Quando la guerra è un “dovere verso Dio”. La religione e i conflitti nell’approfondimento del MeVe

“Credere e combattere. Fede, Chiesa e superstizione” è il titolo dell’incontro con lo storico Marco Mondini, docente dell’Università degli Studi di Padova, andato in scena giovedì 4 aprile al MeVe – Memoriale Veneto della Grande Guerra di Montebelluna.

Presenti il consigliere regionale Marzio Favero, il consigliere comunale Loreno MiottoMonica Celi, direttrice dei musei di Montebelluna, e Irene Bolzon, conservatrice storica del MeVe.

Mondini è autore di numerosi studi sulla Grande Guerra e sul periodo tra i due conflitti mondiali.

Tra i suoi lavori più recenti si segnalano “Fiume 1919. Una guerra civile italiana” (Roma 2019); “Il Capo. La Grande Guerra del generale Luigi Cadorna” (Bologna 2017); “Roma 1922. Il fascismo e la guerra mai finita” (Bologna 2022).

Oltre che per i suoi studi, il docente universitario e storico è noto al grande pubblico per le sue collaborazioni con Il Corriere della Sera e con RAI Storia, per la quale scrive e conduce attualmente, insieme a Michela Ponzani, il programma “Storie Contemporanee”.

Mondini è parte del comitato scientifico del MeVe, per il quale ha collaborato all’allestimento ed è tra i curatori della mostra “Spirito e Corpo. Fede e Alimentazione in guerra“, visitabile fino al 1° giugno 2024.

Durante l’evento del 4 aprile si è approfondito il tema della religione in guerra, parlando della situazione dei soldati e della cura delle anime da parte dei cappellani militari.

Non poteva mancare un accenno ai rituali magici in trincea e al tema della “legittimazione” del conflitto.

Spesso, ed è stato così anche durante il primo conflitto mondiale, la guerra veniva percepita come un dovere.

“Un buon cristiano – ha sottolineato Mondini -, per definirsi tale, la doveva compiere fino in fondo. Eliminare il nemico era quasi un dovere verso Dio oltre che verso la patria”.

Inevitabili i riferimenti all’attualità, considerando le parole del capo della Chiesa ortodossa russa, il Patriarca Kirill, che recentemente ha definito l’attuale conflitto in Ucraina una “guerra santa“.

Durante l’incontro si è parlato anche della situazione dei cittadini ebrei e di quelli protestanti durante la Grande Guerra.

“Gli ebrei – ha evidenziato Mondini – videro la Grande Guerra come un’enorme occasione di essere considerati italiani per la prima volta. I valdesi, invece, parteciparono in massa. L’esercito italiano divenne così un grande contesto multiconfessionale. Sembrava che il ragionamento fosse questo: ‘Non mi interessa quale divinità preghi, mi basta che il tuo dio stia con noi“.

L’incontro conclude la rassegna “Salvare la ghirba. Fame, alcol e superstizione in guerra” che ha permesso al pubblico di dialogare con il mondo della ricerca storica e di confrontarsi con nuove prospettive di lettura del passato capaci di interrogare il presente. 

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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