Il capogruppo di opposizione Cristina Mandia torna di nuovo all’attacco sul tema del Registro dei crediti edilizi (Recred): la sua istituzione era stata approvata all’unanimità nel corso dell’ultimo consiglio comunale, tenutosi il 17 giugno, dopo un’interrogazione presentata in precedenza dalla minoranza stessa (qui l’articolo).
In quella sede, il vicesindaco Loris Dalto aveva spiegato come l’istituzione del Recred fosse stata condizionata da un decreto di giunta regionale, che avrebbe dovuto fornire i criteri per l’istituzione di tale strumento nel 2019, entro una tempistica di 120 giorni dal Decreto della giunta regionale che sanciva la necessità di adottare il Registro: tempistica che non sarebbe stata rispettata, considerato come il Dgr stesso sia arrivato soltanto il 2 marzo 2020.
Pertanto, Dalto aveva sostenuto che, se proprio di ritardo si doveva parlare, non era imputabile al Comune di San Pietro di Feletto.
Considerazioni che non hanno convinto Mandia, né in consiglio e neppure dopo la seduta: la capogruppo, infatti, ha definito la risposta fornita da Dalto come la volontà di “aggrapparsi allo specchio delle scuse, per giustificare lo scivolone sul Recred” o comunque una considerazione non adeguata per motivare l’adozione di una variante prima dell’istituzione del Registro.
“Va chiarito che il procedimento regionale a cui fa riferimento il vicesindaco, per giustificare la loro mancanza – spiega – non tratta affatto del divieto di fare varianti in mancanza dell’approvazione del Recred”.
Mandia ha specificato come il Dgr del 2 marzo 2020 si riferisca alle “Regole e misure applicative e organizzative per la determinazione dei crediti edilizi”, ovvero ai “Criteri attuativi e alle modalità per attribuire i crediti edilizi da rinaturalizzazione”: in sostanza, secondo il consigliere, tutto ciò non avrebbe nulla a che vedere con la norma da lei stessa citata in consiglio, che vieta di adottare le varianti “in mancanza dell’approvazione del Recred”.
“Il vicesindaco dovrebbe conoscere le norme, visto il lavoro che fa. – rimarca Mandia – Tale atteggiamento risulta ancora più ridicolo anche alla luce dell’ulteriore scusa di Dalto, circa il fatto che sarebbe stato troppo tardi per ritirare la variante 8, considerato come fosse già stata inserita nell’ordine del giorno del consiglio comunale del 10 aprile 2019“.
Un “tentativo da parte della maggioranza di confondere le carte“, ha concluso la capogruppo. “Non sono scuse”, è stata la replica di Dalto, il quale ha semplicemente ribadito la regolarità dell’iter di adozione della variante e l’assenza di reclami in riferimento alla stessa.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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