Sabato 27 novembre si è svolta la cerimonia di premiazione degli artisti vincitori e menzionati del Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee.
La manifestazione, curata da Carlo Sala, è promossa da Fondazione Francesco Fabbri in collaborazione con la Città di Pieve di Soligo e con il sostegno della Regione del Veneto.
A vincere la decima edizione del Premio Fabbri nella sezione Arte emergente è stata Ludovica Anversa (Milano, 1996) con il lavoro Dove lasciare i miei occhi (2021). Il dipinto è prima di tutto una meditazione sullo statuto stesso delle immagini, che nel suo caso appaiono come volutamente incerte e sfuggevoli. L’elemento figurativo che appare nella tela è giocato su una serie di dicotomie che lo rendono al tempo stesso domestico e inquietante, organico e freddo, presente e assente generando un colloquio profondo con l’immagine.
Alessandro Sambini (Rovigo, 1982) è il vincitore della sezione Fotografia contemporanea del Premio Fabbri con il lavoro Leroy Merlin, Human Image Recognition, #001 (2021). L’autore ha analizzato varie porzioni di un’immagine pubblicitaria preesistente ricalcando il modo di agire di un algoritmo di Image Recognition. Sulla superficie della fotografia sono scritti a mano i vari risultati delle esegesi condotte che appaiono come il frutto della memoria visiva dell’artista che si è stratificata negli anni.
La giuria ha attribuito anche alcune menzioni: nella sezione Arte emergente la prima è andata a Giulia Maiorano (Milano, 1991) per il lavoro Castelli in Aria (2020), un’installazione composta da una serie di elementi in ceramica. L’opera riesce a sovvertire in chiave positiva l’espressione richiamata nel titolo del lavoro che usualmente designa un progetto difficilmente destinato a realizzarsi: l’artista ha voluto dare forma tangibile al dominio dell’immaginazione. Davide Serpetti (L’Aquila, 1990) si è aggiudicato la seconda menzione per l’opera Singer in the rye (2020). Il dipinto raffigura l’attore e cantante Donald McKinley Glover – noto anche con lo pseudonimo di Childish Gambino – uno dei personaggi del ‘pantheon’ contemporaneo di cui l’immaginario dell’autore si nutre quotidianamente. Serpetti ha tratto e rielaborato il frame di un videoclip musicale utilizzando così la cultura di massa americana come un pretesto visivo per esprimere sensazioni e stati emotivi.
L’ultima menzione della sezione va al collettivo Vaste Programme per l’installazione Gänzlich Unerreichbar del 2021 che riflette sull’intelligenza artificiale e i processi di machine learning. Gli autori, invece di adottare un atteggiamento positivista, hanno lavorato sugli aspetti insondabili di questi processi tecnologici. Il loro video presenta dei tratti misteriosi e incomprensibili dove l’unica forma che si disvela è quella del volto di un Sileno, richiamando così al pensiero del filosofo tedesco Friedrich Wilhelm Nietzsche quando sosteneva che per comprendere la scienza occorre invocare anche una dimensione dionisiaca e slegata dalla logica.
La prima menzione della giuria nella sezione Fotografia Contemporanea è andata a Cecilia Del Gatto (Fermo, 1995) per Umi Hotaru (2021). L’autrice ha connesso gli aspetti narrativi del suo lavoro alla dimensione formale, per rifarsi alle vicende di uno specifico momento storico. L’opera è stata realizzata utilizzando la bioluminescenza delle lucciole marine (adottata in tempo di guerra dall’esercito giapponese) per imprimere nel foglio il testo della lettera di un soldato dal fronte che riflette sui temi della vita. L’opera Il cielo stellato, soggetti ricostruiti (2021) di Caterina Erica Shanta (Landstuhl, 1986) si è aggiudicata la seconda menzione della sezione Fotografia Contemporanea. L’autrice ha realizzato il lavoro attraverso la tecnica della fotogrammetria fondendo le varie immagini realizzate dai partecipanti alla festa della Madonna della Bruna di Matera. Ogni anno, durante la manifestazione, un carro allegorico di cartapesta viene distrutto dai partecipanti generando una perdita che l’autrice ha voluto colmare attraverso la sua opera.
L’ultima menzione della giuria è andata a Carlo Zanni (La Spezia, 1975), un autore che da anni si interroga sulla relazione tra uomo e tecnologie digitali, per il lavoro Free Shipping, Free Return (Caterina) del 2021. L’immagine esposta è il frutto di un filtro di Instagram che sovrappone al volto, sotto forma di tatuaggi, delle frasi tratte dalle pagine di check-out dove si conclude il processo di vendita dei negozi virtuali. Questo processo permette di ragionare sul ruolo sociale e psicologico dell’eCommerce, ma anche sui fenomeni contemporanei legati alla rappresentazione di se stessi.
I vincitori hanno ricevuto un premio acquisto di 5 mila euro e i loro lavori sono entrati a far parte della collezione della Fondazione Francesco Fabbri Onlus, che li custodirà a Casa Fabbri, il centro residenziale teatro di numerosi eventi. I lavori finalisti rimarranno esposti fino al 16 dicembre nella mostra collettiva di Villa Brandolini.
La composizione delle Giurie del Premio ha potuto annoverare autorevoli critici e curatori: per la sezione “Arte Emergente” Lorenzo Balbi, Rossella Farinotti, Antonio Grulli, Stefano Raimondi; per la sezione “Fotografia contemporanea” Daniele De Luigi, Francesca Lazzarini, Giangavino Pazzola e Valentina Tanni, con la partecipazione ad entrambe di Carlo Sala, curatore del Premio che è promosso dalla Fondazione Francesco Fabbri in collaborazione con la Città di Pieve di Soligo e il sostegno della Regione del Veneto. È inserito nel palinsesto regionale RetEventi Cultura Veneto 2021 per la Provincia di Treviso; con il patrocinio di TRA, LandscapeStories e Lago Film Fest.
(Fonte e foto: Fondazione Francesco Fabbri).
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