Sabato 28 novembre Montebelluna celebra il centenario della morte del grande statista Pietro Bertolini

Pietro Bertolini

Sabato 28 novembre ricorre il centenario della della morte di Pietro Bertolini, montebellunese, uno dei più grandi statisti della storia d’Italia. Sarà commemorato con due eventi organizzati dall’Unione nazionale Cavalieri d’Italia in collaborazione con Librerie Zanetti e Comitato pari opportunità del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Treviso.

Alle 11 gli storici Benito Buosi e Lucio De Bortoli lo ricorderanno durante la deposizione di una corona d’alloro sulla tomba dell’illustre montebellunese nel cimitero cittadino. Alle 18.30, in Duomo, sarà celebrata una messa in suo onore.

“Con lo scorrere del tempo – dice Maria Bortoletto, assessore comunale e organizzatrice della commemorazione – siamo portati anche a dimenticare il passato. Ma non vanno di dimenticati gli avvenimenti a noi più cari o significativi e così, in special modo, il ricordo e le memorie di chi ci ha preceduto, specie se nella sua vita ha compiuto opere importanti. È nostro dovere ricordare Pietro Bertolini per quanto ha fatto ed operato sia nel territorio nazionale sia nel nostro ambito montebellunese”.

Pietro Bertolini, sin dalla sua giovane età e fino alla prematura scomparsa ha dedicato intensamente la sua vita all’impegno politico: da sindaco di Montebelluna, via via da deputato e senatore ha ricoperto importanti incarichi ministeriali sia in territorio nazionale come in quello extraeuropeo, come ministro delle colonie italiane d’oltremare.

“Mia madre – racconta Maria Bortoletto -, quando rimase vedova a 28 anni con quattro figli, cercò di continuare l’attività artigiana nel settore del vetro iniziata da mio padre, scomparso giovane in un sinistro. Pertanto, negli anni ’70 insieme alle aziende del mobile della sinistra Piave iniziò ad esportare i suoi prodotti in Libia. Mia madre mi raccontava che i libici consideravano l’Italia un paese amico, perchè gli italiani agli inizi del Novecento seppero rispettare le varie etnie e curare le loro terre. Probabilmente si riferivano alla Tripolitania e alla Cirenaica. Le esportazioni dei nostri prodotti in Libia durarono diversi anni e ciò consentì alle nostre aziende artigiane di diventare aziende industriali”.

L’opera politica di Bertolini è stata fondamentale anche per il territorio montebellunese: “Nonostante i suoi impegnativi percorsi – sottolinea Bortoletto – ha sempre avuto lo sguardo fisso su Montebelluna, sua patria d’elezione e sul territorio circostante: ne ricordiamo importanti interventi quali la ferrovia, ora diventato il percorso ciclopedonale della Tradotta che allora era una preziosa opera pubblica dal capoluogo a Susegana, ma soprattutto la bonifica territoriale del Montello trasformandolo, da territorio abitato da famiglie miserevoli (i Bisnenti) in zona servita da strade interne (le “prese”) suddiviso in poderi più  o meno estesi che hanno consentito l’insediamento di agricoltori col conseguente proficuo sfruttamento”.

È stato anche un emerito insegnante universitario, esperto in diritto amministrativo: “È suo, precorrendo i tempi, l’orientamento, purtroppo non seguito, di comprendere che per l’Italia (che proveniva dalla recente unione di vari stati, dal Pontificio, al Lombardo Veneto, al Borbonico delle Due Sicilie sino al Sabaudo) l’ottimale sarebbe stato un ordinamento federativo”, conclude Maria Bortoletto.

Pietro Bertolini fu anche fra i validi sostenitori, non ascoltati, nel non interventismo dell’Italia nella Grande Guerra, fino a ricoprire un importante incarico in sede della conferenza per il Trattato di pace.

(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
(Foto: per concessione di Maria Bortoletto).
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