Montebelluna, le abbattono la casa per realizzare il sottopasso. La storia di Elena: “Ho accettato, ma ho chiesto un’abitazione con un orticello”

Elena Bardini, la donna che ha perso la casa per realizzare il sottopasso ferroviario di Montebelluna

Quando si inaugurano opere importanti o molto attese dalla popolazione, come il sottopasso ferroviario di Montebelluna, solitamente si ricorda qualche parola del discorso delle autorità durante la cerimonia ma ancor di più i volti delle persone che, grazie alle loro storie, rimarranno per sempre legate ad un determinato luogo: è questo il caso di Elena Bardini, l’anziana signora che ha accettato che la sua casa fosse abbattuta per il bene della comunità.

Taglio del nastro del sottopasso ferroviario di Montebelluna – Servizio a cura di Luca Vecellio

Ieri, durante i discorsi ufficiali prima dell’apertura del sottopasso, l’ex sindaco e ora consigliere regionale Marzio Favero ha raccontato ai presenti i dettagli dell’incontro avuto tempo fa con la signora Elena.

“Un giorno sono andato a trovarla per dirle una cosa ‘semplice’ – ha raccontato Favero -: ‘Signora dobbiamo buttarle giù la casa’. Dopo un quarto d’ora ci ha aperto una bottiglia di Prosecco e ha detto: ‘Capisco che è per il bene della città, però vi chiedo una cortesia: io ho sempre vissuto qua, questa casa l’ho sistemata da poco e ci vivo con mio figlio. Ho sempre avuto un piccolo orticello, trovatemi una collocazione che sia qui in zona e che io possa avere la possibilità di continuare ad avere un orto”.

“Guardate – ha concluso il consigliere Favero -, la signora mi ha commosso perché ci ha messo 15 minuti a darmi la risposta e ha messo il bene pubblico davanti agli interessi personali. C’è qualche intellettuale in questa città che si riempie la bocca di parole come ‘bene comune’ ,però, davanti a qualche piccolo disagio, si scompone. Ringrazio anche un’altra signora che abita sul put e che mi ha fermato un giorno. Pensavo mi riempisse di contumelie, invece mi ha detto: ‘Così la città è più bella’. Vedete, le persone umili alle volte vedono più in là di persone che ritengono di essere tanto preparate o tanto brave”.

In molti si sono commossi di fronte alla storia di Elena che, anche se inconsapevolmente, rappresenta tutte le persone comuni che si trovano a dover fronteggiare delle situazioni inaspettate che si intrecciano con la storia della propria comunità.

Ho pensato che non fosse giusto che le persone dovessero aspettare tanto al passaggio a livello per andare a lavorare – ha commentato l’anziana signora Elena -. Io sono in pensione, ho 90 anni, ma la gente che doveva andare a lavorare si trovava ad aspettare in coda fino ai Pilastroni di giorno e di notte. Ho detto: ‘Fate quel che volete, basta che mi comprate una casetta con poche stanze e almeno un orticello’”.

“Ho trovato una casa – ha concluso Elena -, dove se schiaccio il bottone le grondaie vanno su una vasca dove c’è l’orto. Ho di tutto, ho piantato e ho seminato l’insalata. Io sono molto dura, perché il mio segno zodiacale è lo Scorpione, però penso che stanotte non dormirò perché ho visto tanto amore verso di me. A mi me basta!”.

Una bella storia che si aggiunge al grande lavoro della Regione Veneto, dell’amministrazione comunale e degli uffici del Comune di Montebelluna che si sono impegnati per risolvere un problema che durava da diversi anni.

Caratteristiche dell’opera

Il sottopasso ferroviario di via Piave, aperto ieri a poco più di due anni dall’avvio del cantiere, è un’infrastruttura viaria fondamentale per migliorare i flussi viabilistici del centro, inserita tra le opere compensative della Superstrada Pedemontana Veneta che attraversa il territorio montebellunese.

L’opera ha un costo complessivo di 10 milioni di euro, 2 milioni di euro destinati agli espropri e 8 milioni di euro fra progettazione e realizzazione dell’opera (Iva compresa).

Il finanziamento è stato garantito dalla Sis, in accordo con la Regione Veneto e per 650 mila euro da RFI quale contributo per la soppressione del passaggio a livello.

L’apertura del sottopasso completa un percorso avviato oltre dieci anni fa con la precedente amministrazione comunale guidata dall’allora sindaco Favero, e portato poi avanti sia dal sindaco vicario Elzo Severin che dall’attuale sindaco, Adalberto Bordin.

Convolti in questo progetto anche la Regione Veneto, Veneto Strade (e la Sis per la parte operativa), RFI, Provincia di Treviso, Soprintendenze ai beni ambientali ed architettonici e Soprintendenza ai beni archeologici e le società di servizio (Ascom, Italgas, ATS, etc.).

Largo 14 metri e alto 6, il sottopasso presenta due piani diversi: quello più in profondità – un sottovia carrabile connesso alla viabilità esistente, alto 5 metri – per i mezzi motorizzati, e quello più elevato ed idoneo a pedoni e ciclisti poiché concepito anche per garantire le interconnessioni della mobilità leggera.

Le tappe salienti che hanno portato alla realizzazione del sottopasso

2011

A novembre viene firmato il Protocollo d’Intesa tra il Commissario Delegato per l’emergenza traffico e mobilità – Province di Treviso e Vicenza – Regione Veneto, Provincia di Treviso, Comune di Montebelluna, Comune di Volpago del Montello e Comune di Trevignano che prevedeva la realizzazione del sottovia in Piazza IV Novembre sulla Strada Provinciale 248 in sostituzione del passaggio a livello sulla linea ferroviaria Calalzo – Padova, contestualmente alla realizzazione della Superstrada.

