Nuova puntata della rassegna “Storie dal territorio”: un viaggio tra i castelli della zona

La ricostruzione in 3D di uno dei castelli di Revine Lago
La ricostruzione in 3D di uno dei castelli di Revine Lago

Nuova puntata ieri sera a Revine Lago della rassegna “Storie dal territorio”, iniziativa pensata per dare voce alle curiosità e ai personaggi della zona.

Stavolta il pubblico in sala all’auditorium dell’Incontro (alla scuola primaria Mazzini, nella frazione di Santa Maria) è stato guidato in un viaggio alla riscoperta dei castelli della zona.

Una storia che forse, a differenza della popolazione locale, non tutti conoscono e che ha comunque generato curiosità in sala, stimolando domande e anche ricordi da parte di chi sentiva raccontare dai nonni aneddoti su questi edifici storici.

Ricordi che riguardano, ad esempio, i percorsi verso i castelli, utilizzati come vie di transumanza.

Un momento dell’incontro sui castelli di Revine Lago

A spiegare le caratteristiche architettoniche degli edifici è stato l’architetto vittoriese Antonio Salvador, membro del Gruppo archeologico del Cenedese e socio fondatore del gruppo Archeosusegana, mentre la serata è stata condotta da Arianna Ceschin, giornalista del quotidiano Qdpnews.it e Cultrice della materia all’Università Ca’ Foscari di Venezia.

L’incontro è stato preceduto dai saluti istituzionali del sindaco Massimo Magagnin, alla presenza dell’assessore alla Cultura Elisa Carpenè, la quale ha seguito da vicino l’organizzazione dell’incontro, e della Pro loco, che ha fornito un supporto logistico all’iniziativa.

Salvador, appassionato di archeologia medievale e di architettura storica, si è concentrato principalmente sulla struttura di Castegna Major, per poi dare spazio anche a Castel Frascon, entrambi situati verso il “pian delle Femene”, quindi in una posizione strategica per poter vedere, e quindi controllare, tutta la valle sottostante.

Il sindaco di Revine Lago Massimo Magagnin

Nel caso di Castel Frascon sono ancora visibili i “fori bassi” sulle murature per il balestriere o archibugiere e per le scale che davano accesso alle torri.

L’architetto ha mostrato al pubblico l’aspetto degli edifici, così come dovevano apparire in origine, grazie a una ricostruzione in 3D da lui stesso effettuata, a partire dal ritrovamento di alcuni resti di muratura, nascosti dalla vegetazione. Sono inoltre state mostrate anche delle ricostruzioni topografiche dei luoghi.

Decisivo il ritrovamento del simbolo dell’aquila “castellana” lungo il percorso verso Castegna Major, che ha sollecitato un lavoro di pulizia del luogo, per rinvenire gli spigoli di alcune murature. La ripulitura ha riportato in luce piastre di pavimentazioni, utili alla nascita di svariate ipotesi circa la datazione del luogo e la veste complessiva dell’area.

Una tra queste è che la struttura di Castegna Major fosse “un’unità unica a tre livelli”, con muri a strapiombo. L’eccezionalità di questa fortificazione è la presenza di mura più sottili rispetto ad altri edifici tipicamente medievali: un aspetto che lascia la porta aperta a svariate ipotesi.

La ricostruzione a tre livelli di uno dei castelli della zona

Non è escluso che poco lontano, e più in alto, un’altra struttura, più piccola, fungesse da piccola fornace. Ricostruiti anche i percorsi di percorrenza di epoca medievale e l’aspetto delle murature, a partire dal tessuto murario a tre livelli.

Tra le varie opzioni messe sul piatto della ricerca, secondo Salvador ci sarebbe anche quella che gli stabili fungessero da ricoveri per viandanti, controllati dall’ambiente ecclesiastico.

Su richiesta del pubblico, è stata mostrata anche la ricostruzione originaria della chiesetta di San Martino e spiegata la filosofia architettonica che accompagnava la costruzione di un luogo sacro, a partire dall’abitudine di piantare a terra un palo, la cui ombra proiettata indicava l’asse della futura chiesetta.

Una passione, quella di Salvador per i castelli, nata fin da bambino, che lo ha condotto in uno studio che ha già riguardato le fortificazioni del Vittoriese e proseguirà poi con altri edifici medievali.

Sicuramente, come affermato dall’architetto durante l’incontro, questi studi meriterebbero un approfondimento ulteriore e una rete di collaborazione anche con l’ambiente universitario.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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