Montebelluna, L’Alternativa Giusta sul cimitero di Santa Maria in Colle: “Crollata parte del muro per incuria”

L’edera avvolge parte del muro del cimitero di Santa Maria in Colle a Montebelluna, provocando dei crolli, e scoppia subito la polemica.

Si accendono quindi i riflettori sul camposanto montebellunese che, secondo il gruppo d’opposizione in consiglio comunale a Montebelluna, L’Alternativa Giusta, sarebbe stato abbandonato all’incuria.

È di questi giorni la proposta del professor Lucio De Bortoli – spiega L’Alternativa Giusta in un post sulla sua pagina Facebook – di destinare a parco l’area a nord della celletta con la piantumazione di cento alberi a ricordo di montebellunesi illustri ed eventi importanti per la comunità. Idea subito accolta dal sindaco, a quanto pare”.

“La priorità secondo noi deve essere data alla messa in sicurezza dell’area -proseguono – parte del muro a sudovest è crollata nei giorni scorsi, sotto il peso dell’edera e dell’incuria. Il cancello laterale è sempre aperto: non si può sistemare? La celletta è alla mercè di chiunque: una cancellata metallica, difficile da sfondare? Ogni volta che l’associazione “Levi Alumni” fa delle manifestazioni all’interno, in Comune evidenziano problemi di sicurezza per le tombe (vuote) ancora presenti sul perimetro del cimitero”.

L’edera ha ricoperto ormai tutto il muro di cinta – aggiungono – l’unico che ospita ancora lapidi: la memoria parta dalla loro ripulitura. Le altre lapidi sono ancora lì accatastate: si portino in luogo sicuro, si restaurino e si dia loro nuova dignità. Il 26 aprile 2018 abbiamo proposto in consiglio comunale di destinare 150 mila euro vincolati a “interventi di recupero di valori paesaggistici e aree degradate” al vecchio cimitero. Indovinate invece dove sono stati spesi? A Villa Pisani”

“Perché un’area sia viva, deve essere gestita – concludono – E se c’è qualcuno che ha mantenuto viva l’attenzione sul vecchio cimitero è “Levi Alumni”. Si dia loro in gestione l’area, anche in forma allargata alle altre realtà del territorio (Alpini, Utem, parrocchia e associazioni ambientaliste), in modo che le buone frequentazioni scaccino le cattive. Cento alberi fanno un bosco, una selva: l’idea è bella, il numero è indicativo, ma prima della corsa alla piantumazione facciamo un progetto partecipato di messa in sicurezza e riuso dei luoghi”.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Facebook – L’Alternativa Giusta).
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