Ha patteggiato 10 mesi di reclusione, con sospensione condizionale della pena, il 54 enne di Pordenone accusato di avere investito e ucciso nella notte tra il 5 e il 6 giugno 2021 Giovanni Dei Negri sulla statale Pontebbana a San Fior. La vittima, cinquantenne di Castello Roganzuolo, stava attraversando la strada e fu lasciato sull’asfalto in fin di vita. L’imputato non si sarebbe fermato a prestare soccorso all’uomo dandosi alla fuga, pur con l’auto fortemente danneggiata.
I familiari della vittima si sono affidati a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime di incidenti stradali mortali, e sono riusciti a ottenere un risarcimento di quasi mezzo milione di euro per via stragiudiziale, cifra che tiene conto del concorso di colpa della vittima pari.
«Rispettiamo quanto deciso dal magistrato – afferma Alain Menel, responsabile della sede coneglianese di Giesse Risarcimento Danni – ma l’entità della pena comminata non ci sembra coerente con la gravità di quanto accaduto. Certo, Giovanni non era sulle strisce pedonali e, forse, può aver mal calcolato la distanza dell’auto che, come è stato accertato, si trovava a 42 metri da lui. Una distanza che, secondo la consulenza disposta dal pubblico ministero, avrebbe consentito agevolmente all’automobilista, se solo avesse rispettato i limiti di velocità, di fermarsi entro il punto d’urto ed evitare l’investimento, considerando che lo spazio necessario per l’arresto del veicolo che procede a 50 km/h è inferiore ai 30 metri!». Il conducente dell’auto, invece, guidava ad oltre 70 km/h, ben oltre quindi il limite massimo consentito in quel tratto.
Fondamentali, nella ricostruzione dell’incidente, sono state le telecamere di videosorveglianza di un negozio sulla Pontebbana. In un primo filmato si vede Dei Negri camminare lungo la pista ciclopedonale di destra, in via Europa a San Fior, nella direzione opposta rispetto all’auto. Dopo aver superato una serie di cespugli e basse siepi, presenti lungo l’aiuola di separazione con la carreggiata, si ferma, gira a destra, entrando nell’aiuola spartitraffico, scende nell’ampia banchina ed inizia l’attraversamento della strada in modo perpendicolare rispetto alla stessa. Un altro filmato mostra invece l’auto che, all’improvviso, sbanda verso sinistra. Dopo l’investimento, si riporta verso destra e si allontana senza prestare soccorso al pedone.
Queste erano state le conclusioni della consulenza tecnica: «Si ritiene che la presenza e soprattutto le intenzioni del pedone, unica persona sulla strada in orario notturno, potessero essere previste e valutate dall’automobilista già quando attraversava l’ampia banchina asfaltata per proseguire poi, senza soluzioni di continuità, all’interno della carreggiata». E ancora: «Trovandosi l’indagato, al momento in cui si concretizzava la turbativa e le intenzioni del pedone erano evidenti, a non meno di 42 metri dal punto d’urto, si sarebbe agevolmente potuto arrestare prima dello stesso nel caso avesse marciato a velocità contenuta entro quella del limite, localmente imposto, di 50 km/h».
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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