un nome. Il centenario arriva una volta sola, sarebbe stato il caso che la città fosse un po’ più orgogliosa di aver avuto un suo cittadino a rappresentarla, in un momento storico di tale portata. Se n’è fatto soltanto un breve cenno durante un convegno a Villa Pisani.
“Guido Bergamo, inoltre, fu un personaggio molto particolare. – prosegue – Accettò l’incarico a precise condizioni e cioè che non ci fosse attorno all’evento “nessuna speculazione”, in quanto temeva potesse diventare vuota retorica. Lui era stato un giovane interventista e aveva creduto, come tanti giovani, che quella guerra potesse mettere fine alle ingiustizie di Stati oppressori guidati da regimi monarchici o imperialisti”.
La storia di Bergamo, nato a Montebelluna nel giorno di Santo Stefano del 1893 e morto a Roma nel 1953, è molto ben descritta nel libro scritto dallo stesso Lucio De Bortoli con Gustavo Corni, intitolato “Nord-Est 1919-22, fra guerra, rivoluzione e reazione”, pubblicato dall’editrice Il Mulino: “Un libro che per me è stato motivo di grande soddisfazione data la prestigiosità dell’editore – sottolinea De Bortoli -. Bergamo è stato un personaggio straordinario, nonostante abbia sempre mantenuto un basso profilo. Mai si è vantato o ha accennato, nel corso della sua carriera politica, degli onori militari ricevuti in guerra. Divenne alfiere delle masse contadine, dei piccoli artigiani e della bassa borghesia, pur partendo da una posizione repubblicana. L’unità della Nazione e la giustizia sociale venivano, per lui, prima di ogni altra cosa“.
“Anche in guerra, dove assunse il grado di capitano degli Alpini, i meriti ottenuti derivarono soprattutto da azioni che consentirono di risparmiare vite umane e, nello stesso tempo, ebbe un grande ruolo nelle battaglie sul Grappa. Venne eletto al Parlamento nel 1921 tra le fila repubblicane, visse gran parte della sua vita a Treviso ma restò molto legato al Montebellunese, che divenne in quegli anni una roccaforte repubblicana. Valorizzare le glorie locali – conclude De Bortoli – significa valorizzare anche la città e, in questo, spesso pecchiamo molto”.
Questa sera, mercoledì 3 novembre alle 20.45, al Memoriale Veneto di Montebelluna, nel Teatro Binotto di Villa Pisani, sarà proiettato il documentario realizzato nel 1921 dal titolo “Gloria. Apoteosi del soldato Ignoto”, commentato da Marco Mondini.
(Foto: Lucio De Bortoli).
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