L’evoluzione dell’abbazia di Sant’Eustachio, il recupero del fondatore di Giusti Wine: “Un onore restaurarla”

 

Una bolla di papa Alessandro II testimonia, nel 1062, l’esistenza dell’Abbazia di Sant’Eustachio, fondata da Rambaldo III di Collalto e dalla madre Gisla. Ma negli anni è stata completamente abbandonata, dopo esser stata ridotta a rudere dai bombardamenti della Grande Guerra.

Tra il Cinquecento e il Seicento l’abbazia divenne un importante polo culturale: tra i suoi illustri ospiti, ricordiamo Pietro Aretino, Monsignor Giovanni Della Casa che qui nel 1549 compose il noto testo “Il Galateo overo de’ costumi”, e la poetessa Gaspara Stampa.

Tra il 1744 e il 1819, il complesso fu guidato dal preposto Vinciguerra VII di Collalto, uomo di cultura, che lo trasformò in un’importante azienda agricola, salvandolo dalle soppressioni napoleoniche.

Nel 1865, le autorità ecclesiastiche giudicarono inutile questa istituzione e trasferirono il titolo di abate al vescovo di Treviso.

“Nel 2012 la decisione di Ermenegildo Giusti, imprenditore italo-canadese originario di Volpago e fondatore della Giusti Wine di Nervesa, di avviare il recupero ambizioso di questo frammento significativo della storia italiana. L’idea del restauro era un qualcosa che avevo nel cuore – dice Ermenegildo Giusti -, fa parte dei miei ricordi di quando ero bambino e volevo che l’Abbazia restasse in piedi. Quando sono tornato in Italia ho organizzato un concerto e ho visto che era in condizioni disastrose. L’idea è partita nel 2012 e nel 2016 sono partiti i lavori. È uscito un bando pubblico del Comune di Nervesa a cui abbiamo partecipato solo noi, donando 2 milioni e 280mila euro per il restauro. È importante per il futuro, per le prossime generazioni. Era il centro della Sapienza, l’energia del Rinascimento era qui. Durante il restauro abbiamo trovato le vecchie fondazioni, si vedono i muri che vanno sotto la chiesa. La prima chiesa è stata fatta nell’Ottocento, la seconda intorno al 1060, ma prima di quelle c’erano altre fondazioni che risalivano a epoca romana. Per me è stato un onore avere la possibilità di dare alla mia comunità e di proteggerla per i prossimi cento anni”.

Contestualmente al restauro dell’Abbazia, è stato recuperato anche il vicino Eremo di San Girolamo: “San Girolamo veniva dalla Dalmazia – racconta Giusti – è stato qui nella nostra area nel 300 dopo Cristo. Era il santo più importante nella chiesa cattolica perché è quello che ha tradotto la Bibbia dall’ebraico al latino. Quando ho acquistato la proprietà la chiesetta non si vedeva perché c’erano tanti alberi ed era tutto crollato”.

L’Abbazia ha anche ripreso quella sua antica vocazione culturale. Oltre a concerti vengono anche organizzati corsi di Galateo: “Percorrendo la storia del luogo – ci spiega Mirka Bau, responsabile comunicazione e marketing di Giusti Wine – abbiamo visto che monsignor Della Casa qui aveva scritto il Galateo. Spinti anche un po’ dai tempi in cui viviamo e perché il progetto era semplicemente molto bello, abbiamo avuto la voglia di riportare in vita questa tradizione“.

“Quindi abbiamo chiesto a Giuliana Meneghetti che è la nostra relatrice che si è occupata per moltissimi anni del cerimoniale in provincia di Treviso di aiutarci a organizzare dei corsi che sono aperti al pubblico e anche customizzati per le aziende. Vengono svolti qui in Abbazia e si parla del Galateo, toccando tutti i vari temi, dal come ci si veste a come ci si comporta in società, come si mangia e come si prepara la tavola”.

 

(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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