“Perché si è rotta la gru?”: domani seconda udienza del processo per la morte di Mattia Battistetti. Nuovo presidio davanti al tribunale

La famiglia di Mattia Battistetti
La famiglia di Mattia Battistetti

Basta morti sul lavoro! Giustizia per Mattia Battistetti”. Continua senza segni di cedimento la battaglia dei familiari e degli amici dell’operaio 23enne che perse la vita a causa di un incidente sul lavoro in un cantiere edile a Montebelluna.

Alle ore 9 di domani, venerdì 3 marzo, è previsto un nuovo presidio davanti al Tribunale di Treviso per la seconda udienza del processo che cercherà di chiarire cosa successe in quella maledetta mattina del 29 aprile 2021.

“Esporremo pubblicamente – spiegano i familiari -, con cartelli e striscioni, i tanti quesiti aperti dopo i tragici fatti avvenuti al cantiere Bordignon di Montebelluna il 29 aprile 2021. Troppi i quesiti ancora aperti. Perché si è rotta la gru? Chi doveva verificare l’idoneità della gru? Perché è stato ordinato a Mattia di lavorare dove e mentre sarebbe transitato il carico? Perché il carico è stato fatto passare sopra Mattia? Come è stata fatta la manovra? Chi l’ha fatto era formato alla mansione?”.

“Continuiamo con costanza e determinazione a chiedere giustizia per Mattia – proseguono – e a lottare per fermare la continua strage di lavoratrici e lavoratori; a chiedere controlli e sanzioni, risposte concrete dalle istituzioni, norme stringenti sugli appalti, giustizia rigorosa per i colpevoli di questi omicidi”.

Nessuna morte sul lavoro è una fatalità. In particolare – sostengono -, non lo è la morte di Mattia, che porta con sé tutti gli elementi di negligenza che condannano migliaia di lavoratori a non fare ritorno a casa. Invitiamo le tante e i tanti cittadini che non si arrendono, che vogliono vincere questa battaglia e che, soprattutto, vogliono starci vicini in questa tragedia, ad esserci domani mattina”.

È impressionante la tenacia dimostrata da mamma Monica, da papà Giuseppe, dalla sorella Anna e dai tanti amici e conoscenti di Mattia che, in quasi due anni, hanno sempre tenuto accesi i riflettori sulla tragedia che li ha colpiti con tante iniziative ed eventi per ricordare il giovane montebellunese.

Lo scorso giovedì 26 gennaio si è tenuta la prima udienza del processo nel quale ci sono cinque parti civili: la famiglia della vittima, la Cgil, la Cisl, Anmil (Associazione Nazionale Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) e la onlus Chico Mendes che porta avanti la missione dell’omonimo sindacalista brasiliano.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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