2016

Inizia il recapito delle lettere di esproprio ai proprietari delle proprietà private interessate dall’area di cantiere.

In aprile arriva il parere positivo al progetto da parte della Conferenza dei servizi mentre in autunno viene approvato il progetto esecutivo che prevede la realizzazione dell’opera a forma di parabola.

A dicembre viene firmata la convenzione per la realizzazione dell’opera da parte di RFI, Comune di Montebelluna e la Società Superstrada Pedemontana Veneta.

2020

A marzo iniziano le procedure per la demolizione dell’impianto di distribuzione di benzina adiacente l’area del cantiere; a settembre iniziano le opere di cantiere del sottopasso da parte della ditta incaricata da Sis.

2021

A luglio partono le operazioni per posizionare il monolite del nuovo sottopasso; il 2 agosto viene presentato il varo del manufatto per la realizzazione del sottopasso ferroviario.

2022

A settembre avviene il sopralluogo dei politici e dei tecnici per definire gli ultimi dettagli dell’opera; il 18 febbraio 2023 apre il sottopasso.

I commenti delle autorità

“È un grande giorno per la città – ha commentato il sindaco Bordin -, per i montebellunesi e per chiunque, anche solo periodicamente, si trovi a frequentare Montebelluna. È uno di quei giorni che per una comunità definiscono un prima ed un dopo: uno spartiacque. Non cambia solo il volto di una parte della città ma mutano anche i suoi flussi o, meglio, viene resa definitivamente più fluida la viabilità che per decenni è stata interrotta per circa 15 volte al giorno per più minuti con la chiusura del passaggio a livello generando così interferenze e sofferenze viarie nelle altre intersezioni cittadine”.

“Ma il cambiamento – ha continuato -, in positivo, riguarda anche l’aspetto ambientale perché eliminare il passaggio a livello significa eliminare le code di autoveicoli che si venivano a creare a ridosso di piazza IV Novembre, via Risorgimento, via Piave e Corso Mazzini e, conseguentemente, ridurre la quantità di fumi immessi in atmosfera. Non ultimo, l’aspetto della sicurezza. Sia quella di pedoni e ciclisti che ora posso transitare ad un livello differenziato rispetto ai mezzi motorizzati sia per i mezzi di soccorso e pronto intervento che non sono costretti a bloccare la propria marcia a causa dello sbarramento del passaggio a livello”.

“Ringrazio ovviamente i colleghi dell’amministrazione che mi hanno preceduto – ha concluso -, l’allora sindaco Favero, gli assessori e i consiglieri dell’epoca così come quelli attuali, ma anche il presidente Luca Zaia, l’assessore regionale ai lavori pubblici, Elisa De Berti, l’allora Commissario Straordinario alla Superstrada Pedemontana Veneta, l’ingegner Silvano Vernizzi, e per il supporto operativo il vicecommissario ingegner Giuseppe Fasiol, Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) nonché gli uffici tecnici comunali alla viabilità che in questi anni di sono costantemente interfacciati con i vari interlocutori per portare a casa il risultato”.

Quella di oggi è una data storica per Montebelluna e i suoi cittadini – ha sottolineato la vicepresidente della Regione Veneto De Berti -. L’apertura del sottopasso, atteso da mezzo secolo, avrà delle ricadute fondamentali sulla viabilità cittadina e non solo. Le attese al passaggio a livello ferroviario saranno definitivamente un ricordo e notevoli saranno anche le ricadute in termini di sicurezza stradale e i benefici per l’ambiente, con una riduzione delle code e quindi un minor inquinamento”.

“È il secondo tassello del piano strategico di riordino della viabilità cittadina che va in porto dopo l’anello realizzato attorno al centro storico, ma non è l’ultima mossa – ha aggiunto il consigliere regionale Favero -. Ho il piacere di comunicare che sono fase di progettazione definitiva-esecutiva i sottopassi di via Trevignano e di via San Gaetano. L’obiettivo è completare un’operazione che garantisce la permeabilità degli autoveicoli e un tessuto urbano che è tagliato da due linee ferroviarie, quella Feltre-Treviso e quella Montebelluna-Padova”.

“Il problema non è legato solo alle code ai caselli che arrecano disagio – ha concluso -, ma al tema della sicurezza perché è fondamentale che possano transitare senza ostacoli i mezzi di soccorso sia dei Vigili del fuoco sia in particolare delle ambulanze del Pronto soccorso. Non dobbiamo dimenticare che Montebelluna ospita all’interno della sua città un ospedale che serve l’intera Pedemontana, né si possono sottacere i risultati ambientali finora raggiunti. I dati dell’Arpav hanno confermato che con la pedonalizzazione del centro non solo è diminuita l’anidride carbonica, ma anche si è ridotto in maniera sostanziale il PM10, dato in controtendenza rispetto alle altre città del Veneto”.

“Le ricadute di questa infrastruttura saranno immediatamente evidenti sia per chi abita a Guarda ma più in generale per chiunque transiti nel centro cittadino – ha aggiunto l’assessore comunale ai lavori pubblici, Adriano Martignago -. Le colonne che oggi si generano dal passaggio a livello si scaricano sul resto della viabilità cittadina provocando rallentamenti nei passaggi più critici: si veda la rotatoria tra via Galilei, via Bergamo e via Roma, così come la rotatoria tra via Bertolini e via San Gaetano”.

“Da ieri – ha concluso – tutto questo sparirà rendendo il traffico decisamente più fluido e regolare, senza quel sovraccarico intermittente che almeno una volta all’ora si verificava con la chiusura del passaggio a livello. In definitiva questa non è solo infrastruttura viaria ma uno strumento che cambierà in meglio la qualità di vita di molte persone”.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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