Nella serata di ieri, mercoledì 13 febbraio, il terzo incontro della 15esima edizione degli appuntamenti dedicati alla viticoltura, svoltosi nell’aula magna della scuola primaria di Rua di Feletto, ha approfondito la questione delle “Acque reflue e sottoprodotti da cantina”, con un focus particolare sulla loro gestione e valorizzazione.
Una tema caldo, soprattutto alla luce degli episodi di sversamenti irregolari avvenuti lo scorso autunno nelle zone di Corbanese, Vidor, Farra e Valdobbiadene che, come ha osservato Valter Brisotto responsabile nel Settore ambiente e pianificazione territoriale della Provincia di Treviso, “rischiano di far fare una brutta figura all’intera categoria”.
Ma cosa si intende per acque reflue e come devono essere trattate? A dare risposta a tale quesito è stato Davide Bolzonella, professore ordinario di ingegneria industriale al Dipartimento di biotecnologie dell’Università degli Studi di Verona, il quale ha specificato come si trattino di acque composte da zuccheri e alcol, biodegradabili ma bisognosi di un particolare trattamento prima del rilascio nel terreno.
L’importanza della gestione di queste acque è stata sottolineata anche da Paolo Giandon, dirigente Arpav Servizio centro Veneto suolo e bonifiche, il quale ha rimarcato la necessità di avere prima chiare le normative: “Non si deve confondere le acque reflue con le acque domestiche da cantina, frutto di processi di lavaggio, bensì si tratta di sostanze utili alle piante”. “Noi come Arpav – ha proseguito Giandon – facciamo controlli programmati verso inizio anno, ma interveniamo anche su segnalazione di cittadini ed enti, per valutare se ci sono effettive responsabilità in termini di inquinamento”.
Controlli condotti in sinergia con la Provincia di Treviso, come ha spiegato Valter Brisotto: “Facciamo circa due uscite alla settimana, in modo da essere presenti con controlli e risolvere eventuali problemi”. Una rete di controlli, quella tra Arpav e Provincia di Treviso, che coinvolge anche il Consiglio dei dottori agronomi e forestali della stessa Provincia, rappresentato ieri sera da Ornella Santantonio. Il divieto di utilizzazione della acque reflue a meno di 10 metri dalle sponde di corsi d’acqua o in prossimità dei centri abitati, sono solo alcune delle indicazioni fornite al pubblico di viticoltori in sala ieri sera.
Barbara Lazzaro, dirigente nella Direzione Agroambiente della Regione del Veneto, ha indicato il Testo unico ambientale come strumento di consultazione per eccellenza delle regole nazionali anche in termini di acque reflue da cantine e caseifici. “Chi conduce un’azienda e fa attività agricola – ha spiegato Lazzaro – può utilizzare le acque reflue senza che possano essere considerate un rifiuto: in casi diversi, non ci si può affidare a tale normativa. L’acqua reflua deve essere maturata di 90 giorni e non può essere distribuita nel periodo compreso tra il 1° novembre e il 1° febbraio”.”Per la loro distribuzione – ha proseguito la dirigente – è necessario tenere conto del meteo e non possono essere versate in una volta solo. La normativa prevede l’obbligo di dichiarare dove vanno distribuite e in quanti metri cubi. Sul sito della Regione esiste un portale specifico dove poter consultare tutte queste regole”.
E sull’incidenza negativa delle acque reflue, l’assessore all’Agricoltura del Comune di San Pietro di Feletto Benedetto De Pizzol ha dichiarato come “non ci dovrebbe essere, perché ogni sito produttivo deve essere attrezzato per la loro corretta gestione”.
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(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
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