“Istantanee dal presente”, il MeVe di Montebelluna racconta gli effetti della pandemia sulle città e sulla gente

 

 

A quasi un anno dal lockdown il museo del Memoriale Veneto di Montebelluna presenta una “doppia” mostra dedicata proprio al “tempo del Coronavirus”.

A partire dal 4 marzo alcune stanze del museo di Villa Correr Pisani ospiteranno “Testimoni al tempo del Covid-19” e “Il rumore del silenzio” del fotoreporter Daniele Macca.

La rassegna si chiuderà il 30 maggio ed è visitabile acquistando il biglietto di ingresso al Memoriale. Per il mese di marzo l’accesso è gratuito per tutti i minori di 20 anni e ingresso ridotto per tutte le altre categorie di utenti. Orari: mercoledì, giovedì e venerdì ore 9-13, 14-17.

“In questo anno di pandemia – commenta Monica Celi, direttore del MeVe – abbiamo aperto, abbiamo chiuso, abbiamo riaperto. Ma in questa situazione quello che deve fare un museo rimane, ed è quello di fare memoria”.

La mostra ha due anime, una realizzata attraverso le fotografie di Daniele Macca e l’altra, partecipativa, fatta di fotografie, oggetti, storie in video e disegni dei bambini, dove la gente comune racconta la sua esperienza durante la pandemia. Sono circa 50 i disegni realizzati dai bambini, 74 fotografie e 32 interviste, in una rassegna curata da Irene Bolzon, Chiara Scarselletti ed Elisa Bellato.

“Nel nostro mestiere – dice una delle curatrici, Irene Bolzon – siamo abituati a riunire testimonianze che ci provengono dal passato, quando il fatto è già avvenuto. In questo caso, per la prima volta, ci troviamo anche noi dentro la storia. Questo ci ha permesso di avere uno sguardo della gente comune, in assenza di lavori come quello che abbiamo fatto, tra cento anni, resterebbe soltanto il punto di vista delle classi dirigenti. Come è avvenuto con l’influenza Spagnola, di cui sappiamo ben poco anche se ora moltissimi storici, spinti dall’attualità del Covid, se ne stanno occupando”.

Il fotoreporter Daniele Macca, grazie anche al suo lavoro, è stato tra i primi a comprendere l’importanza storica di quanto stava accadendo e la necessità di immortalare, nelle sue fotografie, il momento.

E lo ha fatto entrando nelle case delle persone, documentando come la pandemia stesse cambiando le loro abitudini. Buona parte delle immagini sono state stampate in bianco e nere ed alcune a colori: “Il mio mondo – dice Daniele Macca – è in bianco e nero, ma in qualche situazione solamente il colore poteva dare anima all’immagine. Questa è stata la scelta alla base di tutto. Proprio il rumore del silenzio mi ha ispirato, un giorno in piazza dei Signori a Treviso. Un silenzio interrotto dai rumori che provenivano dall’interno delle abitazioni circostanti, dove la vita continuava, in un modo nuovo, inconsueto. Così ho voluto scoprire cosa accadeva all’interno mentre fuori imperava il silenzio, e l’ho documentato nelle immagini di questa mostra”.

 

(Fonte:Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati