Proteste ristoratori, aprono La Paterna di Giavera e T’Osti di Montebelluna: confronto tra carabinieri e clienti

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Tre ristoranti della zona hanno sfidato ieri, venerdì 15 gennaio 2020, i Dpcm del governo, aderendo all’iniziativa spontanea #Ioapro che ha visto la partecipazione di migliaia di ristoratori e baristi in tutta Italia.

Nel Trevigiano avevano annunciato l’adesione alla protesta in tanti, alla fine la stragrande maggioranza ha fatto un passo indietro, temendo sanzioni e provvedimenti nei confronti della propria attività.

A Conegliano e Vittorio Veneto, ad esempio, le aspettative di partecipazione erano molto alte, ma alla fine si è dimostrato un flop, con qualche rara eccezione. A mantenere fede a quanto annunciato alla vigilia i ristoranti T’Osti di Montebelluna, La Paterna di Giavera del Montello e l’Osteria da Jodo di Maser.

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Hanno tenuto aperto a mezzogiorno e alla sera, ospitando al loro interno i propri clienti (consapevoli di andare incontro a una sanzione), a dispetto delle normative che, in questo periodo di zona arancione, avrebbero consentito loro di effettuare soltanto servizio da asporto o a domicilio.

A Montebelluna, al ristorante T’Osti di via Santa Lucia, in serata sono arrivati, come era logico prevedere, i carabinieri e gli agenti della Polizia locale. Hanno identificato tutti i clienti presenti in sala (il ristorante era occupato in tutti i tavoli disponibili). A un certo punto sono nate anche accese discussioni tra le forze dell’ordine e la clientela, rivedendosi sostanzialmente le scene che si erano vissute durante il primo lockdown in qualche ristorante in Italia.

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Siamo esasperati, noi operatori del settore, e lo sono anche i nostri clienti – ha detto Walter Battistella, titolare di T’Osti -, che questa sera, sfidando il rischio di incorrere in una sanzione, hanno così voluto manifestare la loro solidarietà nei nostri confronti. Con lo chef Stefano abbiamo presentato un menù degustazione. Non ho chiesto un costo a pranzo ma semplicemente un’offerta, che verrà regolarmente contabilizzata”.

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“Da domani torneremo nei ranghi ma questa serata è servita per dimostrare che non siamo e non saremo disponibile ad accettare qualsiasi cosa. – prosegue – Vogliamo lavorare e non possiamo certo essere soddisfatti della mancetta che arriva dallo Stato. Le spese ci sono, al mio personale non ho mai fatto mancare lo stipendio. Dietro al lavoro ci sono imprenditori e dipendenti con le rispettive famiglie. Questo non viene neppure lontanamente compreso da chi sta a Roma”.

Anche lo stesso presidente della Regione Luca Zaia, ieri è andato molto cauto nel giudicare la protesta: “Se ci fossero adeguati ristori – ha detto – non saremmo qui a parlare delle proteste”.

Ha tenuto aperto anche lo chef Giovanni Merlo, de La Paterna di Giavera del Montello.

E, ai T’Osti di Montebelluna, oggi lavora come cuoco Stefano Pian, che fino allo scorso marzo era titolare di un ristorante proprio a Giavera: “Avevo capito fin da subito che i problemi causati dalla pandemia non sarebbero terminati presto – ci racconta Stefano – e non avevo molta fiducia nelle rassicurazioni dei nostri governanti riguardo gli aiuti alle imprese. Devo dire che ho avuto ragione e, fortunatamente, ho incontrato Walter che invece ha voluto andare avanti con determinazione, e aveva bisogno di un cuoco”.

(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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