Alle porte della guerra. Al centro commerciale Tesco il cuore dell’accoglienza. Donati cibo, vestiti, letti e peluche per i più piccoli. Migliaia i profughi che arrivano ogni giorno

Sono soprattutto donne e bambini a scappare dall’invasione russa dell’Ucraina, in molti a piedi, transitando attraverso il confine al valico di Medyka.

Decine di autobus rossi, coi lampeggianti accessi e la scritta “Straz” sul fianco (ovvero vigili del fuoco) si fanno strada per raggiungere il centro commerciale Tesco, a pochi chilometri dalla cittadina Prezniśk.

Qui è stato organizzato una sorta di villaggio dove i profughi possono trovare cibo, vestiti e un letto dove riposare. Secondo le informazioni che abbiamo raccolto, attualmente si tratta del più grande punto d’accoglienza in territorio polacco.

Le risorse vengono offerte alle persone in fuga dalla Caritas polacca, da volontari del posto ma anche da associazioni provenienti da altri paesi europei.

Una gara di solidarietà, quella che avviene nel parcheggio del centro commerciale, presieduto costantemente anche da giornalisti e reporter di tutto il mondo.

Una sezione del campo comprende delle cucine da campo dove, paradossalmente, si possono trovare piatti tipici di molte zone anche lontane e culturalmente differenti dalla Polonia e dall’Ucraina. In un’altra i rifugiati frugano in enormi mucchi di capi d’abbigliamento e scarpe per cercare qualcosa della loro misura. 

“Dopo giorni in cui ci siamo autogestiti, oggi qui è arrivata la Polizia – spiega Peter, un ragazzo tedesco – È tutto organizzato in maniera efficiente. Io ho deciso di venire qui a dare una mano perché sono venuto in vacanza qualche mese fa. Il viaggio in aereo è durato poco. Quando è scoppiata la guerra mi sono ricordato di quanto vicini fossero i nostri paesi”.

Che l’accoglienza abbia preso una piega “ufficiale” viene testimoniato anche dall’incessante suono delle sirene delle auto della polizia, che abbiamo sentito durante tutto il pomeriggio e che scortano gli autobus al confine evitando così le lunghe code.

Non manca neppure l’attenzione verso i più piccoli arrivati assieme alla mamma, ma che hanno dovuto dare uno speranzoso arrivederci al loro papà, rimasto in patria a combattere.

Oggi, davanti all’ingresso del centro commerciale che funge da dormitorio, erano presenti anche un gruppo di scout locale che donava peluche ai bambini: “Siamo qui per regalar loro un momento di normalità e un sorriso” spiegano.

Neppure gli Italiani sono rimasti a guardare: sono numerosi i nostri connazionali partiti con beni di prima necessità e che, al ritorno, si rendono disponibili verso chi, scappando dalla guerra, ha deciso di raggiungere l’Italia, come nel caso di Martino e Nicola arrivati dal nord Italia con un carico di coperte e disponibili a portare con loro cinque persone.

Tra questi, spiccano le storie del dottor Aurelio Tomasi (vedi articolo), partito nella giornata di giovedì per consegnare una partita di medicinali e altre provviste e la ditta di autoservizi coneglianese Battistuzzi (vedi articolo) che dallo scoppio della guerra ha effettuato già diversi viaggi per portare i profughi in Italia. 

Quello che noi inviati di Qdpnews.it al confine tra Polonia e Ucraina abbiamo percepito, specialmente al centro commerciale Tesco, è che anche nella guerra e nella distruzione si intravede la solidarietà di un’Europa che si sente unita. 

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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