A 120 anni dalla sua nascita ieri, venerdì 7 luglio, a San Pietro di Feletto è stato celebrato il genio di Renato Morandi, considerato il padre dell’Aeronautica civile italiana.
Tutto avvenne in un periodo storico in cui la metallurgia era ancora agli albori e allo stato embrionale, così come tutto il settore dell’aviazione.
Proprio in quegli anni Morandi fu il fondatore della Transadriatica, ovvero la prima linea aerea impegnata nel dare spazio al trasporto dei passeggeri.
Un fatto che sicuramente fa riflettere, considerato quanto oggi sia data per scontata la possibilità di prendere un aereo e viaggiare da un capo all’altro del mondo.
Un’avventura personale, quindi, che divenne un’avventura commerciale di altissimo livello.
“Un visionario che riuscì ad avviare qualcosa che è meraviglioso”, è stata la definizione che è stata data al talentuoso ingegnere ieri, in occasione dell’inaugurazione di una mostra a lui dedicata, per evidenziare quanto le sue intuizioni abbiano rappresentato un autentico passo avanti per tutti.
Una figura che ebbe inoltre un legame particolare anche con la zona di San Pietro di Feletto. Ma chi era Renato Morandi? E come iniziò la sua impresa pionieristica?
La storia di Renato Morandi e il legame con San Pietro di Feletto
Nato nel 1902, fu un ingegnere che dimostrò ambizione, dedizione e ingegno. Da giovane si rivelò per lui propizio l’incontro con Hugo Junkers, famoso costruttore di velivoli, al tempo gli unici al mondo per il trasporto di passeggeri: l’incontro avvenne a Napoli, dove Morandi si trovava per studiare.
Invitato in Germania, Renato frequentò gli stabilimenti aeronautici del costruttore, acquisendo esperienze nel settore e conoscenze di carattere tecnico.
Di conseguenza, fu proprio lui a gettare le basi per lo sviluppo dell’aviazione commerciale in Italia: ad Ancona, infatti, fondò alla fine del 1925 la Società anonima di navigazione aerea Transadriatica, assieme al fratello Mario e all’ex pilota Domenico Giuriati. La società venne poi trasferita al Lido di Venezia, dove erano presenti le maestranze tecniche necessarie allo sviluppo del progetto.
Proprio da qui, dall’aeroscalo di San Nicolò, il 18 agosto 1926, avvenne il decollo del primo volo passeggeri diretto a Vienna, con due veterani della Prima guerra mondiale, Vincenzo Burattini e Riccardo Pasquali, e lo stesso Renato Morandi tra i passeggeri. In quegli anni Roma e Milano non avevano un aeroscalo dedicato al traffico civile.
Un’impresa tale che, il 4 settembre 1928, re Vittorio Emanuele III visitò l’aeroscalo, congratulandosi con Morandi. Nel 1928, inoltre, seguì l’apertura dell’aeroporto romano del Littorio, come da ordine del Duce, dopo una prima riluttanza dello stesso ingegnere: è evidente che la scelta di Mussolini nasceva dalla volontà di togliere al Lido di Venezia un simile primato, da riportare alla capitale, dove avrebbe dovuto spostarsi il baricentro di questa avventura.
Proprio nell’aeroporto romano, il 29 ottobre 1930 Renato Morandi trovò la morte: venne infatti investito da uno Junkers, mentre l’ingegnere era impegnato a fotografarne il decollo (una questione che lascia ancora spazio a molti dubbi, vista la sua esperienza).
La Transadriatica venne così acquisita dallo Stato e trasformata nel 1934 nell’Ala Littoria, la prima compagnia di bandiera italiana, divenuta Alitalia dopo la Seconda guerra mondiale. Nel frattempo il lavoro di Morandi aveva dato spazio al concepimento di aerei via via sempre più grandi e adibiti al trasporto dei passeggeri.
E come arrivò Morandi a San Pietro di Feletto? Negli anni Venti del secolo scorso la famiglia Morandi, residente al Lido di Venezia, acquistò il complesso di Ca’ Milone, situato nella frazione di San Michele di Feletto, oggi sede dell’omonimo relais gestito dalla famiglia Becich. Lì risiedette lo stesso Renato Morandi, dove rimase fino al 1930, anno della sua morte.
Si tratta di una tipica residenza veneziana, risalente al Settecento, che durante il Primo conflitto mondiale, più precisamente nell’autunno del 1917, divenne un comando militare austriaco. Il complesso comprende una casa padronale e un borghetto agricolo che, nel 1870, ospitò addirittura un mini bachificio.
Un luogo che vide nel tempo diverse famiglie proprietarie e, dagli anni Cinquanta del secolo scorso, l’acquisto e, quindi il passaggio, dai Morandi ai Becich.
Nel maggio di un anno fa, proprio a Ca’ Milone venne posta una targa in ricordo dell’ingegner Morandi, per ricordarne il genio e soprattutto il legame con il territorio. “Vola alto, sopra questo cielo, il suo ricordo” (è la frase scelta per la targa lì posizionata).
Per ricordare questo genio, padre dell’Aviazione civile italiana, ieri è stata inaugurata una mostra alla Galleria dell’Eremo, spazio espositivo presente nella sede municipale di Rua di Feletto.
L’inaugurazione e il volo per ricordare il geniale ingegnere
Le “Ali di Venezia sul Feletto” è il nome della mostra, che rimarrà aperta fino al prossimo 9 settembre a ingresso libero (dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30, il martedì e giovedì dalle 14 alle 18.30, il sabato dalle 8.30 alle 12).
Mostra che raccoglie cenni biografici su Renato Morandi e immagini d’epoca anche dei veivoli per il trasporto delle persone, con un comfort sempre maggiore.
Da ricordare, inoltre, l’incontro fortuito tra la famiglia Becich e un nipote di Renato Morandi, il quale nel 2007 suonò al campanello del Relais, chiedendo la possibilità di vedere la casa dove visse la sua infanzia e adolescenza: in quell’occasione il nipote raccontò la storia dello zio, stabilendo così un legame tra i nuovi proprietari del complesso e aumentando l’interesse storico verso il personaggio. “Questo è stato mio zio”, furono le parole del nostalgico nipote, secondo il racconto di Pierpaolo Becich di San Servolo.
Presente all’inaugurazione (oltre a svariati funzionari e appassionati del mondo dell’Aeronautica) anche la quarta generazione della famiglia Morandi, visibilmente soddisfatta dell’iniziativa costruita a memoria di un parente, la cui storia ha sempre accompagnato tutta la vita famigliare.
“Siamo cresciuti sentendo la storia di un giovane Renato Morandi geniale – hanno detto – Abbiamo vissuto questa storia tramite nostro padre: quando hai delle radici profonde, è giusto non perderle”.
“Si tratta di una mostra particolare – ha affermato Maria Assunta Rizzo, sindaco di San Pietro di Feletto – Tutto è nato per caso da una ricerca sulle famiglie veneziane che venivano in ferie nel territorio. Da qui è emersa una storia interessantissima: abbiamo ricostruito un pezzo di storia dimenticata”.
L’assessore alla Cultura Claudia Meneghin ha sottolineato quanto si sia trattato di “un lavoro di ricerca variegato”, annunciando l’organizzazione di un ciclo di conferenze collaterali alla mostra, in programma fino al 9 settembre.
Il tutto è stato accompagnato dalla visione di un documentario e dal volo dell’aereo di Francesco Baracca, impegnato a lasciare tracce tricolori nei cieli di San Pietro di Feletto.
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