Un giovane di Attawasol segnalò il musulmano espulso: “Lavoriamo per prevenire il radicalismo”

Il cittadino marocchino espulso dall’Italia per motivi di sicurezza dello Stato era stato due volte nel centro culturale islamico di via Piave a Montebelluna.

A confermarlo sono Mohamed Rabroub, presidente dell’Associazione Attawasol, e Sallahdine Mourchid, imam di riferimento di questa comunità islamica montebellunese. Questo pomeriggio, giovedì 23 novembre, sono stati proprio loro ad aprire le porte del luogo di preghiera in questione per spiegare come sono andate le cose.

“È stato un giovane che frequenta la nostra comunità – spiega Rabroub – a segnalare il comportamento di questa persona. L’uomo espulso è entrato in Italia illegalmente ed è stato visto nel nostro centro solo due volte: in occasione di un iftar (il pasto con il quale i musulmani interrompono il digiuno nei giorni del Ramadan) e un’altra volta a pregare. In una di queste occasioni, uno dei soci della nostra associazione lo ha sentito parlare male dei segni della religione cristiana e della Chiesa”.

“Quando succedono queste cose – prosegue – segnaliamo subito il fatto alle autorità di pubblica sicurezza, con le quali siamo in contatto, per i necessari controlli. È quello che è successo anche in questa occasione. Questo è il frutto della formazione e degli insegnamenti di buona integrazione che in questi 20 anni di servizio abbiamo trasmesso alle persone che frequentano il nostro centro culturale islamico. Per prevenire il radicalismo religioso o anche semplici comportamenti illeciti, noi lavoriamo molto sull’educazione e sulla promozione dei valori sani che favoriscono l’integrazione nella società italiana”.

Nel suo ragionamento, Rabroub ha parlato anche della volontà di continuare nel progetto del nuovo centro islamico di Montebelluna, che potrebbe diventare un luogo nel quale investire sulla formazione e sul coinvolgimento delle nuove generazioni in iniziative efficaci nel percorso di integrazione.

Su questo tema ha speso delle parole anche Ajouguim Abdellah, fondatore di Attawasol, ex presidente per tre mandati e attuale responsabile del Comitato Giovani Artisti di quest’associazione musulmana.

“Nel 2015 – spiega Ajouguim -, Attawasol ha organizzato una grande manifestazione contro il terrorismo a Montebelluna, coordinando più di 250 partecipanti e 15 moschee del Veneto. Abbiamo organizzato più volte attività di educazione civica durante il 2 Giugno o il 25 Aprile e abbiamo collaborato anche con i parroci di Montebelluna e Giavera oltre alla Diocesi di Treviso”.

L’appello al Comune: “Ci servono spazi più grandi”

Tendiamo la mano al Comune di Montebelluna per continuare questo cammino – aggiunge -. Ci sono tante sfide, la comunità cresce e noi vogliamo sviluppare le nostre azioni. Per questo abbiamo bisogno di uno spazio più grande per accogliere più giovani e diversificare le attività. Fortunatamente la nostra presenza costante nel territorio, grazie alla buona educazione alla convivenza pacifica e alla non violenza, ha portato a prevenire ed evitare atti di violenza per garantire la sicurezza di tutti”.

“Il nostro progetto educativo – continua – di condannare la violenza verbale e fisica, oltre al nostro storico progetto di integrazione sociale e scolastica, ha insegnato ai giovani ad essere attenti e a denunciare qualsiasi atto o sospetto di violenza o terrorismo. Le sfide diventano più grandi e per questo chiediamo un sostegno al nostro sindaco e all’amministrazione comunale”.

“L’uomo espulso – conclude – non era un frequentatore regolare del nostro centro, né un socio della moschea. Ha frequentato la sede non più di due volte. Quando un giovane della nostra comunità ha sentito le sue parole e proposte strane, ha parlato subito con i membri del direttivo della nostra associazione. In questi casi invitiamo sempre tutti a denunciare qualsiasi atto di violenza o di integralismo agli organi di sicurezza. Noi possiamo essere d’aiuto e collaborare per il benessere sociale. Lo abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo, perché questi sono il programma e le regole della nostra attività educativa”.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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