Montebelluna, viaggio guidato verso i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 Onu: fondamenti di archeologia e biologia per capire come costruire la sostenibilità del futuro

Il futuro dovrà essere sostenibile, non c’è scelta: è una considerazione che sarebbe utile annotare nel calendario personale, cercando di venire incontro, giorno dopo giorno, a quelle che sono le esigenze del nostro pianeta.

Piccole attenzioni che ci vengono richieste da decenni, ma che forse non abbiamo mai saputo ascoltare.

Parte da questo presupposto l’ideazione del nuovo spazio Sapiens del Museo di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna, che è stato strutturato in modo da prestarsi sia come un’area espositiva, sia come un laboratorio, sia come uno spazio di socializzazione. 

Una dimensione tridimensionale che consentirà al pubblico una riflessione sul presente, sul passato e sul futuro della nostra società, e potenzialmente consentirà di capire come migliorarla. Seguendo i parametri espressi dall’Agenda per lo sviluppo sostenibile dell’Onu, stilata appunto per sensibilizzare 193 Paesi e portarli a raggiungere piccoli e grandi traguardi di sostenibilità entro gli anni ’20 di questo secolo, l’allestimento di questo spazio rappresenta forse l’evoluzione moderna del concetto di museo, che diventa capace di spiegare il futuro, oltre che il passato. 

“La vocazione del nostro museo è quella di divulgare i concetti ma anche di farli vivere” spiega l’archeologa Emanuela Gilli, che assieme al biologo Giorgio Vaccari, ha curato l’allestimento di questo spazio.

Il pannello che introduce i 17 obiettivi dell’agenda, nella prima sala, cambia in continuazione grazie all’azione del pubblico, che può interagire con i quadranti spostando l’associazione tra immagini e concetti e creando nuovi significati.

“Abbiamo raccontato questo tema d’attualità attraverso il nostro sistema da museo – continua l’archeologa, – ma anche attraverso alcune attività”. 

A ogni obiettivo indicato dall’agenda corrisponde una sezione dedicata: dall’aspetto archeologico a quello naturalistico, vengono indagate le basi storiche del limite da superare o dell’equilibrio da ritrovare.

“Gli obiettivi si riferiscono a 169 target che i Paesi partecipanti si impegneranno a raggiungere per il 2030 – spiega il biologo Giorgio Vaccari, – Per spiegarlo abbiamo declinato alcuni concetti dal punto di vista archeologico e naturalistico, in modo da mostrare il patrimonio della vita nei mari e sulla terra (goal 14 e 15), spiegare quali sono gli strumenti per produrre energia pulita e gli effetti sul cambiamento climatico, ridurre le disuguaglianze sociali ed eliminare la discriminazione di genere”. 

Tra gli obiettivi, a cui Qdpnews.it dedicherà alcuni servizi d’approfondimento nelle prossime settimane, c’è: sconfiggere la povertà (1) e la fame (2), garantire la salute e il benessere (3), oltre che un’istruzione di qualità (4), ristabilire la parità di genere (5), garantire acqua pulita e servizi igienico-sanitari a tutti (6), cercare di produrre energia pulita e accessibile (7), garantire a tutti un lavoro dignitoso e una crescita economica della società (8), agevolare l’impresa, l’innovazione e le infrastrutture (9), ridurre le disuguaglianze sociali (10), fare delle città e delle comunità contesti sostenibili (11), rendere il consumo e le produzioni responsabili (12), lottare contro il cambiamento climatico (13), preservare la vita sott’acqua e sulla terra (14-15), mantenere la pace, la giustizia e istituzioni solide (16) e continuare a intrattenere partnership a livello mondiale per raggiungere questi e altri obiettivi (17). Goal ambiziosi, che partono però da piccoli impegni da spuntare a matita sulle nostre agende e calendari.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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